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Chi sono i cosiddetti Mungiki?
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Chi sono i cosiddetti Mungiki?
Molti in Kenya si fanno queste domande: chi sono i cosiddetti Mungiki? Da dove vengono? Dove hanno le lori basi di azione specialmente in questo tempo? Come si relazionano con la gente, con i governi locali e con quello nazionale? Che tipo di religiosità hanno o sono un movimento ateo, senza nessun principio religioso o addirittura sono contrari ai principi religiosi? Domande che lasciano tutti perplessi, e forse anche con un senso di disperazione, vedendo la rapidità del loro sviluppo, la potenza della loro presenza e, ultimamente, la crudeltà delle loro azioni.
Mungiki è una setta politico-religiosa e organizzazione criminale messa al bando dal governo del Kenia. Il nome significa "gente unita" o "moltitudine" nella lingua kikuyu. Questa fede, che è iniziata verso la fine degli anni 80, è segreta ed ha una certa somiglianza con le religioni misteriche. L'origine e la dottrina sono poco chiare.
Supportano un ritorno alle tradizioni e rifiutano l'occidentalizzazione e tutti gli effetti provocati dal colonialismo. Vogliono infatti ritornare alla vita tribale come esisteva culturalmente prima della colonizzazione. Ciò include anche il rifiuto della cristianità e la pratica forzata della circoncisione femminile. L'ideologia del gruppo è caratterizzata da una retorica rivoluzionaria e dal rigetto di tutti i tipi di modernizzazione sociale in atto in Kenya.
Secondo uno dei fondatori del movimento, il gruppo iniziò le sue attvità negli ultimi anni 80 come milizia locale atta a proteggere i contadini Kikuyu nel corso delle dispute con i Masai e con le forze governative. I fondatori modellarono il gruppo sulla base dei combattenti Mau Mau che lottarono contro le forze coloniali britanniche. In campagna potevano regnare senza tanti fastidi. Le gente sapeva chi erano, e sapeva come comportarsi di fronte alle loro domande. In quelle zone loro apparivano come benefattori perché provvedevano ai servizi essenziali come l’acqua, la luce; si erigevano a difensori dei deboli, a sostegno dei poveri, contro la corruzione del governo locale e dei proprietari terrieri. Quelli che li accettavano anche solo per convenienza, erano protetti e sembrava avessero una certa sicurezza, ma in realtà dovevano pagare per qualsiasi cosa ricevevano dai Mungiki e diventavano pian piano i loro sudditi. Chi resisteva, veniva ucciso crudelmente e senza misericordia, perché i Mungiki sapevano che chi li seguiva non li avrebbe mai denunciati mentre chi era contrario diventava muto come una tomba. Erano anche convinti che il governo li lasciasse fare, facendo finta di ignorare le loro azioni se queste non avevano ripercussioni nazionali o internazionali.
Col passare del tempo, i Mungiki si accorsero che se fossero rimasti in campagna la loro influenza, ricchezza e potenza non sarebbe emersa a livello nazionale. Per cui decisero di installarsi nelle città.
Durante gli anni 90, il gruppo migrò in Nairobi e cominciò a dominare nel campo dei trasporti, in particolare dei matatu (taxi privati). In questo periodo cominciò a formarsi l'ossatura del gruppo in cellule operative. Ogni cellula constava di 50 membri ed era divisa in 5 plotoni. Tramite le basi economiche formatesi con la gestione dei matatu, il gruppo si mosse poi verso altre aree commerciali, molto remunerative, quali lo smaltimento dei rifiuti, l'edilizia, e verso attività illegali, prima fra tutte il racket e le violenze a sfondo etnico.
Mungiki opera quasi esclusivamente nell'area di Mathare, la seconda più grande baraccopoli di Nairobi, dove povertà e crimine dilagano. Da un articolo dell'agenzia Inter Press Service si è saputo che la rete di Mungiki si basa su un numero indecifrato di gang di strada collegate fra loro. Tutti i cittadini della baraccopoli pagano una somma di denaro all'organizzazione in cambio di protezione contro i ladri e danni alle cose. Inoltre il gruppo gestisce i bagni pubblici e richiede una tassa per l'uso degli stessi. La mancanza di un effettivo controllo delle forze governative ha facilitato la diffusione e l'influenza sul territorio dell'organizzazione.
Nel 2002 più di 50 persone morirono in scontri causati da disaccordi tra la setta e i conducenti dei matatus nella sola Nairobi. Nel 2002 la setta fu messa al bando e nel febbraio 2003 il gruppo risalì alla ribalta delle cronache dopo violenti scontri con la polizia che provocarono due morti tra le forze dell'ordine e 74 tra gli esponenti del gruppo. Nel giugno del 2007 Mungiki si rese responsabile di una serie di omicidi di conducenti di matatu e di oppositori della setta di varia natura. Questo portò alla risposta delle forze di sicurezza keniote in tutta l'area di Mathare. L'operazione di polizia provocò più di cento vittime.
Secondo alcune fonti investigative poco chiare, Mungiki ha collegamenti con la vecchia Kenya African National Union e con alcuni membri del parlamento keniota. A causa dell'estrema segretezza delle pratiche dell'organizzazione, ancora poco si conosce su di essa e sui suoi membri.
Fonti: Wikipedia e www.ismico.org
Mungiki è una setta politico-religiosa e organizzazione criminale messa al bando dal governo del Kenia. Il nome significa "gente unita" o "moltitudine" nella lingua kikuyu. Questa fede, che è iniziata verso la fine degli anni 80, è segreta ed ha una certa somiglianza con le religioni misteriche. L'origine e la dottrina sono poco chiare.
Supportano un ritorno alle tradizioni e rifiutano l'occidentalizzazione e tutti gli effetti provocati dal colonialismo. Vogliono infatti ritornare alla vita tribale come esisteva culturalmente prima della colonizzazione. Ciò include anche il rifiuto della cristianità e la pratica forzata della circoncisione femminile. L'ideologia del gruppo è caratterizzata da una retorica rivoluzionaria e dal rigetto di tutti i tipi di modernizzazione sociale in atto in Kenya.
Secondo uno dei fondatori del movimento, il gruppo iniziò le sue attvità negli ultimi anni 80 come milizia locale atta a proteggere i contadini Kikuyu nel corso delle dispute con i Masai e con le forze governative. I fondatori modellarono il gruppo sulla base dei combattenti Mau Mau che lottarono contro le forze coloniali britanniche. In campagna potevano regnare senza tanti fastidi. Le gente sapeva chi erano, e sapeva come comportarsi di fronte alle loro domande. In quelle zone loro apparivano come benefattori perché provvedevano ai servizi essenziali come l’acqua, la luce; si erigevano a difensori dei deboli, a sostegno dei poveri, contro la corruzione del governo locale e dei proprietari terrieri. Quelli che li accettavano anche solo per convenienza, erano protetti e sembrava avessero una certa sicurezza, ma in realtà dovevano pagare per qualsiasi cosa ricevevano dai Mungiki e diventavano pian piano i loro sudditi. Chi resisteva, veniva ucciso crudelmente e senza misericordia, perché i Mungiki sapevano che chi li seguiva non li avrebbe mai denunciati mentre chi era contrario diventava muto come una tomba. Erano anche convinti che il governo li lasciasse fare, facendo finta di ignorare le loro azioni se queste non avevano ripercussioni nazionali o internazionali.
Col passare del tempo, i Mungiki si accorsero che se fossero rimasti in campagna la loro influenza, ricchezza e potenza non sarebbe emersa a livello nazionale. Per cui decisero di installarsi nelle città.
Durante gli anni 90, il gruppo migrò in Nairobi e cominciò a dominare nel campo dei trasporti, in particolare dei matatu (taxi privati). In questo periodo cominciò a formarsi l'ossatura del gruppo in cellule operative. Ogni cellula constava di 50 membri ed era divisa in 5 plotoni. Tramite le basi economiche formatesi con la gestione dei matatu, il gruppo si mosse poi verso altre aree commerciali, molto remunerative, quali lo smaltimento dei rifiuti, l'edilizia, e verso attività illegali, prima fra tutte il racket e le violenze a sfondo etnico.
Mungiki opera quasi esclusivamente nell'area di Mathare, la seconda più grande baraccopoli di Nairobi, dove povertà e crimine dilagano. Da un articolo dell'agenzia Inter Press Service si è saputo che la rete di Mungiki si basa su un numero indecifrato di gang di strada collegate fra loro. Tutti i cittadini della baraccopoli pagano una somma di denaro all'organizzazione in cambio di protezione contro i ladri e danni alle cose. Inoltre il gruppo gestisce i bagni pubblici e richiede una tassa per l'uso degli stessi. La mancanza di un effettivo controllo delle forze governative ha facilitato la diffusione e l'influenza sul territorio dell'organizzazione.
Nel 2002 più di 50 persone morirono in scontri causati da disaccordi tra la setta e i conducenti dei matatus nella sola Nairobi. Nel 2002 la setta fu messa al bando e nel febbraio 2003 il gruppo risalì alla ribalta delle cronache dopo violenti scontri con la polizia che provocarono due morti tra le forze dell'ordine e 74 tra gli esponenti del gruppo. Nel giugno del 2007 Mungiki si rese responsabile di una serie di omicidi di conducenti di matatu e di oppositori della setta di varia natura. Questo portò alla risposta delle forze di sicurezza keniote in tutta l'area di Mathare. L'operazione di polizia provocò più di cento vittime.
Secondo alcune fonti investigative poco chiare, Mungiki ha collegamenti con la vecchia Kenya African National Union e con alcuni membri del parlamento keniota. A causa dell'estrema segretezza delle pratiche dell'organizzazione, ancora poco si conosce su di essa e sui suoi membri.
Fonti: Wikipedia e www.ismico.org
Iaiaa- Utente
- Numero di messaggi : 306
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Località : na
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