Perchè la profilassi antimalarica diventa inutile.

La cura preventiva per la malaria, per i turisti che frequentano il Kenya, è ormai superata. Le importanti conquiste scientifiche che il Kenya per primo ha sperimentato, più di dieci anni fa, stanno dando i loro frutti con numeri che premiano la costanza della sanità nazionale e la spinta decisiva dei ricercatori e di luminari come l'italiano Mauro Saio, da più di vent'anni impegnato su questo fronte. "Ormai non soltanto è più dannosa, ma anche meno sicura delle nuove medicine che si prendono solo nel caso la malaria sopraggiunga - spiega Saio - il combination treatment, in dotazione presso tutte le farmacie keniote, è sicuro e per chi non vive vicino a una struttura sanitaria che possa verificare l'esistenza della malaria, è possibile anche dotarsi di un test per controllarla da sè. Come per il test di gravidanza, c'è un metodo efficace che sostituisce il vetrino". Il dottor Saio quindi si sente di consigliare a chiunque si voglia recare in Kenya, di evitare la profilassi antimalarica che, oltre a garantire una copertura parziale dal virus, non fa bene al fegato ed è meno economico delle medicine che si vendonmo in Kenya. Si fa fatica, per abitudine, a pensare che uno stato africano sia dotato di medicinali migliori di quelli che si possono trovare in Italia, ma in realtà essendo quella contro la malaria una delle principali battaglie condotte negli ultimi dieci anni dai medici di Nairobi, il Kenya oggi si può dire all'avanguardia nel mondo, grazie alla combinazione di farmaci tradizionali e altri (quelli contenenti artemisina) che hanno la doppia azione di debellare la malattia e bloccare la diffusione del virus, sterilizzando le zanzare anofele ed impedendo così la loro riproduzione. Quindi niente profilassi e, una volta giunti in Kenya, recarsi in una farmacia ed acquistare il kit per la malaria. Con una spesa di dieci euro e con una durata media di cinque anni, prima della scadenza. Ottimo da tenere in Italia per chi vuole tornare o da passare ad altre persone che intendono recarvisi in futuro.(20/11/2008)

Tratto da www.malindikenya.net

Forse ci siamo capiti e per tutti quelli che non hanno ancora la certezza: non fare la profilassi antimalarica ti salvi il fegato.
La cura post esiste quindi non ci si deve preoccupare. Io in 2 anni è la sesta volta che vado in Kenya e nè io nè i miei figli abbiamo mai fatto la profilassi e non abbiamo mai preso la malaria.
maisha marefu

Benvengano le notizie come quella riportata sopra, la profilassi antimalarica
sopratutto per le zone della costa kenyota, non serve più, o quantomeno
le autorità sanitarie sconsigliano di farla.
Del resto la terapia antimalarica ha sempre solo coperto al 70%,
quindi se ti beccava la zanzara giusta, con uno scoperto del 30% la malaria la prendevi comunque, personalmente per il Kenya lo fatta alcune volte quando mi recavo all'interno e naturalmente per altri paesi dove era previsto l'obbligo unitamente ad altre vacinazioni.
Il fatto che la malaria a tutt'oggi sia una malattia per la quale l'OMS non ha ancora trovato un vacino, non ci deve esimere dal prendere le elemetari precauzioni, del tipo spray opportuni, vitamina c, la quale fa emanare al corpo umano un odore sgradevole per gli insetti, precauzioni sopratutto da prendersi nei periodi di pioggia o subito dopo.
Da tenere presente inoltre che vi sono diversi stadi di malaria e la malaria al terzo stadio può essere una cosa molto seria.
Fio

Jambo,
dopo aver cercato informazioni su vari siti, e avendo prenotato il viaggio solo la settimana prima, noi abbiamo deciso di non fare la profilassi antimalarica; siamo partiti sapendo di dover utilizzare repellenti e protezioni meccaniche..(maniche lunghe, zanzariere..etc), e abbiamo acquistato i medicinali in loco per una nostra protezione al ritorno.
L'argomento malaria è però molto delicato, non si può dire di non fare la profilassi xchè inutile, visto che il rischio malaria c'è...non è scomparso, tant'è vero che siamo a conoscenza di casi di malaria in loco negli ultimi mesi.
A mio parere bisogna mettere sul piatto della bilancia benefici e controindicazioni della profilassi e poi decidere di conseguenza, non tutti arriveremo allo stesso risultato; bisogna anche ricordare come ha detto Fiorenzo che la profilassi non copre al 100% quindi se al ritorno da un viaggio aaccuserete sintomi tipici della malaria bisgona comunque recarsi in ospedale e fare dei controlli.
Noi senza nussun tipo di pressione abbiamo preferito partire senza profilassi, sapendo che nei 6 mesi successivi potevamo manifestare i sintomi, ma ripeto ancora, non è detto che la nostra sia stata la scelta migliore.

Dunque visto che all'ufficio igiene di Torino mi hanno riempito di vaccini, vuoi perchè alcuni scaduti, tipo epatite A e antitetanica, mi hanno fatto fare il vaccino per la febbre giallo nonostante non vi siano casi in Kenya dal 97 ecc... l'ho fatto poichè mi hanno spaventato con la mortalità del 50% del morbo. Pure l'antitifica che sto facendo. Detto questo eviterei la pastiglia antimalarica. Ho capito bene che si può comprare un medicinale in loco per eventuali sintomi al ritorno del viaggio?

L'rgomento, malaria ricorre spesso sui siti che si occupano di Africa, per chi si reca sulla costa del Kenya, forse non è necessaria la profilassi, dico forse perchè poi la scelta è molto soggettiva, chi la fà-chi non la fa, con le nuove ricerche mediche si sono fatti dei passi avanti nel campo malaria, ma purtroppo il vaccino definitivo che copre al 100% non è ancora stato scoperto.
Quindi ognuno si regola un po come vuole, io non do mai consigli, se fare la profilassi o meno, ti posso suggerire di evitare anche di acquistare il kit del dopo viaggio da prendere in caso di sintomi, dammi retta quando rientri, in caso di sintomi anche magari una lieve febbricciatola dovuta ad altri motivi, vai dal medico, ti sottoporrà agli esami opportuni. Il fai da tè in taluni casi è meglio lasciarlo perdere.
Fio

Fio, vedo che mi stai rispondendo su tutti i forum, e ti ringrazio. Mi sono informato e probabilmente la profilassi con il Malarone è la giusta via di mezzo, il Lariam ho letto abbia delle controindicazioni assurde. Penso che la farò, per un po' più di tranquillità nonostante la profilassi comportamentale probabilmente è la più importante....

Va benissimo ma ricorda, se devi prendere le pastiglie giu, prendile la sera dopo un abbondante cena e prima di andare a letto.
Jambo
Fio

Leggevo il post qui di Simona dove dice che se si manifestano sintomi entro 6 mesi tipo febbre ecc...al ritorno dal viaggio di andare a farsi gli esami per sospetta malaria...
Quando sono andata all'ULSS a informarmi mi hanno detto che devo tener presente come periodo di possibile manifestazione dei sintomi di 1 anno...
A qualcuno è stata detta la stessa cosa? Perchè a me è sembrato un po' eccessivo come periodo...visto anche che quando torno in Italia andremo contro l'inverno e la classica influenza è facile che me la becchi di sicuro!! Ogni volta che avrò anche sono 2 linee di febbre devo andare a farmi gli esami x 1 anno di tempo?

A me anche 6 mesi...soprattutto a mia moglie relativamente ad una possibile gravidanza...

Penso ank'io che 6 mesi dovrebbero bastare....
speriamo che la febbre non mi venga mai cosi risolvo il problema..
Che poi pensandoci bene è un controsenso perchè poi anche a me hanno detto per una possibile gravidanza di aspettare almeno 6 mesi...
bha!!!

Jambo a tutti.................... come già detto io non ho mai fatto nessun tipo di "vaccinazione" visto che vaccinazione non è e non copre ...................
Dopo la sesta volta in due anni che vado in Kenya, diciamo tanto per.........., ho acquistato il test. Spero di non doverlo mai usare ma in caso ..........
Mi sembrano assurde anche tutte le altre vaccinazioni che vengono proprinate ai vari utenti delle Ussl. Precauzioni che vengono prese e con giusta causa, solo da chi va in kenya recandosi in posti non come villaggi turistici o altre mete sempre turistiche. Se non erro entro 3 mesi massimo 6 dovrebbe esserci il sintomo della malaria.................
maisha marefu

Noi non faremo assolutamente la profilassi antimalarica (consiglio di un medico-amico dell'ospedale Sacco ) come non la abbiamo fatta per la Tanzania
Abbiamo preso un medicinale omeopatico, abbiamo usato (ma non serviva più di tanto visto la manzanza di zanzare) autan blu
Altre persone ci hanno consigliato di acquistare un medicinale direttamente in farmacia in Kenya e portarcelo a casa
Questo è il nostro pensiero...poi penso che ognuno ragioni con la propria testa
Saluti

Ciao Matteo,
io avevo usato il Ledum Palustre come rimedio omeopatico, anche tu?

Si proprio il Ledum Palustre
e pensiamo di usarlo anche in Kenya

Set combinati, kit fai da te A Malindi l'anofele non fa più paura

Ai malindini la malaria non fa più paura. Con l'avvicinarsi dell'alta stagione, iniziano a piovere sulla mail di malindikenya.net decine di richieste di consigli sul da farsi per affrontare la zanzara anofele e le sue conseguenze. La nostra linea è risaputa e avvalorata dai consigli che tempo fa sul nostro portale ha dato il dottor Mauro Saio, italiano primario del reparto di malattie tropicali del Nairobi Hospital. Niente profilassi, è superata e fa male! Quio a Malindi (non ancora in Italia, purtroppo) si trovano i nuovi farmaci a base di artemisina, sostanza che si è rivelata efficace tanto a curare la malaria quanto a rendere inefficaci le zanzare in futuro. Così quest'anno sono calati vertiginosamente i casi di malaria negli europei, e Malindi è attrezzatissima, con medicine e kit per la malaria in tutte le farmacie e nelle cliniche migliori. Il Saint Peter Hospital ha confezionato una borsetta da viaggio con tre test semplici da fare e il Coartem, la più efficace "pillola del giorno dopo" per il virus. Tenuto conto che la malaria può stare in incubazione anche dieci-dodici giorni, l'ideale è prendere la confezione o il kit prima di ripartire per l'Italia. Ecco quindi i consigli su come comportarsi per la malaria: anche se il vostro medico in Italia vi consiglia la profilassi, noi la sconsigliamo. E' costosa, non fa bene al fegato e copre in media solo nel 75% dei casi. Nel caso vi venisse la febbre dopo una settimana o più dall'arrivo in Kenya, acquistate il kit combinato (due medicine tra cui il Coartem, con anche l'eventuale richiamo, due pastiglie da prendere una e due settimane dopo la fine della cura) con il test da fare a casa. Guardate la scadenza delle confezioni, che durano fino a cinque anni e vi potranno servire anche la prossima volta che tornerete. In Kenya tenete le medicine in frigo o costantemente in aria condizionata.

Questa interessante notizie la potete leggere oggi sul sito : Malindikenya la riportiamo anche qui in quanto credo dia informazioni importanti a chi si accinge ad andare in kenya e a dover fare la fantomatica scelta "Profilassi si o no?"

Se, "Già il titolo mi fa sorridere"...., da una parte mi fa piangere e mi spinge a fare un paio di riflessioni.
MALARIA: gia a suo tempo sono intervenuto sull'argomento, sia chiaro i miei interventi non vogliono essere oro colato oppure panacea della verità, ma secondo me l'argomento malaria è spesso preso sottogamba.
Per l'ennesima volta nel pezzo sopra riportato si parla con grande enfasi della malaria che non fa più paura, del kit fai da te, come la pillola del giorno dopo a questo punto mi chiedo: ma chi scrive questi articoli non ha mai visitato un ospedale, anche a Malindi, senza andare necessariamente e Mombasa o Nairobi, a visitare un reparto dove sono ricoverati degenti colpiti dalla malaria, evidentemente non lo hanno mai fatto, altrimenti si sarebbero resi conto cho forse non è proprio cosi come la raccontano,in questi reparti si muore ancora di malaria, come del resto succede anche in Italia da chi colpito in forma grave.
Ci sono diversi stadii di malaria, forma leggera con febbricciatola, e forma più grave con febbre alta, coma e poi con il rischio il più delle volte di morire, oppure tutte le statistiche riguardanti l'argomento sono false? Statistiche che dicono che in Africa c'è un alta percentuale di morti, bambini e adulti, per la malaria, Malindi è in Africa come pure il Kenya è in Africa.
Quindi, secondo il mio modesto parere, il fai da te, fatelo per imbiancare o per potare le rose o altri lavori di briccolage; per quanto riguarda la salute e in questo contesto la malaria, al rientro dal Kenya o da qualsiasi paese africano e non, hai primi sintomi recatevi senza targiversare in un centro specializzato, saranno loro a prescrivervi la terapia giusta e a curarvi se fosse necessario, tutto il resto, parole parole parole.
Fio

Meno male che il dott.Mauro Saio, primario dell'ospedale di Nairobi, reparto di malattie tropicali forse ne sa qualcosa più di te...altrimenti con questo terrorismo nessuno andrebbe in Kenya!!!!

fio ha scritto:
Quindi, secondo il mio modesto parere, il fai da te, fatelo per imbiancare o per potare le rose o altri lavori di briccolage; per quanto riguarda la salute e in questo contesto la malaria, al rientro dal Kenya o da qualsiasi paese africano e non, hai primi sintomi recatevi senza targiversare in un centro specializzato, saranno loro a prescrivervi la terapia giusta e a curarvi se fosse necessario, tutto il resto, parole parole parole.

A parte che questo non mi sembra un tono costruttivo per partecipare ad un dialogo con gli altri utenti, dopo qualche mese dal rientro dal Kenya, il mio compagno è stato male e ci siamo recati in un ospedale romano specializzato in malattie tropicali, gli stessi dottori ci hanno detto che se avevamo portato con noi una scatola di medicine locali era caldamente raccomandato portarla con noi in ospedale, per fortuna si ètrattato di un falso allarme e quindi non ne abbiamo avuto bisogno; i dottori comunque ci hanno detto che sono molto + efficaci le loro medicine che la terapia che fanno nei nostri ospedali, (fra l'altro utilizzano i medicinali della stessa profilassi), ma che negli ospedali italiani queste medicine non sono disponibili quindi in caso avessimo avuto di nuovo i sintomi dovevamo portarci dietro il medicinale che ci sarebbe stato somministrato poi in ospedale!!!

Secondo me questo articolo è fatto solo per i turisti che si recano in kenya senza, o almeno poco, tener conto della popolazione locale, che naturalmente si ammala ancora e spesso di malaria.

Carissima Simona io non capisco il criterio che usi per replicare agli interventi: io non ho affatto detto che il Dott.Mauro Saio ne sa meno di me, non lo neanche nominato, io ho premesso:
"sia chiaro i miei interventi non vogliono essere oro colato oppure panacea della verità,"
"TERRORISMO" ? Parola grossa, io ho espresso la mia opinione in merito all'argomento, poi è chiaro che ognuno si regola e pensa come meglio crede.
Gli esempi personali poi lasciano sempre il tempo che trovano, è la casistica che conta e i dati di fatto.
Affermare oltretutto che in Italia non siano in grado di curare i pazienti colpiti da malaria in quanto non hanno i medicinali, vabbè che ogni tanto si legge di malasanità, ma questo mi sembra il volere paragonare la strutture ospedaliere italiane con quelle del terzo mondo.
Questa tua affermazione, conferma il fatto che probabilmente non hai mai visitato qualche ospedale africano, o ancora peggio non ti è mai capitato di assistere un amico in coma colpito da malaria e questo non in Italia ma in un ospedale di Nairobi, ma questa è un'altra storia.
Va ricordato che in tantissimi paesi africani Kenya compreso esiste ancora lo stregone e questo la dice tutta sul sistema sanitario locale.
Comunque come si dice in Kenya "akuna matata" io esprimo le mie opinioni
senza volere fare del "terrorismo gratuito" termine che esula dal mio io e il mio comportamento.
Fio


Modificato perchè redatto in toni offensivi, si prega di mantenere un comportamento in linea con il regolamento e rispettare le opinioni altrui senza fare i so-tutto

fio ha scritto:
Affermare oltretutto che in Italia non siano in grado di curare i pazienti colpiti da malaria in quanto non hanno i medicinali, vabbè che ogni tanto si legge di malasanità, ma questo mi sembra il volere paragonare la strutture ospedaliere italiane con quelle del terzo mondo.

Se uno contasse fino a tre prima di scrivere...il dottore non ha detto di non essere in grado di curare la malaria, ma di non poter avere a disposizione i medicinali locali in quanto per fortuna in Italia i casi di malaria durante l'anno sono pochissimi, quindi loro come cura utilizzano Lariam e Chinino, rimedi in Kenya ampliamente superati!!!
Questo non vuol dire parlare di malasanità, vuol dire semplicemente che essendo una malattia molto rara in Italia, non possiamo essere all'avanguardia per la cura; mentre lo siamo per altri tipi di infezioni...

Anch'io, ormai, da anni vado in Kenya e allora mi sono informata presso un medico che lavora presso un ospedale dove vengono curate le malattie tropicali ( Ospedale Sacco di Milano )
La sua risposta è stata "comprati il Coartem" sul posto e se dovesse succedere che al tuo ritorno hai sintomi che facciano pensare alla malaria vieni qui in ospedale portandoti i farmaci acquistati.
Come spiega bene Federica questo è valido per i turisti non purtroppo per le persone che vivono là e che non hanno la possibilità economica di acquistare questo farmaco.
Infatti io acquisto il farmaco, anche per scaramanzia, e poi quando torno lo riporto ad un medico a Marafa.
Questa è la mia personale esperienza

Dimenticavo oltre al Coartem sono state aggiunte altri due medicinali
Doxycline Capsules e Malafin pastiglie
Naturalmente non usando il fai da te ma portando queste in ospedale

Qui...in modi diversi...state dicendo tutti la stessa cosa, ovvero:
1)la malaria è più facile da curare con medicinali comprati in kenya
2)gli africani non hanno facile accesso alle cure come noi europei che andiamo in vacanza, per ovvie ragioni, che vanno dal costo dei medicinali all'inadeguatezza di alcune strutture!
E su questi due punti non si discute!!...
L'importante è non prendere troppo sottogamba una malattia che uccide ancora milioni di persone nell'Africa equatoriale e che, presa in forma grave e non curata subito e adeguatamente, può uccidere anche un turista (la zanzara non guarda in faccia a nessuno, non controlla in passaporto e di sicuro non si ferma fuori all'ingresso dei villaggi turistici)!!
La riflessione iniziale di Fio pone l'attenzione proprio su questo!!...
Articoli cosi ottimisti fanno sorridere (amaramente) a chi conosce quello che avviene nei villaggi più sperduti dell'Africa o in quelli a due passi da un resort. E fanno sorridere (sempre amaramente) chi ha vissuto la malaria sulla propria pelle che, in molti casi, non si presenta come un semplice raffreddore o una semplice febbre!!
Quindi...per concludere...ben vengano buone notizie dal mondo medico e scientifico, ben vengano questi specialisti che ci informano sui metodi migliori per curare o prevenire questa malattia...ma guia a dimenticare l'altra faccia della medaglia e guia a perdere di vista quello che succede nel resto del mondo (e a volte anche in italia) : La malaria è una malattia che, se presa, non è certo una passeggiata. Milioni di persone, in Africa e in tutte le zona equatoriali, di malaria ci muoiono! ...e...anche su questo non si discute!

Busu
Iaia