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Un'iniziativa da cui prendere esempio "Una green tax per salvare le Maldive"
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Un'iniziativa da cui prendere esempio "Una green tax per salvare le Maldive"
Una tassa di 3 dollari al giorno per trasformare le isole in un paradiso ecologico "carbon free". E' la proposta del presidente Mohammed Nasheed per combattere il riscaldamento globale e l'innalzamento degli oceani
Se le acque cristalline delle Maldive hanno decretato la fortuna dell'arcipelago, presto saranno la sua rovina. Il riscaldamento climatico del pianeta e il conseguente innalzamento del livello del mare rischiano di far scomparire quelle splendide isole tanto apprezzate dai turisti di mezzo mondo. Che fare per salvare questo piccolo paradiso terrestre? Basterebbe una green tax, appena tre dollari al giorno. Un'inezia se si pensa che è in gioco la sopravvivenza del Paese. E' quanto vorrebbe fare il presidente Mohammed Nasheed: introdurre una tassa ecologica per salvare l'intero ecosistema.
L'idea è quella di far pagare ai turisti un contributo di tre dollari al giorno oltre al prezzo della vacanza. Se il parlamento approverà il grandioso piano ecologico già proposto da governo i fondi raccolti dall'erario saranno interamente destinati al progetto già deciso dal governo e caldeggiato dal presidente. L'incasso previsto è di oltre sei milioni di euro l'anno, considerando che da gennaio a dicembre nei 1.192 isolotti dell'arcipelago ci sono circa 700mila turisti che si fermano almeno tre giorni. Già in passato l'ex presidente Maumoon Abdul Gayoom aveva lanciato l'allarme per il futuro delle Maldive, con un libro, "Il Paradiso che annega", un titolo particolarmente azzeccato "perché evoca un'immagine densa di enormi pericoli" e "include più chiaramente la minaccia che i cambiamenti climatici e l'aumento del livello del mare hanno sulla mia gente", aveva commentato l'autore.
Il piano "ecologico" del presidente Mohammed Nasheed, eletto lo scorso autunno, deve ancora essere approvato dal parlamento ma già ora non nasconde le sue ambizioni. Il progetto rappresenta infatti un passo importante verso la "rivoluzione verde" delle Maldive. I dati sono eloquenti: oltre 150 turbine a vento, mezzo chilometro quadrato di pannelli solari sui tetti e un'innovativa centrale alimentata da gusci di noci di cocco. L'obiettivo è quello di rendere le Maldive il primo Paese al mondo a impatto zero. E in questa nuova guerra contro il tempo l'Italia è in prima linea, con un team dell'Università Bicocca di Milano che avrà il compito di costruire un centro di ricerca e formazione su un isolotto messo a disposizione dalle autorità locali. Ma di cosa si occuperà esattamente la squadra italiana? Avrà il compito di progettare pannelli solari oltre che lo sviluppo di nuove tecniche per trapiantare i coralli minacciati dal riscaldamente delle acque.
Le Maldive sorgono a un metro e mezzo sul livello del mare - spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf -. Ignorare il rischio della scomparsa è ormai impossibile». Quando gli si chiede di commentare la "green tax" il viso dello studioso s'illumina: "Un atto dovuto verso chi si impegna a salvaguardare la natura. E' un ottimo segnale in vista della Conferenza di Copenaghen: an che lì, su più larga scala, una delle questioni più controver se sarà la creazione di un fon do per i Paesi in via di sviluppo che li aiuti a sostenere nuove politiche ambientali".
IntantoNasheed ha indetto per il 17 ottobre una riunione straordinaria: armati di muta, boccaglio e bombole d'ossigeno, i ministri si riuniranno sott'acqua, a 6 metri di profondità, per porre ancora una volta l'attenzione sui rischi dei cambiamenti climatici che minacciano le isole.
Fonte : Libero News
Se le acque cristalline delle Maldive hanno decretato la fortuna dell'arcipelago, presto saranno la sua rovina. Il riscaldamento climatico del pianeta e il conseguente innalzamento del livello del mare rischiano di far scomparire quelle splendide isole tanto apprezzate dai turisti di mezzo mondo. Che fare per salvare questo piccolo paradiso terrestre? Basterebbe una green tax, appena tre dollari al giorno. Un'inezia se si pensa che è in gioco la sopravvivenza del Paese. E' quanto vorrebbe fare il presidente Mohammed Nasheed: introdurre una tassa ecologica per salvare l'intero ecosistema.
L'idea è quella di far pagare ai turisti un contributo di tre dollari al giorno oltre al prezzo della vacanza. Se il parlamento approverà il grandioso piano ecologico già proposto da governo i fondi raccolti dall'erario saranno interamente destinati al progetto già deciso dal governo e caldeggiato dal presidente. L'incasso previsto è di oltre sei milioni di euro l'anno, considerando che da gennaio a dicembre nei 1.192 isolotti dell'arcipelago ci sono circa 700mila turisti che si fermano almeno tre giorni. Già in passato l'ex presidente Maumoon Abdul Gayoom aveva lanciato l'allarme per il futuro delle Maldive, con un libro, "Il Paradiso che annega", un titolo particolarmente azzeccato "perché evoca un'immagine densa di enormi pericoli" e "include più chiaramente la minaccia che i cambiamenti climatici e l'aumento del livello del mare hanno sulla mia gente", aveva commentato l'autore.
Il piano "ecologico" del presidente Mohammed Nasheed, eletto lo scorso autunno, deve ancora essere approvato dal parlamento ma già ora non nasconde le sue ambizioni. Il progetto rappresenta infatti un passo importante verso la "rivoluzione verde" delle Maldive. I dati sono eloquenti: oltre 150 turbine a vento, mezzo chilometro quadrato di pannelli solari sui tetti e un'innovativa centrale alimentata da gusci di noci di cocco. L'obiettivo è quello di rendere le Maldive il primo Paese al mondo a impatto zero. E in questa nuova guerra contro il tempo l'Italia è in prima linea, con un team dell'Università Bicocca di Milano che avrà il compito di costruire un centro di ricerca e formazione su un isolotto messo a disposizione dalle autorità locali. Ma di cosa si occuperà esattamente la squadra italiana? Avrà il compito di progettare pannelli solari oltre che lo sviluppo di nuove tecniche per trapiantare i coralli minacciati dal riscaldamente delle acque.
Le Maldive sorgono a un metro e mezzo sul livello del mare - spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf -. Ignorare il rischio della scomparsa è ormai impossibile». Quando gli si chiede di commentare la "green tax" il viso dello studioso s'illumina: "Un atto dovuto verso chi si impegna a salvaguardare la natura. E' un ottimo segnale in vista della Conferenza di Copenaghen: an che lì, su più larga scala, una delle questioni più controver se sarà la creazione di un fon do per i Paesi in via di sviluppo che li aiuti a sostenere nuove politiche ambientali".
IntantoNasheed ha indetto per il 17 ottobre una riunione straordinaria: armati di muta, boccaglio e bombole d'ossigeno, i ministri si riuniranno sott'acqua, a 6 metri di profondità, per porre ancora una volta l'attenzione sui rischi dei cambiamenti climatici che minacciano le isole.
Fonte : Libero News
Re: Un'iniziativa da cui prendere esempio "Una green tax per salvare le Maldive"
So che le Maldive con il Kenya non c'entrano niente, ma questa notizia è una di quelle che mi fa sorridere quando la leggo, finalmente qualcuno che fa qualcosa di concreto contro l'inquinamento e il surriscaldamento globale; se tutti i paesi prendessero delle iniziative simili paradisi come le Maldive o città come Venezia non rischierebbero di scomparire. La speranza è che altri governi prendano l'esempio per fare qualcosa di concreto...invece di parlare...parlare....
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