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Chaaria(Kenya) / L'ospedale nel bananeto/ Un futuro che inizia dalle piccole cose
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Chaaria(Kenya) / L'ospedale nel bananeto/ Un futuro che inizia dalle piccole cose
Chaaria(Kenya) - L'ospedale nel bananeto - Un futuro che inizia dalle piccole cose
05/07/09
Parliamo di un piccolo villaggio situato nel distretto di Gatimbi nel Meru.
Chaaria, questo è il suo nome, dista circa 400 chilometri da Nairobi, la capitale del Kenya. Il centro più vicino ,che fornisce eventuali servizi, è appunto Meru.
Si tratta di una realtà contadina, piuttosto povera,trasformatasi gradualmente in un luogo di scambi e di commerci per il territorio circostante.
Infatti una specie di piccolo-grande mercato sorge oggi nei pressi del Chaaria Hospital.
Ma cosa è il Chaaria Hospital e cosa ci fa proprio lì, tra i banani, i campi di granoturco e le coltivazioni di tabacco e di arachidi? E per di più, circondato dalle modestissime casette delle famiglie di agricoltori, tirate su con fatica un po' alla volta, grazie ai risicati risparmi e alla buona volonta?
Si tratta di un'iniziativa della Piccola Casa di Torino,dedicata a San Giuseppe Benedetto Cottolengo, per chi ha bisogno di tutto e non sa dove sbattere la testa in una quotidianità difficile come quella dell'Africa rurale.I medici e il personale sanitario che vi operano, così come i numerosi volontari che da ogni parte d'Italia vi giungono, sono in prevalenza cottolenghini.
Ma moltissimi sono anche i giovani locali ,preparati e collaborativi ,che hanno grande voglia d'imparare che s'impegnano a risolvere situazioni quasi sempre al limite della stretta emergenza.
Il Chaaria Hospital si dà il caso inoltre che serva ben quattro distretti sul territorio ossia : Meru Central,Tharaka,Meru North e Isiolo. E non è poca cosa.
Come tutti i luoghi della Terra anche qui tra le famiglie contadine nascono sovente liti, che poi è difficile placare.
Si arriva così, per gelosia e rivalità, a compiere atti impensabili. Talora autentici disastri.
Allora il Chaaria Hospital diviene il luogo dove porre riparo alla cosa quando le conseguenze sono gravi,anzi molto spesso gravissime e magari senza soluzione.
Ne sa qualcosa Beppe Gaido,piemontese,un medico missionario cottolenghino, dal sorriso aperto e cordiale, che da anni è quello che potremmo definire un medico di "frontiera".
Qui-racconta Beppe nelle sue storie- se due famiglie litigano, per contendersi il terreno o qualcos'altro, non è raro che si possa giungere all'omicidio come quando mi è arrivato, a notte inoltrata, un uomo completamente ustionato perchè,considerato un ladro. Gli era stato dato fuoco dai suoi vicini confinanti, dopo averlo incaprettato e avergli messo intorno al corpo un copertone di automobile.
Nonostante le cure, non c'è stato niente da fare.L'uomo non è sopravvissuto.
Ci sono però al Chaaria Hospital anche storie belle, a lieto fine. Come la nascita di bimbi che senza l'aiuto dei sanitari non sarebbero mai venuti al mondo.
E questa è la più grande soddisfazione di chi vi lavora da mattina a sera, con pochi mezzi, senza risparmio delle forze e con tanto amore per la propria professionalità ma sopratutto per la gente.
La gente. Giusto la gente. Appunto.
Beppe, che ha fatto esperienza anche nella Repubblica democratica del Congo, dove la violenza era di casa ad ogni piè sospinto ed i machete facevano grossi danni, non si meraviglia più di niente.
Per lui è tutta questione di cuore dell'uomo. Non ci sono differenze sotto ogni cielo...Amori, liti, nascite, morti, generosità, egoismi.
L'importante è saper essere vicino alla gente nel momento giusto.
Saperlo fare è molto importante.
Ciascuno lo faccia con i mezzi che possiede. Ma lo faccia.
Per il futuro dell'Africa si può cominciare anche dalle "piccole cose".Perchè tante piccole cose messe insieme fanno la "grande cosa".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Tratto da http://marianna06.blog.lastampa.it/il_mio_weblog
05/07/09
Parliamo di un piccolo villaggio situato nel distretto di Gatimbi nel Meru.
Chaaria, questo è il suo nome, dista circa 400 chilometri da Nairobi, la capitale del Kenya. Il centro più vicino ,che fornisce eventuali servizi, è appunto Meru.
Si tratta di una realtà contadina, piuttosto povera,trasformatasi gradualmente in un luogo di scambi e di commerci per il territorio circostante.
Infatti una specie di piccolo-grande mercato sorge oggi nei pressi del Chaaria Hospital.
Ma cosa è il Chaaria Hospital e cosa ci fa proprio lì, tra i banani, i campi di granoturco e le coltivazioni di tabacco e di arachidi? E per di più, circondato dalle modestissime casette delle famiglie di agricoltori, tirate su con fatica un po' alla volta, grazie ai risicati risparmi e alla buona volonta?
Si tratta di un'iniziativa della Piccola Casa di Torino,dedicata a San Giuseppe Benedetto Cottolengo, per chi ha bisogno di tutto e non sa dove sbattere la testa in una quotidianità difficile come quella dell'Africa rurale.I medici e il personale sanitario che vi operano, così come i numerosi volontari che da ogni parte d'Italia vi giungono, sono in prevalenza cottolenghini.
Ma moltissimi sono anche i giovani locali ,preparati e collaborativi ,che hanno grande voglia d'imparare che s'impegnano a risolvere situazioni quasi sempre al limite della stretta emergenza.
Il Chaaria Hospital si dà il caso inoltre che serva ben quattro distretti sul territorio ossia : Meru Central,Tharaka,Meru North e Isiolo. E non è poca cosa.
Come tutti i luoghi della Terra anche qui tra le famiglie contadine nascono sovente liti, che poi è difficile placare.
Si arriva così, per gelosia e rivalità, a compiere atti impensabili. Talora autentici disastri.
Allora il Chaaria Hospital diviene il luogo dove porre riparo alla cosa quando le conseguenze sono gravi,anzi molto spesso gravissime e magari senza soluzione.
Ne sa qualcosa Beppe Gaido,piemontese,un medico missionario cottolenghino, dal sorriso aperto e cordiale, che da anni è quello che potremmo definire un medico di "frontiera".
Qui-racconta Beppe nelle sue storie- se due famiglie litigano, per contendersi il terreno o qualcos'altro, non è raro che si possa giungere all'omicidio come quando mi è arrivato, a notte inoltrata, un uomo completamente ustionato perchè,considerato un ladro. Gli era stato dato fuoco dai suoi vicini confinanti, dopo averlo incaprettato e avergli messo intorno al corpo un copertone di automobile.
Nonostante le cure, non c'è stato niente da fare.L'uomo non è sopravvissuto.
Ci sono però al Chaaria Hospital anche storie belle, a lieto fine. Come la nascita di bimbi che senza l'aiuto dei sanitari non sarebbero mai venuti al mondo.
E questa è la più grande soddisfazione di chi vi lavora da mattina a sera, con pochi mezzi, senza risparmio delle forze e con tanto amore per la propria professionalità ma sopratutto per la gente.
La gente. Giusto la gente. Appunto.
Beppe, che ha fatto esperienza anche nella Repubblica democratica del Congo, dove la violenza era di casa ad ogni piè sospinto ed i machete facevano grossi danni, non si meraviglia più di niente.
Per lui è tutta questione di cuore dell'uomo. Non ci sono differenze sotto ogni cielo...Amori, liti, nascite, morti, generosità, egoismi.
L'importante è saper essere vicino alla gente nel momento giusto.
Saperlo fare è molto importante.
Ciascuno lo faccia con i mezzi che possiede. Ma lo faccia.
Per il futuro dell'Africa si può cominciare anche dalle "piccole cose".Perchè tante piccole cose messe insieme fanno la "grande cosa".
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Tratto da http://marianna06.blog.lastampa.it/il_mio_weblog
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
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