L'isola di Robinson

Si il ristorante ti immerge in un'atmosfera di altri tempi. Molto suggestivo specialmente l'arredamento. Pranzo ottimo anche se qui ho visto, non voglio proprio usare la parola, razzismo. Accompagnate, io e mia figlia, da 2 ragazzi kenyoti fino alla spiaggia ed al ristorante. Arrivate al ristorante i ragazzi sono stati mandati da un'altra parte perchè loro lì non possono stare a mangiare e noi due siamo rimaste sole attorniate da solo arabi. Abbiamo degustato i buonissimi granchi ma con gli occhi addosso di tutti gli arabi che se la ridevano e dopo aver mangiato si sono sdraiati sui "divani" sempre fissandoci. Questo comunque è uno dei posti in cui vorreri ritornare specialmente per il ristorante per poter degustare ancora il pranzo.
maisha marefu

Si anch'io non ho capito perchè non hanno lasciato che Jimmy e Baraka da noi invitati non abbiano potuto pranzare con noi
Non mi hanno voluto dare nessuna spiegazione....
Noi però non li vedevamo dal nostro tavolo...loro sono rimasti seduti fuori sulle panche
Noi ci torniamo senz'altro ad agosto....troppo buono il pranzo
Questa volta voglio provare ad impuntarmi dicendo che voglio i miei amici al tavolo !

Io infatti non li vedevo, li hanno proprio mandati in un altro posto per loro kenyoti. A noi hanno detto che non potevano stare lì, secondo me perchè c'erano gli arabi. Fosse ancora così la prossima volta che ci vado non mangio e me ne torno indietro.
maisha marefu

Robinson Island si trova a largo della costa Kenyana a 40 Km a nord della città di Malindi, centro turistico di rilevanza.

Confina a sud-ovest con Ngomeni e ad ovest con Magarini-Gongoni.

L’intera area è situata ad una latitudine di 2° 59 S e longitudine di 40° 10E.

L’ambiente circostante è arricchito da antiche foreste di mangrovie; lo scenario estetico è composto da bianche spiagge, dune sabbiose e barriere coralline che si allungano verso la costa del Kenya.

L’Isola è la dimora dei “poveri” Giriamas, una sub-tribù dei Mijikenda, povertà dovuta ad una mancanza di introiti nonché di opportunità di impiego così come di istruzione.

L’isola inoltre non ha facilitazioni sanitarie né accesso alle condutture d’acqua così come ai servizi elettrici.

Manca la connessione con una linea telefonica e la copertura per la rete mobile è piuttosto debole.

L’isola e i suoi dintorni sono la dimora di enormi tartarughe di mare, dugongo e altre specie marine locali.

Nonostante l’abbondanza di ricche risorse naturali, le attuali attività di sopravivenza generano pochi introiti.

Le attività delle vicine fabbriche di sale sulla terra ferma, che creano occasionali opportunità di lavoro, hanno provocato il deterioramento di molte risorse naturali.

Nel corso degli anni la produzione delle saline ha causato la “salinizzazione” dell’entroterra , delle insenature, delle acque potabili, nonché un impoverimento delle risorse di cibo provenienti dalle acque.

Per cercare di limitare la povertà e la degradazione ambientale, 48 abitanti di Robinson Island si sono organizzati in “Friday’s Arm” gruppo di auto-supporto con l’obiettivo di riabilitare le foreste di mangrovie nonché proteggere le tartarughe di mare.

Sono state riseminate oltre 1.600.000 mangrovie nelle aree degradate e infiniti nidi di tartarughe sono stati protetti con successo.

Fonte: fof-onlus

Grazie carla per aver postato le foto..sono bellissime, le ho sistemate nel post iniziale