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Televisione in Africa
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Televisione in Africa
Televisione in Africa- Il futuro è in onda
Mentre gli scenari del web moltiplicano le prospettive di crescita dei "new media" in tempi brevissimi, la televisione , insieme alla radio, è senza dubbio il mezzo di comunicazione ancora più diffuso al mondo e il suo uso tende a crescere di più rispetto ad altri mezzi.
Si calcola infatti che sette case su dieci nel nostro pianeta siano dotate di un televisore , mentre per quanto riguarda il telefono si conta una linea telefonica ogni dieci abitanti, con una distribuzione alquanto sbilanciata che vede il 20% della popolazione mondiale in grado di usare l'80% delle linee telefoniche.
Mentre in occidente c'è già chi si guarda film o programmi sul videoplayer ,il visore portatile di ultima generazione, in Africa la televisione non è ancora uno strumento per tutti e il continente resta confinato all'ultimo posto della classifica delle utenze mondiali. Ma come si può parlare di televisione se larghe zone del territorio sono sprovviste di erogazione continuativa di energia elettrica ?
Rispondono le statistiche: l' Africa con il 10% circa della popolazione mondiale ha solo il 10-15% delle case dotate di Tv (mentre per l' Europa il dato sale al 95-98%) e mediamente solo una famiglia su cento dispone in casa di una propria linea telefonica, contro il 90 % delle famiglie europee.
In Africa si registra appena il 2,5 % delle reti televisive mondiali e i prodotti audiovisivi che circolano in Europa attraverso le reti terrestri e via satellite, sono visibili dal 20-25 % soltanto delle famiglie africane e di altri Paesi del sud del mondo.
Anche se l'equazione "mancanza di tecnologia =emarginazione economica dai flussi di ricchezza e know how" sembra essere smentita da alcune situazioni locali (come ad esempio l'India, ed in particolare la città di Bangalore , dove al basso reddito pro capite fa riscontro l'emergere dell' industria informatica locale ).
L'arretratezza e lo scarso sviluppo delle infrastrutture di comunicazione in alcune zone del pianeta determina alcuni dati che sbilanciano gli equilibri tra nord e sud del pianeta in questi primi anni del XXI° secolo.
Oggi nel mondo gli apparecchi televisivi sono più di un miliardo e mezzo per una media di oltre due miliardi e mezzo di spettatori. Ma in Africa ci sono ancora oggi milioni di persone che non hanno mai visto un televisore e che ne ignorano addirittura l'esistenza.
Spesso poi il digital divide coincide anche con la mappa dell'analfabetismo :i Paesi più poveri sono anche quelli in cui l'alfabetizzazione raggiunge le percentuali più basse, dove molti adulti, ma anche bambini , non sono in grado di leggere un libro o di scrivere la loro firma, meno che mai di usare un computer o un apparecchio tv.
Oltre un miliardo di persone restano ancora chiuse nelle sacche di analfabetismo, tagliate fuori dalle forme anche più semplici di comunicazione.
Lo sviluppo tecnologico non è quindi solo un affare colossale da giocare sulla scacchiera dei mercati internazionali, ma oggi più che mai è anche una scommessa sulla formazione della persona con la finalità di allargare il numero dei cittadini del villaggio globale per una vera multiculturalità al servizio della realizzazione della persona umana e della pace.
Detto questo è anche vero che la globalizzazione dei nuovi sviluppi tecnologici sta ridisegnando il confine tra nord e sud, tra ricchi e poveri del nostro pianeta, in una nuova mappa a macchia di leopardo segnata da nuovi traguardi e da larghe sacche di emarginazione e arretratezza.
Oggi sempre di più, nell'attuale fase di passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, la fruizione di maggiori canali satellitari, prospetta un uso sempre più duttile e personalizzato del mezzo televisivo: per i Paesi in via di sviluppo questa è una delle scommessa più urgenti per non restare tagliati fuori dalle sfide e dalle promesse (ma anche dai rischi)dell'era multimediale..
FONTE: Agenzia Fides
Mentre gli scenari del web moltiplicano le prospettive di crescita dei "new media" in tempi brevissimi, la televisione , insieme alla radio, è senza dubbio il mezzo di comunicazione ancora più diffuso al mondo e il suo uso tende a crescere di più rispetto ad altri mezzi.
Si calcola infatti che sette case su dieci nel nostro pianeta siano dotate di un televisore , mentre per quanto riguarda il telefono si conta una linea telefonica ogni dieci abitanti, con una distribuzione alquanto sbilanciata che vede il 20% della popolazione mondiale in grado di usare l'80% delle linee telefoniche.
Mentre in occidente c'è già chi si guarda film o programmi sul videoplayer ,il visore portatile di ultima generazione, in Africa la televisione non è ancora uno strumento per tutti e il continente resta confinato all'ultimo posto della classifica delle utenze mondiali. Ma come si può parlare di televisione se larghe zone del territorio sono sprovviste di erogazione continuativa di energia elettrica ?
Rispondono le statistiche: l' Africa con il 10% circa della popolazione mondiale ha solo il 10-15% delle case dotate di Tv (mentre per l' Europa il dato sale al 95-98%) e mediamente solo una famiglia su cento dispone in casa di una propria linea telefonica, contro il 90 % delle famiglie europee.
In Africa si registra appena il 2,5 % delle reti televisive mondiali e i prodotti audiovisivi che circolano in Europa attraverso le reti terrestri e via satellite, sono visibili dal 20-25 % soltanto delle famiglie africane e di altri Paesi del sud del mondo.
Anche se l'equazione "mancanza di tecnologia =emarginazione economica dai flussi di ricchezza e know how" sembra essere smentita da alcune situazioni locali (come ad esempio l'India, ed in particolare la città di Bangalore , dove al basso reddito pro capite fa riscontro l'emergere dell' industria informatica locale ).
L'arretratezza e lo scarso sviluppo delle infrastrutture di comunicazione in alcune zone del pianeta determina alcuni dati che sbilanciano gli equilibri tra nord e sud del pianeta in questi primi anni del XXI° secolo.
Oggi nel mondo gli apparecchi televisivi sono più di un miliardo e mezzo per una media di oltre due miliardi e mezzo di spettatori. Ma in Africa ci sono ancora oggi milioni di persone che non hanno mai visto un televisore e che ne ignorano addirittura l'esistenza.
Spesso poi il digital divide coincide anche con la mappa dell'analfabetismo :i Paesi più poveri sono anche quelli in cui l'alfabetizzazione raggiunge le percentuali più basse, dove molti adulti, ma anche bambini , non sono in grado di leggere un libro o di scrivere la loro firma, meno che mai di usare un computer o un apparecchio tv.
Oltre un miliardo di persone restano ancora chiuse nelle sacche di analfabetismo, tagliate fuori dalle forme anche più semplici di comunicazione.
Lo sviluppo tecnologico non è quindi solo un affare colossale da giocare sulla scacchiera dei mercati internazionali, ma oggi più che mai è anche una scommessa sulla formazione della persona con la finalità di allargare il numero dei cittadini del villaggio globale per una vera multiculturalità al servizio della realizzazione della persona umana e della pace.
Detto questo è anche vero che la globalizzazione dei nuovi sviluppi tecnologici sta ridisegnando il confine tra nord e sud, tra ricchi e poveri del nostro pianeta, in una nuova mappa a macchia di leopardo segnata da nuovi traguardi e da larghe sacche di emarginazione e arretratezza.
Oggi sempre di più, nell'attuale fase di passaggio dalla televisione analogica a quella digitale, la fruizione di maggiori canali satellitari, prospetta un uso sempre più duttile e personalizzato del mezzo televisivo: per i Paesi in via di sviluppo questa è una delle scommessa più urgenti per non restare tagliati fuori dalle sfide e dalle promesse (ma anche dai rischi)dell'era multimediale..
FONTE: Agenzia Fides
Ultima modifica di Simona il Dom Lug 19, 2009 7:50 am - modificato 1 volta. (Motivazione : errore ortografico)
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
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