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Sparatoria nel campo di Dadaab dove vivono 500.000 somali; “situazione al limite” dice Caritas Somalia
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Sparatoria nel campo di Dadaab dove vivono 500.000 somali; “situazione al limite” dice Caritas Somalia
KENYA - Sparatoria nel campo di Dadaab dove vivono 500.000 somali; “situazione al limite” dice Caritas Somalia
Nairobi - Un uomo armato di pistola questa mattina ha ucciso due civili e ferito gravemente una terza persona nel campo profughi di Dadaab, nel nord del Kenya, dove vivono più di 500.000 rifugiati somali. L'allarme sicurezza dell'area era stato lanciato nei giorni scorsi da alcuni esponenti del Governo di Nairobi, che avevano annunciato il rimpatrio nelle zone liberate della Somalia di 630.000 rifugiati tra qualche mese.
“Da diversi mesi il campo di Dadaab vive una situazione di insicurezza, perché il numero delle persone accolte supera le capacità delle sue strutture” dice all’Agenzia Fides Maria Grazia Krawczyk, responsabile di Caritas Somalia. “Continuano ad arrivare rifugiati e le strutture sono al limite. Sono aumentate in effetti le tensioni e gli episodi di violenza tra gli ospiti. Le organizzazioni umanitarie che prestano assistenza nel campo hanno attivato alcuni progetti per far fronte a questa situazione. In particolare per prevenire la violenza sulle donne e sui bambini”.
Chiediamo alla responsabile della Caritas se anche tra i rifugiati si avvertono le divisioni tra i clan che tanto peso hanno avuto e stanno avendo sulla situazione della Somalia. “Sicuramente sono gli stessi ospiti a divedersi per clan – risponde -. Non chiediamo informazioni sull’appartenenza a questo o quel clan. In un’altra situazione, mi riferisco al campo di Gibuti, le persone accolte sono divise per provenienza geografica: esiste il quartiere eritreo, quello etiopico e quello somalo”. (L.M.) (Agenzia Fides)
Nairobi - Un uomo armato di pistola questa mattina ha ucciso due civili e ferito gravemente una terza persona nel campo profughi di Dadaab, nel nord del Kenya, dove vivono più di 500.000 rifugiati somali. L'allarme sicurezza dell'area era stato lanciato nei giorni scorsi da alcuni esponenti del Governo di Nairobi, che avevano annunciato il rimpatrio nelle zone liberate della Somalia di 630.000 rifugiati tra qualche mese.
“Da diversi mesi il campo di Dadaab vive una situazione di insicurezza, perché il numero delle persone accolte supera le capacità delle sue strutture” dice all’Agenzia Fides Maria Grazia Krawczyk, responsabile di Caritas Somalia. “Continuano ad arrivare rifugiati e le strutture sono al limite. Sono aumentate in effetti le tensioni e gli episodi di violenza tra gli ospiti. Le organizzazioni umanitarie che prestano assistenza nel campo hanno attivato alcuni progetti per far fronte a questa situazione. In particolare per prevenire la violenza sulle donne e sui bambini”.
Chiediamo alla responsabile della Caritas se anche tra i rifugiati si avvertono le divisioni tra i clan che tanto peso hanno avuto e stanno avendo sulla situazione della Somalia. “Sicuramente sono gli stessi ospiti a divedersi per clan – risponde -. Non chiediamo informazioni sull’appartenenza a questo o quel clan. In un’altra situazione, mi riferisco al campo di Gibuti, le persone accolte sono divise per provenienza geografica: esiste il quartiere eritreo, quello etiopico e quello somalo”. (L.M.) (Agenzia Fides)
fio- Sostenitore
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