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"Africa-Italia: scenari migratori"
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"Africa-Italia: scenari migratori"
"Africa-Italia: scenari migratori": è il titolo del nuovo rapporto di Caritas-Migrantes
In Italia vivono un milione di africani, dislocati soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e Piemonte. 7 su 10 provengono dall’Africa Orientale: Tunisia, Egitto, Senegal, Nigeria e Ghana sono le comunità più numerose. La metà di loro ha un lavoro dipendente e circa 61 mila sono titolari di imprese. Sono alcuni dati contenuti nel rapporto “Africa-Italia. Scenari migratori” di Caritas Migrantes, presentato stamattina a Roma. Una sessantina gli autori che hanno partecipato alla stesura del volume in seguito ad un viaggio-studio a Capo Verde compiuto lo scorso mese di febbraio. Diversi gli aspetti messi in evidenza sulla scia delle riflessioni proposte dal II Sinodo dei vescovi africani, che si è svolto l’anno scorso. Così l’obiettivo della pubblicazione – si legge nell’introduzione – è quello di promuovere la conoscenza del fenomeno e di far sì “che la mobilità degli africani si trasformi in occasione di promozione umana anziché di sfruttamento”. Le migrazioni degli africani sono soprattutto interne al continente. Spesso si scappa da un paese in conflitto a un altro in grado di offrire aiuto: in Africa vi sono oltre 6 milioni e 300 mila sfollati interni, cioè quasi la metà degli sfollati di tutto il mondo, mentre i rifugiati e richiedenti asilo sono più di 2 milioni e mezzo. Fra i Paesi africani che hanno offerto accoglienza nel 2008 si annoverano il Ciad, la Tanzania, il Kenya e il Sudafrica. Particolarmente intense sono anche le migrazioni economiche, che vedono persone spostarsi alla ricerca di migliori condizioni occupazionali, generalmente i Paesi arabi del Nord e il Sudafrica. “I migranti che ogni anno si trasferiscono dalla fascia subsahariana nel Maghreb – si legge - sono tra i 65 mila e i 120 mila: non sempre si tratta di un insediamento definitivo, perché l’intenzione è solitamente di passare in Europa e una quota stimata tra il 20 il 30% tenta la traversata del Mediterraneo”. Il 52% degli africani in Italia ha raggiunto il Paese per motivi familiari. I minori sono almeno 200 mila di cui 151 mila frequentano le scuole. Nel 2008 sono nati in Italia 25mila bambini africani, un terzo dei nati stranieri. Inoltre, aumenta il numero di coppie miste: nel 2008 i matrimoni sono stati più di 6 mila. Ad ostacolare l’integrazione c’è soprattutto lo sfruttamento lavorativo che priva gli africani di un lavoro regolare e quindi del diritto di soggiorno. Un aspetto problematico è il coinvolgimento dei nordafricani nel traffico di stupefacenti e dei nigeriani nella tratta a scopo di sfruttamento sessuale, che coinvolge almeno 8 mila ragazze. (A cura di Eugenio Bonanata) -
Fonte:Radio Vaticana
In Italia vivono un milione di africani, dislocati soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e Piemonte. 7 su 10 provengono dall’Africa Orientale: Tunisia, Egitto, Senegal, Nigeria e Ghana sono le comunità più numerose. La metà di loro ha un lavoro dipendente e circa 61 mila sono titolari di imprese. Sono alcuni dati contenuti nel rapporto “Africa-Italia. Scenari migratori” di Caritas Migrantes, presentato stamattina a Roma. Una sessantina gli autori che hanno partecipato alla stesura del volume in seguito ad un viaggio-studio a Capo Verde compiuto lo scorso mese di febbraio. Diversi gli aspetti messi in evidenza sulla scia delle riflessioni proposte dal II Sinodo dei vescovi africani, che si è svolto l’anno scorso. Così l’obiettivo della pubblicazione – si legge nell’introduzione – è quello di promuovere la conoscenza del fenomeno e di far sì “che la mobilità degli africani si trasformi in occasione di promozione umana anziché di sfruttamento”. Le migrazioni degli africani sono soprattutto interne al continente. Spesso si scappa da un paese in conflitto a un altro in grado di offrire aiuto: in Africa vi sono oltre 6 milioni e 300 mila sfollati interni, cioè quasi la metà degli sfollati di tutto il mondo, mentre i rifugiati e richiedenti asilo sono più di 2 milioni e mezzo. Fra i Paesi africani che hanno offerto accoglienza nel 2008 si annoverano il Ciad, la Tanzania, il Kenya e il Sudafrica. Particolarmente intense sono anche le migrazioni economiche, che vedono persone spostarsi alla ricerca di migliori condizioni occupazionali, generalmente i Paesi arabi del Nord e il Sudafrica. “I migranti che ogni anno si trasferiscono dalla fascia subsahariana nel Maghreb – si legge - sono tra i 65 mila e i 120 mila: non sempre si tratta di un insediamento definitivo, perché l’intenzione è solitamente di passare in Europa e una quota stimata tra il 20 il 30% tenta la traversata del Mediterraneo”. Il 52% degli africani in Italia ha raggiunto il Paese per motivi familiari. I minori sono almeno 200 mila di cui 151 mila frequentano le scuole. Nel 2008 sono nati in Italia 25mila bambini africani, un terzo dei nati stranieri. Inoltre, aumenta il numero di coppie miste: nel 2008 i matrimoni sono stati più di 6 mila. Ad ostacolare l’integrazione c’è soprattutto lo sfruttamento lavorativo che priva gli africani di un lavoro regolare e quindi del diritto di soggiorno. Un aspetto problematico è il coinvolgimento dei nordafricani nel traffico di stupefacenti e dei nigeriani nella tratta a scopo di sfruttamento sessuale, che coinvolge almeno 8 mila ragazze. (A cura di Eugenio Bonanata) -
Fonte:Radio Vaticana
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