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Chicco Testa e i "safari show"
3 partecipanti
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Chicco Testa e i "safari show"
Bell'articolo su Rolling Stone
Col permesso dell'autore, pubblichiamo una brillante (e sconfortante) considerazione di un amante del Kenya e dei safari come l'ex presidente di Enel Chicco Testa, pubblicata sul periodico di musica e cultura Rolling Stone
"Un po’ di tempo fa ho partecipato ad un Safari (un paio di giorni) in Kenya. Esperienza faticosa, ore e ore di jeep e di buche, ma entusiasmante. In un attimo ti trovi dall’altra parte dello schermo, nel backstage, e gli animali sono veri; piccoli alcuni, enormi altri, buffi e sorprendenti e soprattutto indifferenti. Fanno la loro vita e non ti considerano. Gli spettatori di questo spettacolo live, cioè noi, ripetono come un tantra un’unica parola: natura. Che natura, gli animali nella natura, com’e’ crudele la natura, come è semplice la natura, come è forte la natura, come è naturale la natura. Alé! Poi capita che per un colpo di fortuna ti trovi nel mezzo di una scena così composta: sette leonesse con relativi cuccioli, un branco di qualche centinaio di bufali ed un attacco delle prime ai secondi nel tentativo di procurarsi la cena. I bufali si difendono e le leonesse scappano. Niente cena. Uno spettacolo magnifico. Mi guardo in giro e vedo buona parte dei miei compagni, attaccati alle macchine fotografiche che sparano a mitraglia. La scena finisce e gli animali se ne vanno. E noi tutti a guardare nelle macchine fotografiche elettroniche quello che non abbiamo visto con gli occhi, perché … troppo impegnati a scattare foto. Eravamo nel back-stage e siamo tornati dall’altra parte dello schermo. Potevamo assistere allo “spettacolo dal vivo” e abbiamo avuto bisogno di guardarlo e riprodurlo elettronicamente. Ho capito che non c’è più niente da fare. La natura la amiamo solo se diventa il paesaggio di uno show. E l’esperienza è tale solo se diventa serialmente riproducibile. E quindi non è più un’esperienza, ma solo un codice digitale. Poi torni a casa e pretendi di far vedere a qualcuno quello che vede tutti i giorni su un megaschermo ad alta definizione. Che noia.
Tratto da Malindikenya
Col permesso dell'autore, pubblichiamo una brillante (e sconfortante) considerazione di un amante del Kenya e dei safari come l'ex presidente di Enel Chicco Testa, pubblicata sul periodico di musica e cultura Rolling Stone
"Un po’ di tempo fa ho partecipato ad un Safari (un paio di giorni) in Kenya. Esperienza faticosa, ore e ore di jeep e di buche, ma entusiasmante. In un attimo ti trovi dall’altra parte dello schermo, nel backstage, e gli animali sono veri; piccoli alcuni, enormi altri, buffi e sorprendenti e soprattutto indifferenti. Fanno la loro vita e non ti considerano. Gli spettatori di questo spettacolo live, cioè noi, ripetono come un tantra un’unica parola: natura. Che natura, gli animali nella natura, com’e’ crudele la natura, come è semplice la natura, come è forte la natura, come è naturale la natura. Alé! Poi capita che per un colpo di fortuna ti trovi nel mezzo di una scena così composta: sette leonesse con relativi cuccioli, un branco di qualche centinaio di bufali ed un attacco delle prime ai secondi nel tentativo di procurarsi la cena. I bufali si difendono e le leonesse scappano. Niente cena. Uno spettacolo magnifico. Mi guardo in giro e vedo buona parte dei miei compagni, attaccati alle macchine fotografiche che sparano a mitraglia. La scena finisce e gli animali se ne vanno. E noi tutti a guardare nelle macchine fotografiche elettroniche quello che non abbiamo visto con gli occhi, perché … troppo impegnati a scattare foto. Eravamo nel back-stage e siamo tornati dall’altra parte dello schermo. Potevamo assistere allo “spettacolo dal vivo” e abbiamo avuto bisogno di guardarlo e riprodurlo elettronicamente. Ho capito che non c’è più niente da fare. La natura la amiamo solo se diventa il paesaggio di uno show. E l’esperienza è tale solo se diventa serialmente riproducibile. E quindi non è più un’esperienza, ma solo un codice digitale. Poi torni a casa e pretendi di far vedere a qualcuno quello che vede tutti i giorni su un megaschermo ad alta definizione. Che noia.
Tratto da Malindikenya
Re: Chicco Testa e i "safari show"
L'articolo sopra riportato, da ragione a una mia scelta fatta anni fa.
Ero anchio, come del resto penso tutti quelli che girano per il mondo, un patito della fotografia, allora il digitale non si sapeva neanche che cosa era.
Quindi si andava in giro stracarichi di attrezzatura fotografica, nel mio piccolo ero dotato di due reflex, un automatica a fuoco fisso e una lunga sequela di obiettivi e filtri e amenicoli vari da fare invidia a un fotografo professionista,più una cinecamera.Un giorno nel corso di un mio viaggio in Indonesia ho avuto la possibilità grazie ad una guida compiacente, di assistere ad un funerale con relativa cremazione in un paesino sperduto di quel paese, giunto sul posto ed accolto oserei dire bene da parte della famiglia del defunto cominciai a scattare foto, la particolarità di questi funerali, o quantomeno di questa religione di appartenenza della famiglia prevede una serie di festeggiamenti dal mattino presto fino al tardi pomeriggio dove in gran corteo ci si sposta sino al campo dove avverrà la cerimonia della cremazione, nel frattempo si mangia si beve si festeggia con sottofondo musicale tipico , praticamente è come essere ad una festa campestre, io ero diventato quasi l'ospite d'onore in quanto l'unico straniero presente in quel villaggio la moglie del defunto e tutti i parenti mi trattavano con tutti i riguardi, diciamo che pur senza capire una parola di quello che dicevano mi sentivo proprio a mio agio.
Ma la particolarità di questa cerimonia funebre è che nel momento stesso che il fuoco divampa, e il defunto viene gettato tra le fiamme, la vedova in simbiosi vi si getta anche lei senza proferire ne parole ne nessun urlo di dolore, mentre tutti i partecipanti continuano a ballare e praticamente a festeggiare.Per poi concludere raccogliendo ognuno una manciata di ceneri da tenere come ricordo.
Ebbene nel momento stesso che la vedova si gettava nel fuoco, pur avendo la macchina fotografica pronta, non ho scattato alcuna foto, la scena impressionante mi è rimasta impressa nella mente e vi sta tuttora, non è neanche sbiadita come una foto vecchia, è un ricordo mentale che vale una miriade di album fotografici.
Da allora ho smesso di fare fotografie, perchè o constatato che mentre ti concentri per fare la bella, se viene bene , fotografia, perdi l'attimo importante, che solo la mente puo fotografare e conservare, nel tempo.
Fio
Ero anchio, come del resto penso tutti quelli che girano per il mondo, un patito della fotografia, allora il digitale non si sapeva neanche che cosa era.
Quindi si andava in giro stracarichi di attrezzatura fotografica, nel mio piccolo ero dotato di due reflex, un automatica a fuoco fisso e una lunga sequela di obiettivi e filtri e amenicoli vari da fare invidia a un fotografo professionista,più una cinecamera.Un giorno nel corso di un mio viaggio in Indonesia ho avuto la possibilità grazie ad una guida compiacente, di assistere ad un funerale con relativa cremazione in un paesino sperduto di quel paese, giunto sul posto ed accolto oserei dire bene da parte della famiglia del defunto cominciai a scattare foto, la particolarità di questi funerali, o quantomeno di questa religione di appartenenza della famiglia prevede una serie di festeggiamenti dal mattino presto fino al tardi pomeriggio dove in gran corteo ci si sposta sino al campo dove avverrà la cerimonia della cremazione, nel frattempo si mangia si beve si festeggia con sottofondo musicale tipico , praticamente è come essere ad una festa campestre, io ero diventato quasi l'ospite d'onore in quanto l'unico straniero presente in quel villaggio la moglie del defunto e tutti i parenti mi trattavano con tutti i riguardi, diciamo che pur senza capire una parola di quello che dicevano mi sentivo proprio a mio agio.
Ma la particolarità di questa cerimonia funebre è che nel momento stesso che il fuoco divampa, e il defunto viene gettato tra le fiamme, la vedova in simbiosi vi si getta anche lei senza proferire ne parole ne nessun urlo di dolore, mentre tutti i partecipanti continuano a ballare e praticamente a festeggiare.Per poi concludere raccogliendo ognuno una manciata di ceneri da tenere come ricordo.
Ebbene nel momento stesso che la vedova si gettava nel fuoco, pur avendo la macchina fotografica pronta, non ho scattato alcuna foto, la scena impressionante mi è rimasta impressa nella mente e vi sta tuttora, non è neanche sbiadita come una foto vecchia, è un ricordo mentale che vale una miriade di album fotografici.
Da allora ho smesso di fare fotografie, perchè o constatato che mentre ti concentri per fare la bella, se viene bene , fotografia, perdi l'attimo importante, che solo la mente puo fotografare e conservare, nel tempo.
Fio
Ultima modifica di fio il Sab Giu 06, 2009 4:23 am - modificato 1 volta.
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
Re: Chicco Testa e i "safari show"
Che esperienza Fio!! Hai davvero viaggiato ovunque!!
Bella anche la considerazione finale sulla fotografia!
E' proprio vero che alle volte si perde un sacco di tempo dietro l'obiettivo di telecamere e macchine fotografiche senza vivere a pieno certi momenti..
io per prima faccio fotografie in continuazione quando viaggio e ho riflettuto su questo...credo che seguirò (almeno un pò ) il tuo consiglio fio!!!
...Senza contare che quando viaggiamo in paesi più poveri, noi europei, noi dei paesi più ricchi e sviluppati, facciamo fotografie a bambini, uomini e donne i continuazione (io per prima le farei)!!! Ma poi penso...non mi darebbe fastidio se uno sconosciuto mi fotografasse in faccia mentre cammino per strada??...non vi darebbe fastidio se qualcuno fotografasse i vostri figli??.. avete mai visto un africano, un americano o un turista qualsiasi farvi una foto (apparte i giapponesi che sono una cosa assurda)??anche chiedendo il permesso, anche se i bambini si divertono, credo sia una cosa piutosto invadente e alle volte irrispettosa, soprattutto in situazioni di povertà e dolore!!!
Iaia
Bella anche la considerazione finale sulla fotografia!
E' proprio vero che alle volte si perde un sacco di tempo dietro l'obiettivo di telecamere e macchine fotografiche senza vivere a pieno certi momenti..
io per prima faccio fotografie in continuazione quando viaggio e ho riflettuto su questo...credo che seguirò (almeno un pò ) il tuo consiglio fio!!!
...Senza contare che quando viaggiamo in paesi più poveri, noi europei, noi dei paesi più ricchi e sviluppati, facciamo fotografie a bambini, uomini e donne i continuazione (io per prima le farei)!!! Ma poi penso...non mi darebbe fastidio se uno sconosciuto mi fotografasse in faccia mentre cammino per strada??...non vi darebbe fastidio se qualcuno fotografasse i vostri figli??.. avete mai visto un africano, un americano o un turista qualsiasi farvi una foto (apparte i giapponesi che sono una cosa assurda)??anche chiedendo il permesso, anche se i bambini si divertono, credo sia una cosa piutosto invadente e alle volte irrispettosa, soprattutto in situazioni di povertà e dolore!!!
Iaia
Iaiaa- Utente
- Numero di messaggi : 306
Data d'iscrizione : 18.05.09
Età : 34
Località : na
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