Il figlio di Nicola Pietrangeli fermato in Kenya

Il figlio di Nicola Pietrangeli fermato in Kenya «Vittima della mia generosità»
Giorgio, 44 anni, accusato di aver svolto attività commerciali a Malindi senza permesso di lavoro.

È stato fermato venerdì a Malindi, in Kenya, Giorgio Pietrangeli, 44 anni, figlio dell'indimenticato campione di tennis Nicola. In attesa del capo di imputazione, atteso per lunedì, sembra che Pietrangeli jr sia accusato di aver svolto attività commerciali nel Paese africano senza essere in possesso di un permesso di lavoro, ma solo di un visto turistico. Attualmente Pietrangeli è in stato di fermo alla stazione di polizia di Malindi e lunedì si presenterà davanti alla Corte per rispondere delle accuse. «Sono vittima della mia generosità e mi sono fidato di chi mi ha mandato in Kenya a dare un'occhiata ai suoi investimenti, ma domani tutto sarà chiarito in Corte a Malindi e tornerò in libertà», ha detto Giorgio Pietrangeli in un'intervista al portale malindikenya.net. Pietrangeli afferma che le accuse mosse contro di lui sono infondate e sostiene che tutto nasce solo da un aiuto che avrebbe prestato a una società italiana, la «All Roses», con la quale ha un contratto a progetto.

«HO PAGATO GLI STIPENDI» - «Ero qui in vacanza, dedito alle mie passioni che sono windsurf e kite - spiega Pietrangeli -. Mi sono offerto di pagare gli stipendi ai dipendenti, in un periodo in cui l'hotel è chiuso e sta svolgendo lavori di manutenzione. Per questo motivo alcuni creditori della All Roses, per cui lavoro occasionalmente in Italia, e l'ufficio delle tasse hanno pensato che io fossi uno dei titolari o il General Manager della società di gestione, ma l'equivoco è già stato chiarito». Nonostante questo, ed il fatto che Giorgio Pietrangeli sia arrivato per la prima volta in vita sua in Kenya lo scorso 13 febbraio, mentre gli addebiti che gli si muovono sono tutti precedenti (alcuni risalgono addirittura al 2008), il figlio dell'ex campione di tennis resterà anche questa notte nella guardina della stazione di Polizia.

«TRATTATO BENE GRAZIE A MIO PADRE» - «Mi hanno fermato come fossi un criminale -spiega Pietrangeli - ma poi hanno capito e mi stanno trattando benissimo, anche grazie al fatto che mio padre, che frequenta questo Paese da più di vent'anni, qui è conosciuto e ben voluto da tutti. Ora spero solo che questa brutta avventura finisca al più presto». La Farnesina, nel confermare la notizia, precisa che il Console è in contatto con la famiglia e segue la vicenda, in attesa di conoscere il capo d'accusa. Lunedì mattina Giorgio Pietrangeli comparirà in tribunale a Malindi.
Fonte: Corriere della sera.it