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Green Belt Movement
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Green Belt Movement
In occasione dell'Earth Day del 1977, la professoressa Wangari Maathai piantò sette alberi nel proprio giardino, dando cosi inizio alla campagna ambienalista che in seguito sarebbe diventata famosa con il nome "Green Belt Movement" (Movimento della cintra verde).
Da allora, in tutto il Kenya sono stati piantati più di 30 milioni di alberi e il movimento si è esteso fino a coivolgere una trentina di altri paesi africani. L'obbiettivo principale del moimento consiste nel sensibilizzare le donne, che in Africa rappresentano ben il 70% dei coltivatori, sullo stretto legame che intercorre tra l'erosione dei suoli, la malnutrizione e le malattie, incoraggiando, allo stesso tempo, ogni singlo individuo a piantare "fasce verdi" di alberi e ad allestire vivai, per proteggere l'ambiente in cui si vive e scongiurare l'erosione del suolo.
Maathai, che oggi è viceministro per l'ambiente, ha collaborato con diverse orgnizzazioni internazionali per fare pressioni sul governo kenyota per sensibilizzarlo ai problemi legati all'ambiente, e nel 2004 ha ottenuto il Premio Nobel Per La Pace in seguito alle sue tenaci campagne. Negli anni delle sue battaglie personali e per il suo paese fu continuamente denigrata dal regime di Moi che la definì una minaccia per l'ordine e la sicurezza del paese, tant'è vero che nel corso di quegli anni la professoressa fu più volte malmenata dagli agenti del governo.
La Maathai è tutt'oggi una figura carismatica e il Movimento della cintura verde è tra le organizzazioni ambientalise più importanti del Kenya.
Maathai ha scritto anche un'autobiografia intitolata (in italiano) "Solo il vento mi piegherà". Un libro splendido per la descrizione del paesaggio e della vita in Kenya. Pieno di spunti, curiosità e storia. La storia di un intero paese, la storia di una vita, la storia di una battaglia per l'ambiente ma anche la storia di una lotta contro le discriminazioni e la misogenia che una donna doveva subire in quegli anni, una lotta per la democrazia e la libertà negli anni bui di Daniel arap Moi.
DEFORESTAZIONE
Più della metà delle foreste africane è stata distrutta nel corso del'ultimo secolo.
Ad oggi in Kenya sopravvive solo il 3% delle foreste originarie. L'accaparramento di terre, la produzione di carbone e lo sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli, oltre all'abbattimento illegale di alberi, hanno prodotto nel corso degli anni conseguenze pesanti. Gli anni del colonalismo inglese sono stati decisivi per il cambio di rotta verso lo sfruttamento del suolo.
Ancora oggi milioni di kenyoti possiedono solo legna e carbone come combustibile per cucinare.
E diventa un problema sempre più grave il consumo di pregiati legni duri ad opera degli intagliatori.
FONTE: Lonely Planet
Da allora, in tutto il Kenya sono stati piantati più di 30 milioni di alberi e il movimento si è esteso fino a coivolgere una trentina di altri paesi africani. L'obbiettivo principale del moimento consiste nel sensibilizzare le donne, che in Africa rappresentano ben il 70% dei coltivatori, sullo stretto legame che intercorre tra l'erosione dei suoli, la malnutrizione e le malattie, incoraggiando, allo stesso tempo, ogni singlo individuo a piantare "fasce verdi" di alberi e ad allestire vivai, per proteggere l'ambiente in cui si vive e scongiurare l'erosione del suolo.
Maathai, che oggi è viceministro per l'ambiente, ha collaborato con diverse orgnizzazioni internazionali per fare pressioni sul governo kenyota per sensibilizzarlo ai problemi legati all'ambiente, e nel 2004 ha ottenuto il Premio Nobel Per La Pace in seguito alle sue tenaci campagne. Negli anni delle sue battaglie personali e per il suo paese fu continuamente denigrata dal regime di Moi che la definì una minaccia per l'ordine e la sicurezza del paese, tant'è vero che nel corso di quegli anni la professoressa fu più volte malmenata dagli agenti del governo.
La Maathai è tutt'oggi una figura carismatica e il Movimento della cintura verde è tra le organizzazioni ambientalise più importanti del Kenya.
Maathai ha scritto anche un'autobiografia intitolata (in italiano) "Solo il vento mi piegherà". Un libro splendido per la descrizione del paesaggio e della vita in Kenya. Pieno di spunti, curiosità e storia. La storia di un intero paese, la storia di una vita, la storia di una battaglia per l'ambiente ma anche la storia di una lotta contro le discriminazioni e la misogenia che una donna doveva subire in quegli anni, una lotta per la democrazia e la libertà negli anni bui di Daniel arap Moi.
DEFORESTAZIONE
Più della metà delle foreste africane è stata distrutta nel corso del'ultimo secolo.
Ad oggi in Kenya sopravvive solo il 3% delle foreste originarie. L'accaparramento di terre, la produzione di carbone e lo sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli, oltre all'abbattimento illegale di alberi, hanno prodotto nel corso degli anni conseguenze pesanti. Gli anni del colonalismo inglese sono stati decisivi per il cambio di rotta verso lo sfruttamento del suolo.
Ancora oggi milioni di kenyoti possiedono solo legna e carbone come combustibile per cucinare.
E diventa un problema sempre più grave il consumo di pregiati legni duri ad opera degli intagliatori.
FONTE: Lonely Planet
Iaiaa- Utente
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