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E' allarme acqua per il Kenya
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E' allarme acqua per il Kenya
LVIA, associazione di cooperazione e volontariato internazionale, lancia l’allarme acqua per il Kenya. Dal mese di agosto la nazione africana sta soffrendo una terribile ondata di siccità.
In base ai dati del WFP, l’agenzia ONU del programma alimentare nel mondo, è a rischio un kenyano su dieci. Il bisogno di assistenza è assoluto. Come racconta Enrico Gorfer, rappresentante di LVIA a Meru nella parte nord orientale del paese, la situazione peggiora di giorno in giorno e le aree più critiche sono quelle già ad elevato rischio ambientale. In parte il problema è dovuto a carenze strutturali per l’approviggionamento idrico, ma in parte la situazione è messa continuamente nelle condizioni di poter peggiorare ulteriormente a causa dell’incidenza dei mutamenti climatici che non fanno che aumentare e prolungare nel tempo la siccità.
LVIA, che come tutte le organizzazioni non governative ha bisogno del sostegno dei privati e del corporate, attraverso la realizzazione di una rete idrica strutturale sta cercando di porre rimedio al problema per fare in modo che 15 mila persone possano avere acqua pulita e potabile nel proprio villaggio in zone in cui la scarsità idrica determina l’impossibilità di portare avanti le attività agricole e di allevamento. I pascoli si inaridiscono e le persone sono costrette a lasciare la propria terra per cercare altrove condizioni di vita più sostenibili. Il problema dell’aridità dei suoli è molto sentito e diffuso in tutta l’Africa sub sahariana.
Il Sahel è a rischio desertificazione da molto tempo. Il punto è che se non si registrerà una contro tendenza nell’innalzamento globale della temperatura e se l’effetto serra continuerà a persistere, aumenteranno sempre di più i fenomeni legati alle migrazioni di massa delle popolazioni più deboli verso le regioni più ricche e vivibili con intuibili conseguenze sugli equilibri socio-economici globali. Alla prossima conferenza sul clima che si terrà a dicembre a Copenhagen occorrerà riflettere anche su questo aspetto legato ai mutamenti climatici.
Fonte: www.ecoo.it
In base ai dati del WFP, l’agenzia ONU del programma alimentare nel mondo, è a rischio un kenyano su dieci. Il bisogno di assistenza è assoluto. Come racconta Enrico Gorfer, rappresentante di LVIA a Meru nella parte nord orientale del paese, la situazione peggiora di giorno in giorno e le aree più critiche sono quelle già ad elevato rischio ambientale. In parte il problema è dovuto a carenze strutturali per l’approviggionamento idrico, ma in parte la situazione è messa continuamente nelle condizioni di poter peggiorare ulteriormente a causa dell’incidenza dei mutamenti climatici che non fanno che aumentare e prolungare nel tempo la siccità.
LVIA, che come tutte le organizzazioni non governative ha bisogno del sostegno dei privati e del corporate, attraverso la realizzazione di una rete idrica strutturale sta cercando di porre rimedio al problema per fare in modo che 15 mila persone possano avere acqua pulita e potabile nel proprio villaggio in zone in cui la scarsità idrica determina l’impossibilità di portare avanti le attività agricole e di allevamento. I pascoli si inaridiscono e le persone sono costrette a lasciare la propria terra per cercare altrove condizioni di vita più sostenibili. Il problema dell’aridità dei suoli è molto sentito e diffuso in tutta l’Africa sub sahariana.
Il Sahel è a rischio desertificazione da molto tempo. Il punto è che se non si registrerà una contro tendenza nell’innalzamento globale della temperatura e se l’effetto serra continuerà a persistere, aumenteranno sempre di più i fenomeni legati alle migrazioni di massa delle popolazioni più deboli verso le regioni più ricche e vivibili con intuibili conseguenze sugli equilibri socio-economici globali. Alla prossima conferenza sul clima che si terrà a dicembre a Copenhagen occorrerà riflettere anche su questo aspetto legato ai mutamenti climatici.
Fonte: www.ecoo.it
Iaiaa- Utente
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