L'ospedalòe dei miracoli nel cuore del Kenya

Per Wamba l'obiettivo è un impianto fotovoltaico per tagliare i costi e dare autonomia energetica

Trasformare un ospedale senza luce situato nel cuore dell'Africa subsahariana in una moderna azienda ospedaliera.
Fornire assistenza sanitaria qualificata alle popolazioni nomadi di uno dei territori più ostili del pianeta. Realizzare un impianto fotovoltaico avanzato - che fornisca elettricità all'ospedale - in una terra dove il baratto è ancora preferito agli scambi in denaro.
Le sfide di Wamba e Athena onlus (Wao) sono qua, semplici da concepire per una mentalità europea, difficili da trasformare in realtà laddove siccità e miseria sono il pane quotidiano.
Wao è un'associazione milanese costituita da un gruppo di professionisti per mettere a disposizione idee, impegno ed esperienza manageriale a sostegno dell'ospedale cattolico di Wamba, nel distretto di Samburu in Kenya.
Tutti gli sforzi rivolti a un singolo progetto, «perché vogliamo fornire un aiuto che sia concreto - spiega il presidente Aldo Spagnoli - vogliamo donare un progetto che domani sia in grado di camminare da solo». L'ospedale - che serve una regione vasta quasi quanto la Lombardia - è di proprietà della diocesi di Malal e per 35 anni è stato gestito dal dottor Silvio Prandoni, ora se n'è andato in pensione e il direttore sanitario è la dottoressa Julia Palao.

In cinque anni, da quando la Wao ha affiancato la Diocesi di Malal nel finanziamento dell'ospedale, è stata creata una struttura aziendale, con tanto di consiglio d'amministrazione, direttore generale e direttore sanitario; è stato avviato un programma di vaccinazioni attraverso una clinica mobile che si sposta fra i villaggi; è stata data ai nuclei familiari più poveri della zona una copertura assicurativa garantendo la completa gratuità dei ricoveri.
Senza contare poi gli interventi di ristrutturazione e di razionalizzazione delle strutture e le nuove sfide all'orizzonte, fra cui l'acquisto di un impianto fotovoltaico per tagliare i costi del consumo energetico (attualmente il 20 per cento della spesa totale). «L'obiettivo finale è quello di lasciare in mano alla popolazione locale un ospedale in grado di andare avanti da sé e di generare utili» conclude Spagnoli.

Fonte: La Repubblica - Milano It.