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Cimitero degli elefanti: un mistero ancora irrisolto
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IL CIMITERO DEGLI ELEFANTI - Gli animali insegnano
IL CIMITERO DEGLI ELEFANTI
Ci sono specie animali che abbandonano i vecchi al proprio destino, perduti in qualche bosco o nelle vastità del mare.
Ci sono specie che sbranano i propri vecchi.
Ci sono specie, come gli elefanti, che vanno a morire in un luogo segreto.
Ci sono specie che non hanno vecchi, perchè nessuno sopravvive alla fine della giovinezza, come gli gnu o le zebre, che finiscono sbranati dai predatori.
Ci sono specie che accudiscono i propri vecchi fino all'ultimo momento.
Non riesco a capire a quale di queste categorie appartenga l'uomo. Prima i vecchi rimanevano nelle famiglie, accuditi per quanto possibile dai familiari, fino alla inevitabile morte. Adesso nei paesi ricchi ci siamo inventati i cimiteri degli elefanti: luoghi, anche belli, dove i vecchi vengono concentrati, e rimangono tra loro. I familiari hanno sopperito in questa maniera alla mancanza di tempo. Ogni tanto vanno a trovarli e per qualche istante i vecchi rivivono il calore familiare.
Il vero dramma però è che chi entra nelle case di riposo sa che non ne uscirà vivo. E' questa la grande contraddizione.
Certo quando si è anziani forse si sente la fine che si avvicina e forse non la si teme più di tanto, ma entrare in un luogo dove si convive con altre persone che hanno con noi l'età come unico punto di vicinanza è veramente terribile. Pensare di morire vicino ai figli, ai nipoti è un pensiero che in qualche modo consola, anche se poi non avviene quasi mai; ma pensare di morire in un posto dove sei circondato da estranei è straniante, desolante e avvilente. Anche se gli estranei spesso sono persone affettuose, caritatevoli, preparate, gentili...
Insomma, una delle conquiste della civiltà occidentale sono i luoghi di concentramento dei vecchi.
FONTE: Vladbad News Center
Ci sono specie animali che abbandonano i vecchi al proprio destino, perduti in qualche bosco o nelle vastità del mare.
Ci sono specie che sbranano i propri vecchi.
Ci sono specie, come gli elefanti, che vanno a morire in un luogo segreto.
Ci sono specie che non hanno vecchi, perchè nessuno sopravvive alla fine della giovinezza, come gli gnu o le zebre, che finiscono sbranati dai predatori.
Ci sono specie che accudiscono i propri vecchi fino all'ultimo momento.
Non riesco a capire a quale di queste categorie appartenga l'uomo. Prima i vecchi rimanevano nelle famiglie, accuditi per quanto possibile dai familiari, fino alla inevitabile morte. Adesso nei paesi ricchi ci siamo inventati i cimiteri degli elefanti: luoghi, anche belli, dove i vecchi vengono concentrati, e rimangono tra loro. I familiari hanno sopperito in questa maniera alla mancanza di tempo. Ogni tanto vanno a trovarli e per qualche istante i vecchi rivivono il calore familiare.
Il vero dramma però è che chi entra nelle case di riposo sa che non ne uscirà vivo. E' questa la grande contraddizione.
Certo quando si è anziani forse si sente la fine che si avvicina e forse non la si teme più di tanto, ma entrare in un luogo dove si convive con altre persone che hanno con noi l'età come unico punto di vicinanza è veramente terribile. Pensare di morire vicino ai figli, ai nipoti è un pensiero che in qualche modo consola, anche se poi non avviene quasi mai; ma pensare di morire in un posto dove sei circondato da estranei è straniante, desolante e avvilente. Anche se gli estranei spesso sono persone affettuose, caritatevoli, preparate, gentili...
Insomma, una delle conquiste della civiltà occidentale sono i luoghi di concentramento dei vecchi.
FONTE: Vladbad News Center
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
Re: Cimitero degli elefanti: un mistero ancora irrisolto
Vi chiederete cosa possa avere a che fare l'argomento postato sopra
in un sito che parla di Africa, indipendentemente, dal comportamento
del regno animali, l'argomento si presta ad un interpretazione che sotto
certi aspetti ha molto da insegnare hai popoli evoluti.
Il popolo africano ha una particolare cultura nei confronti degli anziani o dei vecchi:
in quasi tutte le tribù sono gli anziani che comandano e prendono le grandi decisioni, di norma esiste sempre il gran consiglio degli anziani, il vecchio o la vecchia del villaggio sono i personaggi che tutti ascoltano, non di rado lo stregone è una persona anziana, ec ec ec.
Ma che più colpisce e deve farci pensare, è il grande rispetto che hanno i figli per i padri.
Quando si parla di Africa in tutti i contesti, si sente spesso dire, dal frescone
di turno:"Gli africani non fanno niente tutto il giorno, muoiono di fame sono
solo capaci di mettere al mondo una sfilza di bambini".
Sorvolo sul fattore, non fanno niente, anche perchè chi conosce l'Africa sa che non è vero.
Mentre mi piace soffermermi sull'argomento:mettono al mondo una sfilza di bambini.
E' più che giusto che sia cosi: primo se cosi non fosse con la grande moria che esiste
nei paesi africani la continuità della razza potrebbe avere delle difficoltà.
Secondo, ma solo in ordine di descrizione e non di importanza, i tanti bambini diventeranno
iil sostentamento degli anziani e dei genitori.
Perchè quando da noi si usa dire: un padre è in grado di allevare e mantenere tanti figli, ma tanti figli non sono in grado di mantenere un padre; in Africa non fa testo, ma si assiste al comportamento contrario, quando un genitore invecchia e non è piu in grado di mantenersi, sono
tutti i figli indistintamente che si occupano di lui.
Nelle culture africane i vecchi sono venerati e i bambini sono visti come una sicurezza per la
vecchiaia. La pratica di mandare gli anziani al ricovero è considerata con ripugnanza.
E qui permettetemelo:"L'Africa insegna".
Fio
in un sito che parla di Africa, indipendentemente, dal comportamento
del regno animali, l'argomento si presta ad un interpretazione che sotto
certi aspetti ha molto da insegnare hai popoli evoluti.
Il popolo africano ha una particolare cultura nei confronti degli anziani o dei vecchi:
in quasi tutte le tribù sono gli anziani che comandano e prendono le grandi decisioni, di norma esiste sempre il gran consiglio degli anziani, il vecchio o la vecchia del villaggio sono i personaggi che tutti ascoltano, non di rado lo stregone è una persona anziana, ec ec ec.
Ma che più colpisce e deve farci pensare, è il grande rispetto che hanno i figli per i padri.
Quando si parla di Africa in tutti i contesti, si sente spesso dire, dal frescone
di turno:"Gli africani non fanno niente tutto il giorno, muoiono di fame sono
solo capaci di mettere al mondo una sfilza di bambini".
Sorvolo sul fattore, non fanno niente, anche perchè chi conosce l'Africa sa che non è vero.
Mentre mi piace soffermermi sull'argomento:mettono al mondo una sfilza di bambini.
E' più che giusto che sia cosi: primo se cosi non fosse con la grande moria che esiste
nei paesi africani la continuità della razza potrebbe avere delle difficoltà.
Secondo, ma solo in ordine di descrizione e non di importanza, i tanti bambini diventeranno
iil sostentamento degli anziani e dei genitori.
Perchè quando da noi si usa dire: un padre è in grado di allevare e mantenere tanti figli, ma tanti figli non sono in grado di mantenere un padre; in Africa non fa testo, ma si assiste al comportamento contrario, quando un genitore invecchia e non è piu in grado di mantenersi, sono
tutti i figli indistintamente che si occupano di lui.
Nelle culture africane i vecchi sono venerati e i bambini sono visti come una sicurezza per la
vecchiaia. La pratica di mandare gli anziani al ricovero è considerata con ripugnanza.
E qui permettetemelo:"L'Africa insegna".
Fio
fio- Sostenitore
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Località : Como-Malindi-Africa
Cimitero degli elefanti: un mistero ancora irrisolto
Cimitero degli elefanti: un mistero ancora irrisolto.
Da anni si sente parlare di cimiteri degli elefanti, ossia di luoghi dove i pachidermi andrebbero a morire quasi guidati da uno strano senso di appartenenza al territorio in cui sono nati. Sono stati anche scritti diversi libri in materia, con materiale fotografico e di altro genere raccolto per testimoniare dove si trovino questi misteriosi luoghi, ma nessuno è ancora riuscito a convincere gli zoologi con prove inconfutabili. Di sicuro questi enormi mammiferi, che dominano la savana africana senza temere i feroci branchi di leoni e di iene, hanno un rapporto particolarissimo con la morte e sembrano vegliare i loro simili gravemente feriti fino al momento del trapasso.
Le prime voci sui cimiteri degli elefanti provengono dalle tribù autoctone di cacciatori, come i Masai in Kenia e Tanzania. Raccontavano che tutti gli elefanti, quando era giunta la loro ora, tornavano nel luogo in cui erano nati per morire e che questi luoghi impervi fossero gli stessi da secoli. Tanti furono allora cacciatori o avventurieri che si lanciarono nella ricerca dei presunti cimiteri, alcuni per curiosità, altri bramando di trovare una miniera di avorio da trafficare.
Ma mai nessuno è riuscito a scovare questi luoghi o, se lo ha fatto, non se ne ha notizia. E’ stato invece provato e accertato lo stranissimo rapporto con la morte di questi pachidermi: gli elefanti si stringono sempre intorno ai compagni morenti, sforzandosi di sostenerli fino alla fine, quasi volessero prolungare ancora la sua vita. Inoltre quasi sempre, quando un elefante muore, gli altri ne ricoprono il corpo con foglie e rami, come se volessero dargli una degna sepoltura. Quest’ultimo comportamento è stato spiegato da alcuni etologi come una semplice strategia evolutiva per evitare il diffondersi di virus e malattie attraverso l’esposizione dei cadaveri all’aria aperta. Gli elefanti sono i mammiferi più grandi della terra e il loro unico nemico naturale è l’uomo, così come avviene per i mammiferi più grandi degli oceani, le balene.
La ricercatrice Rennie Bere, nel suo libro ‘The African Elephant’, ha descritto l’episodio di una femmina di elefante che si rifiutò di abbandonare il cadavere del suo piccolo, trasportandolo per giorni sulle proprie zanne. Uno dei sovraintendenti parco nazionale di Aberdares. Bill Woodley, raccontò di aver osservato elefanti difendere per tre giorni un loro compagno ucciso dai bracconieri.
Le località dei cimiteri degli elefanti rimangono quindi un segreto, e forse è meglio così, per conservare intatto un comportamento tanto misterioso quanto quasi umano. Oltre che negli elefanti, comportamenti di solidarietà verso i propri simili feriti o morenti sono stati infatti registrati anche in altri animali più comuni, come cani e gatti. Potremmo quindi abbandonare una visione troppo antropocentrica per ammettere che anche i nostri amici a quattro zampe potrebbero mostrare qualcosa di simile ai nostri sentimenti.
Pubblicato da Nicola Figlioli il 23/03/2011 in: Animali
Fonte: http://attualita.tuttogratis.it
Da anni si sente parlare di cimiteri degli elefanti, ossia di luoghi dove i pachidermi andrebbero a morire quasi guidati da uno strano senso di appartenenza al territorio in cui sono nati. Sono stati anche scritti diversi libri in materia, con materiale fotografico e di altro genere raccolto per testimoniare dove si trovino questi misteriosi luoghi, ma nessuno è ancora riuscito a convincere gli zoologi con prove inconfutabili. Di sicuro questi enormi mammiferi, che dominano la savana africana senza temere i feroci branchi di leoni e di iene, hanno un rapporto particolarissimo con la morte e sembrano vegliare i loro simili gravemente feriti fino al momento del trapasso.
Le prime voci sui cimiteri degli elefanti provengono dalle tribù autoctone di cacciatori, come i Masai in Kenia e Tanzania. Raccontavano che tutti gli elefanti, quando era giunta la loro ora, tornavano nel luogo in cui erano nati per morire e che questi luoghi impervi fossero gli stessi da secoli. Tanti furono allora cacciatori o avventurieri che si lanciarono nella ricerca dei presunti cimiteri, alcuni per curiosità, altri bramando di trovare una miniera di avorio da trafficare.
Ma mai nessuno è riuscito a scovare questi luoghi o, se lo ha fatto, non se ne ha notizia. E’ stato invece provato e accertato lo stranissimo rapporto con la morte di questi pachidermi: gli elefanti si stringono sempre intorno ai compagni morenti, sforzandosi di sostenerli fino alla fine, quasi volessero prolungare ancora la sua vita. Inoltre quasi sempre, quando un elefante muore, gli altri ne ricoprono il corpo con foglie e rami, come se volessero dargli una degna sepoltura. Quest’ultimo comportamento è stato spiegato da alcuni etologi come una semplice strategia evolutiva per evitare il diffondersi di virus e malattie attraverso l’esposizione dei cadaveri all’aria aperta. Gli elefanti sono i mammiferi più grandi della terra e il loro unico nemico naturale è l’uomo, così come avviene per i mammiferi più grandi degli oceani, le balene.
La ricercatrice Rennie Bere, nel suo libro ‘The African Elephant’, ha descritto l’episodio di una femmina di elefante che si rifiutò di abbandonare il cadavere del suo piccolo, trasportandolo per giorni sulle proprie zanne. Uno dei sovraintendenti parco nazionale di Aberdares. Bill Woodley, raccontò di aver osservato elefanti difendere per tre giorni un loro compagno ucciso dai bracconieri.
Le località dei cimiteri degli elefanti rimangono quindi un segreto, e forse è meglio così, per conservare intatto un comportamento tanto misterioso quanto quasi umano. Oltre che negli elefanti, comportamenti di solidarietà verso i propri simili feriti o morenti sono stati infatti registrati anche in altri animali più comuni, come cani e gatti. Potremmo quindi abbandonare una visione troppo antropocentrica per ammettere che anche i nostri amici a quattro zampe potrebbero mostrare qualcosa di simile ai nostri sentimenti.
Pubblicato da Nicola Figlioli il 23/03/2011 in: Animali
Fonte: http://attualita.tuttogratis.it
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
dolcemagic- Sostenitore
- Numero di messaggi : 1817
Data d'iscrizione : 23.10.09
Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
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