Todomondo affondato

Una due diligence sbagliata costerà le vacanze a oltre 5mila clienti di Todomondo, il tour operator online, con sede a Gallarate, nato da una costola di Teorema, che ieri ha annunciato la sospensione di tutte le partenze. «Non sappiamo se e quando riusciremo a risolvere la situazione» dice Luigi Capello, numero uno del fondo di private equity Ia Partners, azionista di riferimento della società.
Sempre ieri la provincia di Varese ha revocato la licenza all'agenzia di viaggi, «ma l'iter era già stato avviato da qualche giorno».
Quella di Todomondo è una storia lunga, all'insegna delle difficoltà.
Pochi giorni fa l'amministratore delegato di Todomondo, Alessandro Scotti, figlio di Vittoriano, ex proprietario di Teorema, è stato sollevato dall'incarico. «Siamo stati truffati – rilancia Capello –.
Abbiamo rilevato da Alessandro Scotti un'azienda che sembrava sana e invece era carica di debiti». Ia Partners adesso ha affidato a una società esterna la valutazione dello stato dei conti e ha garantito il ritorno ai clienti già in viaggio: «Quando la situazione sarà più chiara – prosegue il manager – decideremo se ricapitalizzare e rimborsare tutti o procedere al fallimento concordato.
Di certo si tratta di un buco non inferiore a 5 milioni di euro.
Eppure quando il fondo iniziò la due diligence, l'operazione sembrava interessante: Todomondo aveva chiuso il 2008 con 68 milioni di fatturato, numeri confermati anche dai primi tre mesi dell'anno. «E poi Alessandro Scotti ce lo aveva presentato Banca Imi – continua Capello – che però non ha avuto alcun ruolo nell'operazione.
Noi siamo stati seguiti da PriceWaterhouseCoopers».
Insomma le credenziali erano davvero ottime e il deal si è chiuso in fretta, a tempo di record. Anche perché Ia Partners aveva già un veicolo pronto da utilizzare: la C.d.c. di Genova «attraverso cui abbiamo fatto l'operazione».
Peccato che nessuno abbia avuto il tempo di esaminare le attività passate di Scotti, un imprenditore milanese di 32 anni,che ieri, interpellato, non ha voluto rispondere..
FONTE: ANSA

Todomondo, purtroppo, non ha lasciato a terra solo passeggeri....
ma ha coinvolto pure alberghi
Vi faccio un copia incolla di quello che scrive, su un noto sito di viaggi, una persona
che ha un hotel in Kenya

Gli hotel prima danno il servizio, e poi hanno il pagamento se sono fortunati dopo 60 gg altrimenti 90-120.
Oltre che rischiare il fallimento come nel mio caso, visto che mi ritrovo a stagione appena iniziata con l'hotel praticamente vuoto, e 95 famiglie keniote senza lavoro.
Ora devo investire, comprare voli fare pubblicità e pregare, ma i clienti da natale ad aprile hanno mangiato , dormito, hanno avuto transfer, ho pagato luce, tasse, stipendi..............
quindi , niente soldi in anticipo, e nessun fondo di garanzia!

Già ci sono problemi in Kenya...se poi si aggiungono anche questi dove molte famiglia
vi lavorano
Todomondo dovevano farlo fallire più di un anni fà....già nel 2008 c'erano problemi !

Quando la barca affonda, personalissime osservazioni

Quando la barca affonda, i topi sono i primi a scappare, per paradosso facciamo un paragone,I topi: proprietari o pseudo tali dei tour operator;i marinai i proprietari delle agenzie di viaggio;il comandante: tutti quei clienti che dopo avre pagato si ritrovano senza vacanza e senza soldi.
Rumorii, brusii che la saggezza popolare sintetizza così: se tuona da qualche parte piove. E piove infatti, piove in piena stagione estiva. La crisi non più tanto psicologica sembra infierire con più che tangibile concretezza sullo stato di salute generale del turismo italiano. E non sembra avere fine, alcuni italiani si ritrovano ostaggi di albergatori, italianissimi anche loro, che non li accettano perché l'operatore non paga, ma loro hanno pagato l'agenzia di viaggio che pure ha pagato il tour operator.
I sintomi dell'emergenza ci sono tutti e si moltiplicano i comunicati, fallimenti, chiusure di villaggi, sospensione dei voli ec ec, e questa situazione cancella definitivamente dall'estate degli italiani nomi e prenotazioni.Prenotazioni che odorano di viaggi andati in fumo. Parecchie le destinazioni che non sono più operative per motivi finanziari, commerciali e mancanza di supporti finanziari,da parte degli istituti di credito,
unitamente alla contrazione dei consumi.
Crisi globale quindi, finanziaria e internazionale, dei consumi e dei costumi, praticamente? Quanti italiani dovranno cambiar meta, sistemazione al momento? Circa 800 posti letto, a settimana, al mese? Forse al mese, quindi circa 3000 individui, neanche tantissimi, che però non saranno contenti di finire altrove rispetto alla prenotazione oppure rimetterci i soldi.Questo quando va abbastanza bene, se va male, tutto sospeso e il cliente si lecca le ferite.
Comunque i nostri sfortunati viaggiatori hanno prenotato una vacanza da catalogo in agenzia o in internet, al supermercato o al dopolavoro ministeriale e dovranno tornare dove hanno prenotato e ricominciare tutto dall'inizio.
In tutta questa questione di certo rimane che: il topo senz'altro salirà su un'altra barca,
il marinaio sarà rimborsato dal fondo di sicurezza delle agenzie turistiche, il capitano, sarà l'unico a pagare, o non prendendo più i soldi della prenotazione oppure forse prendendoli tra parecchi anni.
Nel frattempo per questa estate non gli rimane altro che piantare un ombrellone in una spiaggia libera con la fetta di coccomero in mano e un panino nell'altra..
Fio

Fiooo...ho un solo commento (molto off topic): Come scrivi bene!!

Fiooooo le fontiiiii!!!!!!!!!! altro che personalissima opinione...

ilmattino

Il post in questione, non è quello che ha pubblicato il Mattino e il Messaggero tempo fa, confrontandolo si evidenziano notevoli differenze.
Il prendere degli spunti da articoli scritti da altri è fattibile e la deontologia
giornalistica non prevede l'obbligo di citarne le fonti.
Questo per chiarezza.
Fio