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Centro Spaziale "Luigi Broglio"
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Centro Spaziale "Luigi Broglio"
Il Centro Spaziale "Luigi Broglio"
A Malindi, la culla dell’avventura spaziale italiana
Costruita avventurosamente negli anni Sessanta dal pioniere italiano dello spazio Luigi Broglio, la base di Malindi, in Kenya ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dello spazio italiano. Oggi si occupa esclusivamente delle operazioni di tracciamento di satelliti per conto di diverse agenzie (oltre all’ASI, la NASA, l’ESA e l’agenzia cinese). Ma la sua latutidine quasi equatoriale ne fa un’ottimo sito di lancio e per molti anni è stata la piattaforma da cui sono partiti i satelliti messi in orbita dal nostro Paese. L’inaugurazione, dopo una lunga fase che ha visto in un ruolo importante l’Aeronautica militare e l’utilizzo anche di materiali dismessi della NASA, risale al 1966. Da allora il centro è stato sempre gestito dall’Università di Roma “La Sapienza” mediante il Centro Ricerche Progetto San Marco (CRSPM). Il nome attuale è un doveroso omaggio al suo fondatore, Luigi Broglio, scomparso quasi novantenne il 14 gennaio del 2001.
Il Centro (Long. 40,19 gradi E - Lat. 2,99 gradi S) si estende su un area di circa 3,5 ettari sulla costa dell'Oceano Indiano a circa 32 chilometri da Malindi ed è raggiungibile dalla litoranea del Kenya. Collegato con l'Italia mediante satelliti Intelsat nell'ambito della rete ASI-net dell'Agenzia Spaziale Italiana, il Centro è composto da due segmenti: quello marino, rappresentato dalla piattaforma di lancio oceanica, e quello terrestre, rappresentato dal centro di ricezione dati. Il Segmento Terrestre comprende una serie di fabbricati in muratura e in legno adibiti sia ad alloggi che a servizi, un porticciolo per l'attracco dei natanti di collegamento con le piattaforme e 3 Stazioni di Terra (sistemi d'antenna) per il controllo in orbita e la ricezione di telemetria da satelliti e vettori. Le 3 stazioni sono: Stazione in Banda S, dotata di una parabola di 10 metri, adibita ai programmi dell'agenzia; Stazione in Banda S/X/L, dotata di una parabola di 10 metri, adibita al controllo dei veicoli di lancio (Arianespace, Titan) e al supporto alle prime fasi di volo di satelliti commerciali (LEOP); Stazione in Banda X, dotata di una parabola di 6 metri adibita alla ricezione di dati di telerilevamento (ERS2, Spot, Landsat).
Attualmente, la presenza del Centro in territorio keniota è regolata da un accordo intergovernativo quindicennale rinnovabile, firmato la prima volta nel 1995. L’intesa prevede la possibilità di effettuare attività di lancio, di acquisizione dati da satelliti, di telerilevamento e di formazione sia in loco che in Italia. L'Italia si impegna a reperire i programmi, attrezzare e operare il Centro, fornire la logistica, formare e impiegare personale locale. Il governo di Nairobi deve inoltre essere informato sui programmi che usufruiscono del Centro e, per quelli commerciali, ha diritto di chiedere una royalty dipendente dai termini dell'accordo commerciale. Trascorsi quindici anni, le attrezzature diventano di proprietà del Kenya. L'ultimo lancio - vettore Scout con a bordo il satellite San Marco D/L - è stato effettuato il 25 marzo 1988. Da allora le piattaforme sono inutilizzate e generalmente sottoposte alla sola manutenzione ordinaria.
Fonte: www.asi.it
A Malindi, la culla dell’avventura spaziale italiana
Costruita avventurosamente negli anni Sessanta dal pioniere italiano dello spazio Luigi Broglio, la base di Malindi, in Kenya ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dello spazio italiano. Oggi si occupa esclusivamente delle operazioni di tracciamento di satelliti per conto di diverse agenzie (oltre all’ASI, la NASA, l’ESA e l’agenzia cinese). Ma la sua latutidine quasi equatoriale ne fa un’ottimo sito di lancio e per molti anni è stata la piattaforma da cui sono partiti i satelliti messi in orbita dal nostro Paese. L’inaugurazione, dopo una lunga fase che ha visto in un ruolo importante l’Aeronautica militare e l’utilizzo anche di materiali dismessi della NASA, risale al 1966. Da allora il centro è stato sempre gestito dall’Università di Roma “La Sapienza” mediante il Centro Ricerche Progetto San Marco (CRSPM). Il nome attuale è un doveroso omaggio al suo fondatore, Luigi Broglio, scomparso quasi novantenne il 14 gennaio del 2001.
Il Centro (Long. 40,19 gradi E - Lat. 2,99 gradi S) si estende su un area di circa 3,5 ettari sulla costa dell'Oceano Indiano a circa 32 chilometri da Malindi ed è raggiungibile dalla litoranea del Kenya. Collegato con l'Italia mediante satelliti Intelsat nell'ambito della rete ASI-net dell'Agenzia Spaziale Italiana, il Centro è composto da due segmenti: quello marino, rappresentato dalla piattaforma di lancio oceanica, e quello terrestre, rappresentato dal centro di ricezione dati. Il Segmento Terrestre comprende una serie di fabbricati in muratura e in legno adibiti sia ad alloggi che a servizi, un porticciolo per l'attracco dei natanti di collegamento con le piattaforme e 3 Stazioni di Terra (sistemi d'antenna) per il controllo in orbita e la ricezione di telemetria da satelliti e vettori. Le 3 stazioni sono: Stazione in Banda S, dotata di una parabola di 10 metri, adibita ai programmi dell'agenzia; Stazione in Banda S/X/L, dotata di una parabola di 10 metri, adibita al controllo dei veicoli di lancio (Arianespace, Titan) e al supporto alle prime fasi di volo di satelliti commerciali (LEOP); Stazione in Banda X, dotata di una parabola di 6 metri adibita alla ricezione di dati di telerilevamento (ERS2, Spot, Landsat).
Attualmente, la presenza del Centro in territorio keniota è regolata da un accordo intergovernativo quindicennale rinnovabile, firmato la prima volta nel 1995. L’intesa prevede la possibilità di effettuare attività di lancio, di acquisizione dati da satelliti, di telerilevamento e di formazione sia in loco che in Italia. L'Italia si impegna a reperire i programmi, attrezzare e operare il Centro, fornire la logistica, formare e impiegare personale locale. Il governo di Nairobi deve inoltre essere informato sui programmi che usufruiscono del Centro e, per quelli commerciali, ha diritto di chiedere una royalty dipendente dai termini dell'accordo commerciale. Trascorsi quindici anni, le attrezzature diventano di proprietà del Kenya. L'ultimo lancio - vettore Scout con a bordo il satellite San Marco D/L - è stato effettuato il 25 marzo 1988. Da allora le piattaforme sono inutilizzate e generalmente sottoposte alla sola manutenzione ordinaria.
Fonte: www.asi.it
Iaiaa- Utente
- Numero di messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.05.09
Età : 34
Località : na
Clima/ Ordine Malta lancia candidatura base spaziale 'San Marco'
Clima/ Ordine Malta lancia candidatura base spaziale 'San Marco'
L'unica italiana all'estero (a Malindi)per monitorare cambiamenti
30/10/2009
L'Ordine di Malta, accreditato quest'anno come come Osservatore permanente presso l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del Programma ambientale (Unep), la cui sede permanente è a Nairobi, in Kenya, nel corso della riunione interministeriale dei ministri dell'Ambiente di tutto il mondo, in corso a Roma presso la sede del World Food Programm, ha formalizzato oggi ai co-presidenti del meeting, il ministro italiano Stefania Prestigiacomo e il ministro keniota John Michuki, la proposta di utilizzare la base spaziale "San Marco" di Malindi per il monitoraggio dei cambiamenti climatici. La base "San Marco" di Malindi, aperta negli anni '60, è di proporietà dell'Agenzia spaziale italiana edè cogestita dai governi di Italia e Kenya. Se la proposta dovesse essere accolta offrirebbe una opportunità di rilancio per l'unica base spaziale italiana all'estero che attualmente svolge funzioni di sviluppo e ricerca.
Fonte: APCOM
L'unica italiana all'estero (a Malindi)per monitorare cambiamenti
30/10/2009
L'Ordine di Malta, accreditato quest'anno come come Osservatore permanente presso l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del Programma ambientale (Unep), la cui sede permanente è a Nairobi, in Kenya, nel corso della riunione interministeriale dei ministri dell'Ambiente di tutto il mondo, in corso a Roma presso la sede del World Food Programm, ha formalizzato oggi ai co-presidenti del meeting, il ministro italiano Stefania Prestigiacomo e il ministro keniota John Michuki, la proposta di utilizzare la base spaziale "San Marco" di Malindi per il monitoraggio dei cambiamenti climatici. La base "San Marco" di Malindi, aperta negli anni '60, è di proporietà dell'Agenzia spaziale italiana edè cogestita dai governi di Italia e Kenya. Se la proposta dovesse essere accolta offrirebbe una opportunità di rilancio per l'unica base spaziale italiana all'estero che attualmente svolge funzioni di sviluppo e ricerca.
Fonte: APCOM
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
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