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Gli animali e il fiume
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Gli animali e il fiume
Gli animali e il fiume
Nella savana ai bordi della foresta la stagione delle piogge era arrivata e finalmente il piccolo ruscello diventò un fiume vero, dove si poteva non soltanto abbeverarsi, ma anche bagnarsi e rinfrescarsi. Gli animali arrivarono al tramonto per trascorrere le ultime ore della giornata a bere e sguazzarci dentro.
Ma per quanto l’acqua fosse abbondante dopo i primi bagni tutto il fiume diventò torbido e gli ultimi arrivati trovavano sponde fangose e melma ad accoglierli.
Un gufo, una giraffa, una iena e due leoni arrivarono insieme sulla riva e nessuno si decideva ad entrare per paura della reazione degli altri. Il primo a parlare fu il più grande dei due leoni che affermò -io sono il più forte quindi ho diritto ad entrare io per primo nell’acqua.-
Il secondo leone lo guardò fisso negli occhi, senza dire nulla, con aria minacciosa. Il gufo cominciò a svolazzare sopra, la giraffa guardava lontano all’orizzonte, facendo finta di niente dalla sua grande altezza, senza perdersi però neanche una parola. La iena invece si mise a ridacchiare -ma pensa che fatica che farete ogni volta a decidere chi è il più forte tra voi e poi a tenere a bada tutti noi!-
-Dobbiamo trovare una soluzione!- affermò sicura e decisa la giraffa e nessuno trovò questa volta da ridire.
-Io so a chi dobbiamo chiedere- rispose a questa proposta il gufo -dobbiamo andare dalla scimmia saggia, la magnifica, che abita nel folto della foresta, là dove nasce il sole, bisogna cercarla sempre in quella direzione.-
Decisero di partire tutti quanti insieme la mattina dopo il sorgere del sole per non perdersi nel folto della foresta, che a dir la verità li spaventava non poco e dove nessuno di loro avrebbe trovato da solo il coraggio di entrare.
Al sorgere del sole dunque erano già lì tutti pronti e senza dire niente il primo leone si avviò in mezzo agli alberi ombrosi, seguito dalla iena e dalla giraffa, mentre il gufo li seguiva svolazzando sopra e il secondo leone chiudeva la fila.
Andando sempre più avanti si addentrarono tanto che non riuscivano a vedere più il chiarore della savana assolata alle loro spalle che era la loro casa.
Cominciarono a provare una strana inquietudine e ad un punto così folto in cui non si intravedeva neanche il più piccolo raggio di sole si sentirono persi e spaventati.
Il gufo -aspettate- disse e scomparve alla vista degli altri.
-Se ne è andato!- pensarono in silenzio, senza dirselo, gli animali. In realtà era soltanto volato a cercare la luce del sole oltre i rami e le foglie fino al cielo azzurro.
Dopo pochi attimi ridiscese sicuro, dopo aver visto il sole, della direzione da prendere, così, fidandosi di lui tutti ripresero il cammino.
Andarono avanti per un bel po’ e ormai erano convinti che dovevano esserci, ma non sapevano come trovare la scimmia saggia, non sapevano come era fatta la tana di una scimmia, quando la giraffa vide sui rami alti delle bucce di banane lasciate qua e là e si rese conto che quello doveva essere il posto.
-Fermiamoci- disse ai suoi compagni.
Appena pronunciate queste parole ecco che un paio, due tre e poi moltissime paia di occhi spuntarono dai rami e da dietro le foglie e ne furono ben presto circondati.
Erano scimmie e cominciarono a ridere e a prendere in giro quella strana accozzaglia di animali così diversi tra loro e non li ascoltavano e neanche sentirono la loro richiesta di poter parlare con la scimmia saggia, la confusione aumentava di minuto in minuto.
Avevano fatto tutto quel viaggio per nulla?
Un doppio ruggito irruppe su quel chiacchiericcio e la confusione lasciò il passo ad un silenzio intimorito, ma anche rispettoso: su una coppia di leoni arrabbiati c’era ben poco da scherzare.
Una delle scimmie allora si fece avanti chiedendo che cosa volevano. Il gufo rispose per tutti, volevano vedere la scimmia saggia, la giraffa spiegò invece che avevano bisogno di un suo consiglio.
La scimmia proseguì -per parlare con la scimmia saggia dovrete superare tutte noi scimmie, ci piace scherzare, prendere in giro e fare smorfie, chi vuole arrivare fino a lei, la magnifica, deve oltrepassarci tutte e resistere, può ridere, ma non deve arrabbiarsi, altrimenti finirà col tornare indietro, non si deve scoraggiare, non deve prendersela e scappare via e potrà così arrivare da lei. E tenete conto che a nessuno di quelli che vengono qui diciamo questa cosa.. E rivolse uno sguardo timoroso ai due leoni-.
-Andrò io- si offrì la iena, -cosa volete sia per me stare in mezzo agli scherzi, ridere non è un problema, è nella mia natura, potere dire e fare quello che volete, non mi fermerò nè tornerò indietro-. Gli altri animali suoi compagni annuirono e lei partì.
Arrivò col mal di pancia e le lacrime agli occhi per le gran risate, per niente mortificata, e senza esitazioni potè raggiungere il grande albero sotto il quale, appesa per la coda stava una scimmia minuta che lo guardava dritto negli occhi, non ebbe dubbi, era lei.
-Cosa vuoi, cosa siete venuti a cercare fin quaggiù nel mio territorio?- chiese subito.
-Sono venuto con i miei compagni a chiederti consiglio per decidere chi per primo può accostarsi alle acque fresche e cristalline del nostro fiume- rispose la iena.
-Voglio parlare con tutti voi insieme- rispose la scimmia saggia e subito alcune scimmie partirono attraverso gli alberi a chiamare gli altri animali.
Quando furono arrivati la scimmia li guardò tutti e cinque osservandoli in silenzio. Poi parlò loro.
-Come avete trovato il coraggio di entrare nella foresta scura e folta?- chiese.
-Io sono entrato per primo- disse il primo leone.
-Come avete fatto ad arrivare fin qui? Come avete fatto a non perdervi nel folto della foresta?- chiese di nuovo.
-Io ho volato sopra le fronde degli alberi per seguire il sole e non perdere la direzione- rispose il gufo.
-E come avete scoperto in quali alberi noi viviamo?- di nuovo domandò.
-Io ho visto le bucce di banane sulle cime degli alberi- rispose questa volta la giraffa.
-E come avete fatto a zittirle e a farvi dire dalle scimmie come trovare me?- di nuovo la magnifica.
-Abbiamo ruggito- rispose il secondo leone.
-E tu non hai avuto paura di ridere fino a dimenticarti chi sei- affermò senza esitare la scimmia saggia guardando la iena che annuì.
-Insieme ci siete riusciti, non ho proprio niente da insegnarvi- e se ne salì in cima all’albero dietro le foglie.
Gli animali rimasero fermi sotto l’albero pensosi, non si erano resi conto che avevano lavorato insieme, si erano adoperati ognuno per sè, ma anche per gli altri, e trovare una soluzione era stato più importante che decidere chi avesse avuto l’idea, chi fosse stato più forte o più importante.
E durante tutto il viaggio non avevano avuto neanche un po’ di sete.
Insieme, nello schieramento a cui si erano ormai abituati, ripresero il cammino per tornare alla savana e al loro fiume.
*Pubblicato in Le storie dei laboratori, le mie storie.
Nella savana ai bordi della foresta la stagione delle piogge era arrivata e finalmente il piccolo ruscello diventò un fiume vero, dove si poteva non soltanto abbeverarsi, ma anche bagnarsi e rinfrescarsi. Gli animali arrivarono al tramonto per trascorrere le ultime ore della giornata a bere e sguazzarci dentro.
Ma per quanto l’acqua fosse abbondante dopo i primi bagni tutto il fiume diventò torbido e gli ultimi arrivati trovavano sponde fangose e melma ad accoglierli.
Un gufo, una giraffa, una iena e due leoni arrivarono insieme sulla riva e nessuno si decideva ad entrare per paura della reazione degli altri. Il primo a parlare fu il più grande dei due leoni che affermò -io sono il più forte quindi ho diritto ad entrare io per primo nell’acqua.-
Il secondo leone lo guardò fisso negli occhi, senza dire nulla, con aria minacciosa. Il gufo cominciò a svolazzare sopra, la giraffa guardava lontano all’orizzonte, facendo finta di niente dalla sua grande altezza, senza perdersi però neanche una parola. La iena invece si mise a ridacchiare -ma pensa che fatica che farete ogni volta a decidere chi è il più forte tra voi e poi a tenere a bada tutti noi!-
-Dobbiamo trovare una soluzione!- affermò sicura e decisa la giraffa e nessuno trovò questa volta da ridire.
-Io so a chi dobbiamo chiedere- rispose a questa proposta il gufo -dobbiamo andare dalla scimmia saggia, la magnifica, che abita nel folto della foresta, là dove nasce il sole, bisogna cercarla sempre in quella direzione.-
Decisero di partire tutti quanti insieme la mattina dopo il sorgere del sole per non perdersi nel folto della foresta, che a dir la verità li spaventava non poco e dove nessuno di loro avrebbe trovato da solo il coraggio di entrare.
Al sorgere del sole dunque erano già lì tutti pronti e senza dire niente il primo leone si avviò in mezzo agli alberi ombrosi, seguito dalla iena e dalla giraffa, mentre il gufo li seguiva svolazzando sopra e il secondo leone chiudeva la fila.
Andando sempre più avanti si addentrarono tanto che non riuscivano a vedere più il chiarore della savana assolata alle loro spalle che era la loro casa.
Cominciarono a provare una strana inquietudine e ad un punto così folto in cui non si intravedeva neanche il più piccolo raggio di sole si sentirono persi e spaventati.
Il gufo -aspettate- disse e scomparve alla vista degli altri.
-Se ne è andato!- pensarono in silenzio, senza dirselo, gli animali. In realtà era soltanto volato a cercare la luce del sole oltre i rami e le foglie fino al cielo azzurro.
Dopo pochi attimi ridiscese sicuro, dopo aver visto il sole, della direzione da prendere, così, fidandosi di lui tutti ripresero il cammino.
Andarono avanti per un bel po’ e ormai erano convinti che dovevano esserci, ma non sapevano come trovare la scimmia saggia, non sapevano come era fatta la tana di una scimmia, quando la giraffa vide sui rami alti delle bucce di banane lasciate qua e là e si rese conto che quello doveva essere il posto.
-Fermiamoci- disse ai suoi compagni.
Appena pronunciate queste parole ecco che un paio, due tre e poi moltissime paia di occhi spuntarono dai rami e da dietro le foglie e ne furono ben presto circondati.
Erano scimmie e cominciarono a ridere e a prendere in giro quella strana accozzaglia di animali così diversi tra loro e non li ascoltavano e neanche sentirono la loro richiesta di poter parlare con la scimmia saggia, la confusione aumentava di minuto in minuto.
Avevano fatto tutto quel viaggio per nulla?
Un doppio ruggito irruppe su quel chiacchiericcio e la confusione lasciò il passo ad un silenzio intimorito, ma anche rispettoso: su una coppia di leoni arrabbiati c’era ben poco da scherzare.
Una delle scimmie allora si fece avanti chiedendo che cosa volevano. Il gufo rispose per tutti, volevano vedere la scimmia saggia, la giraffa spiegò invece che avevano bisogno di un suo consiglio.
La scimmia proseguì -per parlare con la scimmia saggia dovrete superare tutte noi scimmie, ci piace scherzare, prendere in giro e fare smorfie, chi vuole arrivare fino a lei, la magnifica, deve oltrepassarci tutte e resistere, può ridere, ma non deve arrabbiarsi, altrimenti finirà col tornare indietro, non si deve scoraggiare, non deve prendersela e scappare via e potrà così arrivare da lei. E tenete conto che a nessuno di quelli che vengono qui diciamo questa cosa.. E rivolse uno sguardo timoroso ai due leoni-.
-Andrò io- si offrì la iena, -cosa volete sia per me stare in mezzo agli scherzi, ridere non è un problema, è nella mia natura, potere dire e fare quello che volete, non mi fermerò nè tornerò indietro-. Gli altri animali suoi compagni annuirono e lei partì.
Arrivò col mal di pancia e le lacrime agli occhi per le gran risate, per niente mortificata, e senza esitazioni potè raggiungere il grande albero sotto il quale, appesa per la coda stava una scimmia minuta che lo guardava dritto negli occhi, non ebbe dubbi, era lei.
-Cosa vuoi, cosa siete venuti a cercare fin quaggiù nel mio territorio?- chiese subito.
-Sono venuto con i miei compagni a chiederti consiglio per decidere chi per primo può accostarsi alle acque fresche e cristalline del nostro fiume- rispose la iena.
-Voglio parlare con tutti voi insieme- rispose la scimmia saggia e subito alcune scimmie partirono attraverso gli alberi a chiamare gli altri animali.
Quando furono arrivati la scimmia li guardò tutti e cinque osservandoli in silenzio. Poi parlò loro.
-Come avete trovato il coraggio di entrare nella foresta scura e folta?- chiese.
-Io sono entrato per primo- disse il primo leone.
-Come avete fatto ad arrivare fin qui? Come avete fatto a non perdervi nel folto della foresta?- chiese di nuovo.
-Io ho volato sopra le fronde degli alberi per seguire il sole e non perdere la direzione- rispose il gufo.
-E come avete scoperto in quali alberi noi viviamo?- di nuovo domandò.
-Io ho visto le bucce di banane sulle cime degli alberi- rispose questa volta la giraffa.
-E come avete fatto a zittirle e a farvi dire dalle scimmie come trovare me?- di nuovo la magnifica.
-Abbiamo ruggito- rispose il secondo leone.
-E tu non hai avuto paura di ridere fino a dimenticarti chi sei- affermò senza esitare la scimmia saggia guardando la iena che annuì.
-Insieme ci siete riusciti, non ho proprio niente da insegnarvi- e se ne salì in cima all’albero dietro le foglie.
Gli animali rimasero fermi sotto l’albero pensosi, non si erano resi conto che avevano lavorato insieme, si erano adoperati ognuno per sè, ma anche per gli altri, e trovare una soluzione era stato più importante che decidere chi avesse avuto l’idea, chi fosse stato più forte o più importante.
E durante tutto il viaggio non avevano avuto neanche un po’ di sete.
Insieme, nello schieramento a cui si erano ormai abituati, ripresero il cammino per tornare alla savana e al loro fiume.
*Pubblicato in Le storie dei laboratori, le mie storie.
fio- Sostenitore
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