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Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
4 partecipanti
Pagina 1 di 1
Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Tre anni dopo un Kenya dissanguato dalle violenze post-elettorali del 2008, ci sono ancora mercanti di odio e paure, nonostante gli sforzi fatti per riunire le comunità rivali.
E' in crescita la negatività tra le etnie. Le irrisolte ingiustizie storiche e l'odio etnico sono per lo più da biasimare per il lento processo di guarigione nazionale, dicono gli analisti.
Il Presidente della coesione nazionale e l'integrazione della Commissione: Mzalendo Kibunjia riconosce la situazione rimasta tossica.
"La maggior parte dei keniani dice mai più alla violenza, ma pochi leader hanno ancora voglia di fare politica,con un passato impegnato ad incitare la gente su base etnica, razza e religione", ha detto in un'intervista.
Kibunjia ha espresso disappunto contro a quei politici che continuano a giocare carte tribali, una mossa che lui descrive come una battuta d'arresto contro gli sforzi della sua commissione impegnata, per promuovere la pace e l'unità nazionale.
Peter Kamuyu, direttore esecutivo del Centro di Sicar, dice che la tendenza ai conflitti etnici è preoccupante.
"Vi sono crescenti prove anche dove il conflitto è stato sottomesso: traumi psicologici lasciati alle spalle sono raramente guariti, soprattutto tra i bambini e le donne," dice.
In una recente pubblicazione: povertà, disuguaglianza e conflitto in Kenya, Kamuyu dice che vanno oltre l'odio etnico, il peggioramento dei livelli di povertà e il fallimento del governo per attutire i cittadini contro le repressioni economiche sono alcuni dei fattori che hanno messo il paese in una zona pericolosa di conflitto.
Ferite ancora fresche
Le ostilità del governo di fronte a quanto si è cercato per dare terra per il reinsediamento di migliaia di sfollati interni è la prova che le ferite non sono rimarginate.
Gli sfollati sono stati respinti a Narok, Muhoroni e regioni Coast dove i locali hanno detto che non avrebbe vissuto con loro.
"Le ferite inflitte dalle scaramucce del passato tribale e le violenze elettorali sono ancora freschi. Non c'è guarigione. I semi della discordia piantati dai politici hanno germogliato. Non ci sarà la riconciliazione fino a quando il governo non sarà in grado di risolvere i problemi causati dalla violenza", ha detto P. Kimutai.
E il signor Chris Owala, un coordinatore regionale con i Partner per la Pace, un consorzio di organizzazioni che lavorano per una pace sostenibile in Nyanza, Western e la Rift Valley Province, dice che vi sono infiltrazioni di armi leggere nel Paese e la povertà svolge un ruolo di primo piano nel fomentare i conflitti.
E aggiunge: "Gli attuali meccanismi di costruzione della pace non sono sostenibili, la mancanza dell' indipendenza, la capacità o la visibilità, sono contro al ruolo per affermare un piano in risposta ai conflitti."
Il politologo Walter Oyugi, ha scritto sul conflitto in Kenya, pubblicato sul giornale africano di Scienze Politiche: "Ci sono prove in cui è emerso che dietro al conflitto etnico in Africa, vi è sempre stata macchinazione politiche alle spalle"..
Fonte:The Standard
Tre anni dopo un Kenya dissanguato dalle violenze post-elettorali del 2008, ci sono ancora mercanti di odio e paure, nonostante gli sforzi fatti per riunire le comunità rivali.
E' in crescita la negatività tra le etnie. Le irrisolte ingiustizie storiche e l'odio etnico sono per lo più da biasimare per il lento processo di guarigione nazionale, dicono gli analisti.
Il Presidente della coesione nazionale e l'integrazione della Commissione: Mzalendo Kibunjia riconosce la situazione rimasta tossica.
"La maggior parte dei keniani dice mai più alla violenza, ma pochi leader hanno ancora voglia di fare politica,con un passato impegnato ad incitare la gente su base etnica, razza e religione", ha detto in un'intervista.
Kibunjia ha espresso disappunto contro a quei politici che continuano a giocare carte tribali, una mossa che lui descrive come una battuta d'arresto contro gli sforzi della sua commissione impegnata, per promuovere la pace e l'unità nazionale.
Peter Kamuyu, direttore esecutivo del Centro di Sicar, dice che la tendenza ai conflitti etnici è preoccupante.
"Vi sono crescenti prove anche dove il conflitto è stato sottomesso: traumi psicologici lasciati alle spalle sono raramente guariti, soprattutto tra i bambini e le donne," dice.
In una recente pubblicazione: povertà, disuguaglianza e conflitto in Kenya, Kamuyu dice che vanno oltre l'odio etnico, il peggioramento dei livelli di povertà e il fallimento del governo per attutire i cittadini contro le repressioni economiche sono alcuni dei fattori che hanno messo il paese in una zona pericolosa di conflitto.
Ferite ancora fresche
Le ostilità del governo di fronte a quanto si è cercato per dare terra per il reinsediamento di migliaia di sfollati interni è la prova che le ferite non sono rimarginate.
Gli sfollati sono stati respinti a Narok, Muhoroni e regioni Coast dove i locali hanno detto che non avrebbe vissuto con loro.
"Le ferite inflitte dalle scaramucce del passato tribale e le violenze elettorali sono ancora freschi. Non c'è guarigione. I semi della discordia piantati dai politici hanno germogliato. Non ci sarà la riconciliazione fino a quando il governo non sarà in grado di risolvere i problemi causati dalla violenza", ha detto P. Kimutai.
E il signor Chris Owala, un coordinatore regionale con i Partner per la Pace, un consorzio di organizzazioni che lavorano per una pace sostenibile in Nyanza, Western e la Rift Valley Province, dice che vi sono infiltrazioni di armi leggere nel Paese e la povertà svolge un ruolo di primo piano nel fomentare i conflitti.
E aggiunge: "Gli attuali meccanismi di costruzione della pace non sono sostenibili, la mancanza dell' indipendenza, la capacità o la visibilità, sono contro al ruolo per affermare un piano in risposta ai conflitti."
Il politologo Walter Oyugi, ha scritto sul conflitto in Kenya, pubblicato sul giornale africano di Scienze Politiche: "Ci sono prove in cui è emerso che dietro al conflitto etnico in Africa, vi è sempre stata macchinazione politiche alle spalle"..
Fonte:The Standard
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
ricordo ancora come fosse ieri
Many- Amico del forum
- Numero di messaggi : 233
Data d'iscrizione : 10.05.09
Età : 48
Località : il mondo
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Purtroppo io non ero ancora catapultata in " Kenya", ma posso capire le ferite che hanno lasciato e....seppur cicatrizzate, penso che siano ferite che mai si rimargineranno definitivamente....non lo so, dite quello che volete, ma solo nel guardare le foto trovo "dolore" negli occhi di quelle persone. Fin quando mi sarà possibile sarò sempre "dalla loro parte"!!!!
Cinzia
Cinzia
dolcemagic- Sostenitore
- Numero di messaggi : 1817
Data d'iscrizione : 23.10.09
Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Io ero lì, me lo son vissuto con loro.......ma mentre all'inizio poco mi rendevo conto e non capivo le preoccupazioni dei miei genitori che dicevano di vedere scene orribili all tv e mi chiedevano di tornare a casa, verso la fine quando scarseggiava la benzina e i rifornimenti alimentari, e si faticava a trovar le ricariche per i telefoni ho iniziato a percepire il pericolo; quel viaggio verso l'areoporto è stato pieno di ansie e preoccupazioni per ogni persona intravista in lontananza sul ciglio della strada e il più lungo della mia vita!
Many- Amico del forum
- Numero di messaggi : 233
Data d'iscrizione : 10.05.09
Età : 48
Località : il mondo
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Manu....onestamente non ricordo le informazioni che davano in Tv in quel periodo, ma posso immaginare la preoccupazione che hai avuto. Mi togli una curiosità, perchè dicono ( a parere dei direttori dei villaggi...) che lungo la costa non si è percepito il disagio, e che i turisti non si sono accorti di nulla, mentre.....come hai raccontato i disagi c'erano, eccome se c'erano!!!
Vedi..fanno sempre filtrare le notizie che più piacciono!!!
Vedi..fanno sempre filtrare le notizie che più piacciono!!!
dolcemagic- Sostenitore
- Numero di messaggi : 1817
Data d'iscrizione : 23.10.09
Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Certo chi era all'interno dei villaggi non si è accorto di nulla
riporto uno stralcio del mio diario di quei giorni per rendere l'idea di cosa io ho percepito:
".....Dopo il Natale tutti aspettano intrepidi la fine dell’anno ma a tormentare gli animi ci sono le elezioni presidenziali del 27 dicembre, tutto il mondo è paese, i voti si comprano anche qui... il giorno seguente tutti aspettano i risultati che invece tardano ad arrivare e quella lunga attesa dà vita ad un vociare preoccupato e pessimista, si ipotizzano brogli e caos, di lì a tre giorni è la realtà...
La maggior parte del popolo keniano sperava in un nuovo presidente, in un nuovo governo, in una nuova speranza; le statistiche incoraggiavano le loro speranze per un futuro nuovo, poi una mattina ci svegliamo e a sorpresa con la riconferma del vecchio presidente scoppia il caos più totale. La nostra zona fortunatamente è tranquilla, ma da lontano, dagli slum di Nairobi e Mombasa ci arrivano notizie terrificanti; notizie che ci arrivano perlopiù dall’Italia perché ad un certo punto la tv è stata oscurata. Complici i sette giorni di festa tra il Natale, le elezioni e il Capodanno qui cominciano a scarseggiare il carburante ed altri prodotti portati dalla capitale, le poche cose che si trovano vengono vendute a prezzi maggiorati...è l’inizio di una brutta storia, con un brutto futuro.
Dopo un paio di giorni arrivano i rifornimenti di carburante, ma i prezzi continuano a salire ed il peggio non è certo per noi che maneggiamo gli euro.
Un pacchetto di farina per la polenta, alimento fondamentale del popolo keniano che fino ad allora costava 40 ksh, ora è arrivato a 60ksh, è un rialzo enorme e chi già faticava a procurarsi il cibo, ora fa ancora più fatica, e il digiuno sarà ancora una costante per troppi...
La gente corre a far le scorte per paura del peggio...c’è un peggio?!?!
Dall’Italia continuavano ad arrivare notizie tragiche, i turisti sulla costa iniziano a scalpitare per andarsene anche se nei luoghi di villeggiatura tra Malindi e Watamu non succede nulla che possa far pensare a pericoli, tranne una piccala manifestazione in cui mi sono imbattuta una mattina su Lamu Road.....e non mi ha fatto star tranquilla.
Siamo giunti ai primi di gennaio, gli aeroporti si congestionano ed è il semicaos, ci arrivano voci di aeroporti chiusi, ma nella realtà i voli arrivano;
della necessità di essere scortati dalla polizia lungo la strada per l' aeroporto. I transfert dei resort hanno organizzato convogli scortati dalla polizia, questo mi inquieta un po' anche perchè io non sono in Hotel e dovrò organizzare il mio rientro da sola, e poi da un paio di giorni è finita la benzina, come si raggiungerà Mombasa????
è arrivato il giorno della mia partenza, qualche distributore ritorna a distribuire carburante, ed io arrivo a Mombasa in macchina solo con il driver, di solito lungo il tragitto dormo.....questa volta ad ogni ombra sul ciglio della strada pregavo dio che tutto andasse bene e così è stato. Arrivata a Nairobi ho trovato il caos......mai visto l'aeroporto con così tanta gente, si capiva che molti erano lì almeno dal giorno prima.....
Il mio volo è partito con un po' di ritardo ma sono arrivata a casa.......
Un pensiero speciale a Rehema e Patrik che il 21 dicembre si sono presentati a casa mia e sono stati i miei angioletti custodi per tutta la mia permanenza e un augurio che i loro sogni per diventare grandi e belle persone in grado di aiutare il loro paese possano avverarsi; e a tutti quegli occhi tristi, preoccupati, senza speranza che ho incrociato, e anche a tutti quelli che non ho visto."
riporto uno stralcio del mio diario di quei giorni per rendere l'idea di cosa io ho percepito:
".....Dopo il Natale tutti aspettano intrepidi la fine dell’anno ma a tormentare gli animi ci sono le elezioni presidenziali del 27 dicembre, tutto il mondo è paese, i voti si comprano anche qui... il giorno seguente tutti aspettano i risultati che invece tardano ad arrivare e quella lunga attesa dà vita ad un vociare preoccupato e pessimista, si ipotizzano brogli e caos, di lì a tre giorni è la realtà...
La maggior parte del popolo keniano sperava in un nuovo presidente, in un nuovo governo, in una nuova speranza; le statistiche incoraggiavano le loro speranze per un futuro nuovo, poi una mattina ci svegliamo e a sorpresa con la riconferma del vecchio presidente scoppia il caos più totale. La nostra zona fortunatamente è tranquilla, ma da lontano, dagli slum di Nairobi e Mombasa ci arrivano notizie terrificanti; notizie che ci arrivano perlopiù dall’Italia perché ad un certo punto la tv è stata oscurata. Complici i sette giorni di festa tra il Natale, le elezioni e il Capodanno qui cominciano a scarseggiare il carburante ed altri prodotti portati dalla capitale, le poche cose che si trovano vengono vendute a prezzi maggiorati...è l’inizio di una brutta storia, con un brutto futuro.
Dopo un paio di giorni arrivano i rifornimenti di carburante, ma i prezzi continuano a salire ed il peggio non è certo per noi che maneggiamo gli euro.
Un pacchetto di farina per la polenta, alimento fondamentale del popolo keniano che fino ad allora costava 40 ksh, ora è arrivato a 60ksh, è un rialzo enorme e chi già faticava a procurarsi il cibo, ora fa ancora più fatica, e il digiuno sarà ancora una costante per troppi...
La gente corre a far le scorte per paura del peggio...c’è un peggio?!?!
Dall’Italia continuavano ad arrivare notizie tragiche, i turisti sulla costa iniziano a scalpitare per andarsene anche se nei luoghi di villeggiatura tra Malindi e Watamu non succede nulla che possa far pensare a pericoli, tranne una piccala manifestazione in cui mi sono imbattuta una mattina su Lamu Road.....e non mi ha fatto star tranquilla.
Siamo giunti ai primi di gennaio, gli aeroporti si congestionano ed è il semicaos, ci arrivano voci di aeroporti chiusi, ma nella realtà i voli arrivano;
della necessità di essere scortati dalla polizia lungo la strada per l' aeroporto. I transfert dei resort hanno organizzato convogli scortati dalla polizia, questo mi inquieta un po' anche perchè io non sono in Hotel e dovrò organizzare il mio rientro da sola, e poi da un paio di giorni è finita la benzina, come si raggiungerà Mombasa????
è arrivato il giorno della mia partenza, qualche distributore ritorna a distribuire carburante, ed io arrivo a Mombasa in macchina solo con il driver, di solito lungo il tragitto dormo.....questa volta ad ogni ombra sul ciglio della strada pregavo dio che tutto andasse bene e così è stato. Arrivata a Nairobi ho trovato il caos......mai visto l'aeroporto con così tanta gente, si capiva che molti erano lì almeno dal giorno prima.....
Il mio volo è partito con un po' di ritardo ma sono arrivata a casa.......
Un pensiero speciale a Rehema e Patrik che il 21 dicembre si sono presentati a casa mia e sono stati i miei angioletti custodi per tutta la mia permanenza e un augurio che i loro sogni per diventare grandi e belle persone in grado di aiutare il loro paese possano avverarsi; e a tutti quegli occhi tristi, preoccupati, senza speranza che ho incrociato, e anche a tutti quelli che non ho visto."
Many- Amico del forum
- Numero di messaggi : 233
Data d'iscrizione : 10.05.09
Età : 48
Località : il mondo
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Many ha scritto:
Un pensiero speciale a Rehema e Patrik che il 21 dicembre si sono presentati a casa mia e sono stati i miei angioletti custodi per tutta la mia permanenza e un augurio che i loro sogni per diventare grandi e belle persone in grado di aiutare il loro paese possano avverarsi; e a tutti quegli occhi tristi, preoccupati, senza speranza che ho incrociato, e anche a tutti quelli che non ho visto...
Manu,
grazie per avermi fatto partecipe di un pezzo della tua vita, dello LORO vita!!!
Non so, ma a me il tuo scritto mi mette sempre più la voglia di aiutare il popolo Kenyano, e anche se a volte si legge di tutto e di più, su loro, su parte di loro, alla fine rimango della mia opinione, che purtroppo il loro "status" è voluto dall'alto, che fanno comodo che loro stiano così....e sono convinta che la maggior parte delle persone siano come Rehema e Patrik e...FORZA....ce la farete e io sarò con Voi!!!
Cinzia
dolcemagic- Sostenitore
- Numero di messaggi : 1817
Data d'iscrizione : 23.10.09
Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
Re: Il Kenya non riesce a guarire tre anni dopo il caos del 2008
Grazie anche da parte mia Manu. A grandi linee ricordo che la televisione trasmetteva notizie proccupanti sulla situazione in Kenya, soprattutto nelle zone più disagiate delle grandi città. Io era appena tornata da un paio di mesi dalla mia prima volta in Kenya e rimasi molto colpita da quello che trasmetteva la tv.
Speriamo che prima possibile questo paese riesca ad avere persone oneste al proprio comando anche se come nella maggior parte dei paesi africani purtroppo chi va al governo lo fa per arricchirsi personalmente senza pensare al popolo. L'Africa è un paese molto ricco di risorse energetiche che fanno gola ai paesi più potenti, forse hanno paura che succeda come alla Cina....??!?
Speriamo che prima possibile questo paese riesca ad avere persone oneste al proprio comando anche se come nella maggior parte dei paesi africani purtroppo chi va al governo lo fa per arricchirsi personalmente senza pensare al popolo. L'Africa è un paese molto ricco di risorse energetiche che fanno gola ai paesi più potenti, forse hanno paura che succeda come alla Cina....??!?
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
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