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Africa orientale: legge sull’HIV in fase di studio
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Africa orientale: legge sull’HIV in fase di studio
Africa orientale: legge sull’HIV in fase di studio
Nella Comunità dell’Africa orientale è in fase di studio una legge per dare una seria risposta al dilagare dell’HIV/AIDS. Questo avviene grazie ad un processo di integrazione tra il Kenya, l’Uganda, la Tanzania, il Burundi e il Ruanda. “Con la firma del protocollo di unione doganale che consente la libera circolazione delle persone, molti hanno inteso anche la libera circolazione del virus. L’effetto Hiv, deve essere visto e abbattuto a livello regionale ma con l’apertura delle frontiere” ha dichiarato Catherine Mumma, un avvocato dei diritti umani del Kenya.
La legge permetterà di assumere un atteggiamento comune in materia di HIV/AIDS che mira ad essere non discriminatorio. Attualmente, alcuni Paesi della regione criminalizzano i gay. Secondo molte persone, gli omosessuali causerebbero il diffondersi del virus.
La proposta di legge mira a fornire maggiori servizi per le persone comuni da regione a regione e che queste possano muoversi liberamente attraverso le frontiere. “Gli africani dell’est, vorrebbero una legge che permetta loro di accedere ai servizi ovunque si trovino” ribadisce Caterine Mumma.
Ad oggi, esistono tantissimi dislivelli tra paese e Paese. Il Kenya ha una legge che prevede il trattamento e la consulenza gratuita per le persone sieropositive. Una delle controversie riguarda la criminalizzazione della trasmissione dell’HIV/AIDS. Nel codice penale del Kenya, del Ruanda, del Burundi e della Tanzania le prostitute e gli omosessuali sono considerati ad alto rischio di trasmissione. Quindi, non è consentito loro l’accesso alle cure.
Una legge specifica è stata presentata al Parlamento dell’Uganda nel 2008. Ha già provocato una protesta pubblica a causa di una clausola relativa alla criminalizzazione della trasmissione dell’HIV tra gli adulti. “L’Hiv dovrebbe essere vista come ogni altra malattia, compresa l’epatite B” ha spiegato Mumma ai microfoni locali.
Fonte: Web Magazine
Nella Comunità dell’Africa orientale è in fase di studio una legge per dare una seria risposta al dilagare dell’HIV/AIDS. Questo avviene grazie ad un processo di integrazione tra il Kenya, l’Uganda, la Tanzania, il Burundi e il Ruanda. “Con la firma del protocollo di unione doganale che consente la libera circolazione delle persone, molti hanno inteso anche la libera circolazione del virus. L’effetto Hiv, deve essere visto e abbattuto a livello regionale ma con l’apertura delle frontiere” ha dichiarato Catherine Mumma, un avvocato dei diritti umani del Kenya.
La legge permetterà di assumere un atteggiamento comune in materia di HIV/AIDS che mira ad essere non discriminatorio. Attualmente, alcuni Paesi della regione criminalizzano i gay. Secondo molte persone, gli omosessuali causerebbero il diffondersi del virus.
La proposta di legge mira a fornire maggiori servizi per le persone comuni da regione a regione e che queste possano muoversi liberamente attraverso le frontiere. “Gli africani dell’est, vorrebbero una legge che permetta loro di accedere ai servizi ovunque si trovino” ribadisce Caterine Mumma.
Ad oggi, esistono tantissimi dislivelli tra paese e Paese. Il Kenya ha una legge che prevede il trattamento e la consulenza gratuita per le persone sieropositive. Una delle controversie riguarda la criminalizzazione della trasmissione dell’HIV/AIDS. Nel codice penale del Kenya, del Ruanda, del Burundi e della Tanzania le prostitute e gli omosessuali sono considerati ad alto rischio di trasmissione. Quindi, non è consentito loro l’accesso alle cure.
Una legge specifica è stata presentata al Parlamento dell’Uganda nel 2008. Ha già provocato una protesta pubblica a causa di una clausola relativa alla criminalizzazione della trasmissione dell’HIV tra gli adulti. “L’Hiv dovrebbe essere vista come ogni altra malattia, compresa l’epatite B” ha spiegato Mumma ai microfoni locali.
Fonte: Web Magazine
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