Cerca
Migliori postatori
fio (3168) | ||||
Federica (1935) | ||||
dolcemagic (1817) | ||||
Amministratore (1043) | ||||
SaraJua (491) | ||||
mammussi (434) | ||||
Denise (400) | ||||
Iaiaa (306) | ||||
frab (239) | ||||
Many (233) |
Chi è online?
In totale ci sono 79 utenti online: 0 Registrati, 0 Nascosti e 79 Ospiti Nessuno
Il numero massimo di utenti online contemporaneamente è stato 354 il Sab Ott 05, 2024 9:47 am
Ultimi argomenti attivi
La finanza islamica mette gli occhi sull’Africa
Pagina 1 di 1
La finanza islamica mette gli occhi sull’Africa
La finanza islamica mette gli occhi sull’Africa
Di Chiara Albanese.
La riscossa degli investimenti basati sui precetti del Corano guarda a Kenya e Senegal
La finanza islamica, termine che definisce l’insieme dei prodotti di investimento basati sull’interpretazione dei precetti del Corano e che investono di conseguenza esclusivamente in strategie socialmente responsabili con il divieto di ottenere interessi sui prestiti, fa rotta sull’Africa.
Dopo la crescita esponenziale fatta registrare dal settore nei paesi di cultura e religione islamica a partire dal 2008, con un tasso medio di crescita annuale pari al 15% e un giro d’affari attuale stimato in circa 1000 miliardi di dollari, il sukuk, ovvero l’obbligazione conforme alla legge islamica della Sharia, si prepara ora a conquistare gli investitori dell’Africa centrale.
Il settore è in pieno boom, tanto che l’agenzia di rating Standard & Poor’s si aspetta che il giro d’affari raggiungerà 3mila miliardi nel 2015, e questa crescita potrebbe arrivare proprio dai paesi più popolosi del continente, tra cui Senegal e Kenya.
Il Senegal è la seconda economia della zona dell’Africa occidentale, e il 52% della popolazione é di religione musulmana. Il Governo del Paese ha tentato nelle ultime settimane di introdurre nel quadro normativo la possibilità di completare le prime emissioni di sukuk locali. A seguire, Sud Africa e Nigeria, che puntano sulla finanza islamica come veicolo di finanziamento per i progetti infrastrutturali che stanno partendo nei paesi, in particolare in ambito agricolo e dell’energia.
Poi c’è il Kenya. La finanza islamica é approdata nel paese relativamente presto, e due tra le maggiori banche del paese, la First Community Bank Limited e la Gulf African Bank Limited offrono soprattutto prodotti in regola con la Sharia. Altre banche commerciali si stanno attrezzando in questo periodo per offrire pacchetti di investimento in linea con i precetti della finanza, dimostrando l’interesse del settore finanziario a cogliere una fetta del potenziale flusso di business in arrivo su questo fronte.
Mona Doshi, socio dello studio legale keniota Anjarwalla & Khanna Advocates, spiega che solo considerando lo scorso anno tre banche e una società di assicurazioni hanno introdotto strumenti cosiddetti Shariah-compliant nel loro pacchetto di offerta. «L’authority che regola i mercati finanziari del paese (Capital Markets Authority) ha introdotto nuove normative per il settore immobiliare che permettono investimenti islamici e questo dimostra l’interesse nello sviluppare il settore», spiega Doshi.
Fino a oggi infatti, una delle sfide incontrate riguardava proprio la mancanza di una normativa nella quale inquadrare questi investimenti. Nei paesi africani inoltre, il vero ambito di crescita sarà sul fronte retail, quindi nell’attrarre i risparmiatori singoli verso questi prodotti. Sfida possibile in un paese in cui la comunità islamica é grande e in cui l’accesso della popolazione ai servizi bancari, anche grazie allo sviluppo di internet, é sempre maggiore. «Al momento la maggior parte dei clienti che fa ricorso a questi prodotti fa parte della business community», spiega Doshi, «ma le banche puntano ora, anche con campagne pubblicitarie ad-hoc, al grande pubblico. La finanza islamica é per tutti».
Il Kenya in particolare potrebbe essere la porta d’accesso per l’Africa degli investitori mediorientali e asiatici, sia per la posizione geografica di ponte, sia perché molte aziende e gruppi finanziari hanno già stabilito un piede nel paese. Per esempio, tra gli azionisti della banca islamica keniana Gulf African Bank Limited figura Istithmar World, un fondo di investimento controllato dal Governo di Dubai, oltre che la banca del Bahrain Bank Muscat International e lo sceicco saudita Sheikh Abdullah Mohammed Al Romaizan.
«Il Kenya ha il potenziale per diventare un hub finanziario per la finanza islamica, e questo é anche uno degli obiettivi definiti all’interno di Vision 2030, il piano di sviluppo economico e politico per la regione», spiega l’avvocato. La conclusione è che il potenziale é grande, afferma Doshi: «E le opportunità sono per molti: investitori istituzionali e individuali, fondi di private equity, fondi di investimento infrastrutturali, e ovviamente per le banche e istituzioni che dovranno offrire questi prodotti finanziari».
Di Chiara Albanese.
La riscossa degli investimenti basati sui precetti del Corano guarda a Kenya e Senegal
La finanza islamica, termine che definisce l’insieme dei prodotti di investimento basati sull’interpretazione dei precetti del Corano e che investono di conseguenza esclusivamente in strategie socialmente responsabili con il divieto di ottenere interessi sui prestiti, fa rotta sull’Africa.
Dopo la crescita esponenziale fatta registrare dal settore nei paesi di cultura e religione islamica a partire dal 2008, con un tasso medio di crescita annuale pari al 15% e un giro d’affari attuale stimato in circa 1000 miliardi di dollari, il sukuk, ovvero l’obbligazione conforme alla legge islamica della Sharia, si prepara ora a conquistare gli investitori dell’Africa centrale.
Il settore è in pieno boom, tanto che l’agenzia di rating Standard & Poor’s si aspetta che il giro d’affari raggiungerà 3mila miliardi nel 2015, e questa crescita potrebbe arrivare proprio dai paesi più popolosi del continente, tra cui Senegal e Kenya.
Il Senegal è la seconda economia della zona dell’Africa occidentale, e il 52% della popolazione é di religione musulmana. Il Governo del Paese ha tentato nelle ultime settimane di introdurre nel quadro normativo la possibilità di completare le prime emissioni di sukuk locali. A seguire, Sud Africa e Nigeria, che puntano sulla finanza islamica come veicolo di finanziamento per i progetti infrastrutturali che stanno partendo nei paesi, in particolare in ambito agricolo e dell’energia.
Poi c’è il Kenya. La finanza islamica é approdata nel paese relativamente presto, e due tra le maggiori banche del paese, la First Community Bank Limited e la Gulf African Bank Limited offrono soprattutto prodotti in regola con la Sharia. Altre banche commerciali si stanno attrezzando in questo periodo per offrire pacchetti di investimento in linea con i precetti della finanza, dimostrando l’interesse del settore finanziario a cogliere una fetta del potenziale flusso di business in arrivo su questo fronte.
Mona Doshi, socio dello studio legale keniota Anjarwalla & Khanna Advocates, spiega che solo considerando lo scorso anno tre banche e una società di assicurazioni hanno introdotto strumenti cosiddetti Shariah-compliant nel loro pacchetto di offerta. «L’authority che regola i mercati finanziari del paese (Capital Markets Authority) ha introdotto nuove normative per il settore immobiliare che permettono investimenti islamici e questo dimostra l’interesse nello sviluppare il settore», spiega Doshi.
Fino a oggi infatti, una delle sfide incontrate riguardava proprio la mancanza di una normativa nella quale inquadrare questi investimenti. Nei paesi africani inoltre, il vero ambito di crescita sarà sul fronte retail, quindi nell’attrarre i risparmiatori singoli verso questi prodotti. Sfida possibile in un paese in cui la comunità islamica é grande e in cui l’accesso della popolazione ai servizi bancari, anche grazie allo sviluppo di internet, é sempre maggiore. «Al momento la maggior parte dei clienti che fa ricorso a questi prodotti fa parte della business community», spiega Doshi, «ma le banche puntano ora, anche con campagne pubblicitarie ad-hoc, al grande pubblico. La finanza islamica é per tutti».
Il Kenya in particolare potrebbe essere la porta d’accesso per l’Africa degli investitori mediorientali e asiatici, sia per la posizione geografica di ponte, sia perché molte aziende e gruppi finanziari hanno già stabilito un piede nel paese. Per esempio, tra gli azionisti della banca islamica keniana Gulf African Bank Limited figura Istithmar World, un fondo di investimento controllato dal Governo di Dubai, oltre che la banca del Bahrain Bank Muscat International e lo sceicco saudita Sheikh Abdullah Mohammed Al Romaizan.
«Il Kenya ha il potenziale per diventare un hub finanziario per la finanza islamica, e questo é anche uno degli obiettivi definiti all’interno di Vision 2030, il piano di sviluppo economico e politico per la regione», spiega l’avvocato. La conclusione è che il potenziale é grande, afferma Doshi: «E le opportunità sono per molti: investitori istituzionali e individuali, fondi di private equity, fondi di investimento infrastrutturali, e ovviamente per le banche e istituzioni che dovranno offrire questi prodotti finanziari».
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
Argomenti simili
» Mani cinesi sull'Africa
» PHONE & GO PUNTA SULL'AFRICA
» Le mani degli Usa sull’Africa
» Africa orientale: legge sull’HIV in fase di studio
» Tutto quello che dovresti sapere sull'Africa
» PHONE & GO PUNTA SULL'AFRICA
» Le mani degli Usa sull’Africa
» Africa orientale: legge sull’HIV in fase di studio
» Tutto quello che dovresti sapere sull'Africa
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Sab Mag 27, 2017 9:11 am Da Cultural Heritage
» Presentazione
Gio Lug 02, 2015 7:15 am Da andrea corsi
» Presentarsi al forum
Lun Mag 25, 2015 5:56 pm Da giulio
» Kenya: Malindi, morto console onorario Marco Vancini.
Ven Mar 06, 2015 7:34 am Da dolcemagic
» Kenyani ospiti in Italia-Procedura
Ven Mar 06, 2015 7:19 am Da dolcemagic
» KENYA. Morta Amalia Rosso, cofondatrice FrancorossoInternational
Gio Gen 08, 2015 3:35 pm Da fio
» Kenya - Video orfanatrofio Timboni
Ven Dic 26, 2014 4:45 pm Da virginia ciaravolo
» Nuova mattanza islamica in Kenya: trucidate e decapitate 36 persone
Dom Dic 07, 2014 6:56 am Da fio
» Kenya, niente processo per presidente Kenyatta: ritirate le accuse
Dom Dic 07, 2014 6:51 am Da fio
» Kenya. Maasai – La nascita di un bimbo
Dom Dic 07, 2014 6:46 am Da fio