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SOMALIA - “All’azione umanitaria occorre accompagnare un’azione politica” dice a Fides l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio
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SOMALIA - “All’azione umanitaria occorre accompagnare un’azione politica” dice a Fides l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio
SOMALIA - “All’azione umanitaria occorre accompagnare un’azione politica” dice a Fides l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio
Mogadiscio -“Non vorrei che la corsa per far fronte all’emergenza umanitaria, necessaria per salvare milioni di persone, nasconda però il problema di fondo, che è la mancanza della struttura statale” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, capitale della Somalia. Oggi, 25 luglio, a Roma si è aperta la riunione di emergenza della FAO sulla gravissima crisi alimentare che ha investito il Corno d’Africa. Il Paese più a rischio è la Somalia, da anni in preda alla guerra civile
“Il problema della Somalia è la mancanza dello Stato - prosegue Mons. Bertin -. Se non si prende atto di questa situazione si continuano a tappare i buchi, senza risolvere il problema. L’azione umanitaria, che deve essere fatta con urgenza, deve essere accompagnata anche da un discorso politico con i responsabili somali. Ne ho incontrati alcuni a Nairobi tre settimane fa - afferma Mons. Bertin -. Ho detto loro che quanto sta accadendo deriva anche dal fatto che non sono riusciti ad esprimere una vera leadership in grado di ricostruire le strutture statali. Si è invece privilegiato l’interesse personale e quello della famiglia o del clan”.
Secondo gli Shabab (gli appartenenti al movimento islamista che si oppongono al governo di Mogadiscio) l’emergenza umanitaria è enfatizzata dall’ONU per creare un pretesto per interferire nella situazione interna della Somalia. Secondo Mons. Bertin “tra gli Shabab vi sono diverse anime. Quella che aveva fatto una dichiarazione a favore del ritorno delle ONG, è più vicina ai clan e si rende conto che la popolazione muore di fame. Vi e poi un’altra componente, più radicale, legata ad un certo contesto internazionale, a cui probabilmente non importa questa tragedia”. “Insomma, gli Shabab non sono così uniti anche se danno l’impressione di essere un movimento unitario” conclude l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio..
Fonte: Agenzia Fides
Mogadiscio -“Non vorrei che la corsa per far fronte all’emergenza umanitaria, necessaria per salvare milioni di persone, nasconda però il problema di fondo, che è la mancanza della struttura statale” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore Apostolico di Mogadiscio, capitale della Somalia. Oggi, 25 luglio, a Roma si è aperta la riunione di emergenza della FAO sulla gravissima crisi alimentare che ha investito il Corno d’Africa. Il Paese più a rischio è la Somalia, da anni in preda alla guerra civile
“Il problema della Somalia è la mancanza dello Stato - prosegue Mons. Bertin -. Se non si prende atto di questa situazione si continuano a tappare i buchi, senza risolvere il problema. L’azione umanitaria, che deve essere fatta con urgenza, deve essere accompagnata anche da un discorso politico con i responsabili somali. Ne ho incontrati alcuni a Nairobi tre settimane fa - afferma Mons. Bertin -. Ho detto loro che quanto sta accadendo deriva anche dal fatto che non sono riusciti ad esprimere una vera leadership in grado di ricostruire le strutture statali. Si è invece privilegiato l’interesse personale e quello della famiglia o del clan”.
Secondo gli Shabab (gli appartenenti al movimento islamista che si oppongono al governo di Mogadiscio) l’emergenza umanitaria è enfatizzata dall’ONU per creare un pretesto per interferire nella situazione interna della Somalia. Secondo Mons. Bertin “tra gli Shabab vi sono diverse anime. Quella che aveva fatto una dichiarazione a favore del ritorno delle ONG, è più vicina ai clan e si rende conto che la popolazione muore di fame. Vi e poi un’altra componente, più radicale, legata ad un certo contesto internazionale, a cui probabilmente non importa questa tragedia”. “Insomma, gli Shabab non sono così uniti anche se danno l’impressione di essere un movimento unitario” conclude l’Amministratore Apostolico di Mogadiscio..
Fonte: Agenzia Fides
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