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Psicologia dei veri Masai
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Psicologia dei veri Masai
Con i Masai del Serengeti,considerazioni.
I Masai sono una delle poche popolazioni che conserva ancora le stesse modalità comportamentali che fanno parte della loro cultura nonostante i mutamenti dell'ambiente circostante. La loro vita, quella di tutti i giorni e di tutta un'esistenza, può dare un'impressione di vacuità o di tremenda noia a chi l'osserva con l'occhio europeo, ma passando qualche giorno in loro compagnia ci si accorge del lentissimo trascorrere del tempo, che dilata ogni azione ed ogni pensiero : stando con loro, immersi in questa natura magica e violenta che permea ogni forma di vita, assaporando l'incantesimo dei silenzi all'ombra di un albero solitario nella sterminata savana, lo spirito si dilata e si ritempra poco a poco.
Il fascino che questi spazi africani esercitano sull'uomo bianco, al punto che talvolta egli non riesce più a separarsene, dipende in gran misura dal caratteristico rapporto che lega la natura, onnipresente, agli uomini, e in particolare da un esplicarsi di un concetto di tempo che risuona, come una cosa di-menticata, dal profondo della nostra psiche.
Qui, infatti, solo il susseguirsi dei giorni potrebbe dare un'idea del tempo che passa, ma ben presto ci si rende conto che tutti i giorni sono lo stesso ripetuto ; ad un altro livello anche le stagioni seguono lo stesso principio. In questo senso, l'interiorizzazione che si perpetua per generazioni di una tale atmo-sfera, mantiene i Masai sempre a contatto, senza interferenze, con i processi psichici primari : vale a di-re con il loro inconscio, il quale non conosce alcun concetto di svolgimento temporale. La cosiddetta primitività di questi popoli si riconduce al fatto che presso di loro il funzionamento psichico non è completamente vincolato dalle costruzioni secondarie Spazio - Tempo derivate anche dallo sviluppo della civiltà, che del tempo convenzionale non può fare a meno. Questo nucleo primario che esiste in tutti gli esseri umani, anche se in Occidente è ben dissimulato, è la ragione per cui proviamo attrazione per tale atemporalità, attrazione altrimenti conosciuta come Mal d'Africa.
I Masai, come tutti i popoli africani, sono a proprio agio in questi vuoti spazio - temporali, che con-tribuiscono in così grande misura all'infinito fascino del loro continente.
Questo è in definitiva l'aspetto che più mi ha attirato di questa gente, la loro perfetta insensibilità al passare del tempo.
L'esperienza del sonno, che si ripete quotidianamente per ognuno di noi, ci dà la dimostrazione più semplice del fatto che, quando il sistema percezione - coscienza non è attivo, diventa impossibile va-lutare lo scorrere del tempo. Al risveglio, senza l'aiuto dell'orologio, non siamo in grado di dire quante ore abbiamo dormito. Questa è un po' la dimensione che si percepisce vivendo tra i Masai, ed è quella che regola lo scorrere delle loro vite.
I Masai sono parte della natura, perfettamente integrati in un ambiente che, per quanto ne sappiamo, è simile a quello che apparve agli occhi dei primi uomini. Noi, per renderci la vita più funzionale, lo abbiamo profondamente alterato, in certi casi addirittura distrutto. Loro non pensano mai, neppure per un attimo, di prevaricare la Natura, ma ne seguono le evoluzioni senza contrastarle. In sintonia con l'ambiente, servendosi di quello che la natura offre e andandolo a cercare dove lo si può trovare. Come quelle migliaia e migliaia di gnu che periodicamente attraversano lo sconfinato altopiano del Serengeti. Quando il periodo di siccità è al suo culmine e in pianura fa disperatamente caldo, non c'è più un filo d'erba : fiutando la pioggia in arrivo sui territori più a nord, gli gnu incominciano la loro annuale migrazione, il gran ritorno verso l'altopiano keniota, un viaggio di ben cinquecento chilometri.
Fonte: La mia Africa,di ZetaEffe
Fio
I Masai sono una delle poche popolazioni che conserva ancora le stesse modalità comportamentali che fanno parte della loro cultura nonostante i mutamenti dell'ambiente circostante. La loro vita, quella di tutti i giorni e di tutta un'esistenza, può dare un'impressione di vacuità o di tremenda noia a chi l'osserva con l'occhio europeo, ma passando qualche giorno in loro compagnia ci si accorge del lentissimo trascorrere del tempo, che dilata ogni azione ed ogni pensiero : stando con loro, immersi in questa natura magica e violenta che permea ogni forma di vita, assaporando l'incantesimo dei silenzi all'ombra di un albero solitario nella sterminata savana, lo spirito si dilata e si ritempra poco a poco.
Il fascino che questi spazi africani esercitano sull'uomo bianco, al punto che talvolta egli non riesce più a separarsene, dipende in gran misura dal caratteristico rapporto che lega la natura, onnipresente, agli uomini, e in particolare da un esplicarsi di un concetto di tempo che risuona, come una cosa di-menticata, dal profondo della nostra psiche.
Qui, infatti, solo il susseguirsi dei giorni potrebbe dare un'idea del tempo che passa, ma ben presto ci si rende conto che tutti i giorni sono lo stesso ripetuto ; ad un altro livello anche le stagioni seguono lo stesso principio. In questo senso, l'interiorizzazione che si perpetua per generazioni di una tale atmo-sfera, mantiene i Masai sempre a contatto, senza interferenze, con i processi psichici primari : vale a di-re con il loro inconscio, il quale non conosce alcun concetto di svolgimento temporale. La cosiddetta primitività di questi popoli si riconduce al fatto che presso di loro il funzionamento psichico non è completamente vincolato dalle costruzioni secondarie Spazio - Tempo derivate anche dallo sviluppo della civiltà, che del tempo convenzionale non può fare a meno. Questo nucleo primario che esiste in tutti gli esseri umani, anche se in Occidente è ben dissimulato, è la ragione per cui proviamo attrazione per tale atemporalità, attrazione altrimenti conosciuta come Mal d'Africa.
I Masai, come tutti i popoli africani, sono a proprio agio in questi vuoti spazio - temporali, che con-tribuiscono in così grande misura all'infinito fascino del loro continente.
Questo è in definitiva l'aspetto che più mi ha attirato di questa gente, la loro perfetta insensibilità al passare del tempo.
L'esperienza del sonno, che si ripete quotidianamente per ognuno di noi, ci dà la dimostrazione più semplice del fatto che, quando il sistema percezione - coscienza non è attivo, diventa impossibile va-lutare lo scorrere del tempo. Al risveglio, senza l'aiuto dell'orologio, non siamo in grado di dire quante ore abbiamo dormito. Questa è un po' la dimensione che si percepisce vivendo tra i Masai, ed è quella che regola lo scorrere delle loro vite.
I Masai sono parte della natura, perfettamente integrati in un ambiente che, per quanto ne sappiamo, è simile a quello che apparve agli occhi dei primi uomini. Noi, per renderci la vita più funzionale, lo abbiamo profondamente alterato, in certi casi addirittura distrutto. Loro non pensano mai, neppure per un attimo, di prevaricare la Natura, ma ne seguono le evoluzioni senza contrastarle. In sintonia con l'ambiente, servendosi di quello che la natura offre e andandolo a cercare dove lo si può trovare. Come quelle migliaia e migliaia di gnu che periodicamente attraversano lo sconfinato altopiano del Serengeti. Quando il periodo di siccità è al suo culmine e in pianura fa disperatamente caldo, non c'è più un filo d'erba : fiutando la pioggia in arrivo sui territori più a nord, gli gnu incominciano la loro annuale migrazione, il gran ritorno verso l'altopiano keniota, un viaggio di ben cinquecento chilometri.
Fonte: La mia Africa,di ZetaEffe
Fio
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Località : Como-Malindi-Africa
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