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Kenya, la missione di padre Bill
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Kenya, la missione di padre Bill
Kenya, la missione di padre Bill
Un missionario difende i due ospedali che ha fondato, i donatori che li hanno finanziati e gli utenti che ne beneficiano. Il suo Istituto, Maryknoll, il Cardinale di Nairobi e una congregazione di suore vogliono cambiare attività
“L’alienazione di una proprietà e un’attività del valore di oltre 30 milioni di dollari, che serve più di trecentomila persone all’anno, non può passare sotto silenzio”. William Charles Fryda, detto padre Bill, era un sacerdote dell’Istituto Maryknoll, missionario in Kenya, dove ha fondato due ospedali, a Nairobi e ad Elementaita. Ora non può più esercitare il ministero sacerdotale, è stato sospeso a divinis dal 15 aprile 2013. E ora rischia di essere cacciato dal suo Istituto.
Il 4 giugno il superiore generale dei Maryknoll gli ha scritto una lettera molto dura, ordinandogli di lasciare il Kenya, le sue attività, e di tornare nella casa generalizia di New York. Tutto questo per sanare “I conflitti pubblici con il Cardinale che regge l’Arcidiocesi di Nairobi, la disobbedienza verso i legittimi superiori e la scarsa trasparenza finanziaria”.
Documenti e lettere riservate, di cui è entrato in possesso Vatican Insider, segnano l’ultima puntata di polemiche che si trascinano da più di tre anni. Padre Bill, medico, ha lasciato gli Stati Uniti per prestare servizio in Africa dal 1980. Negli ultimi 15 anni ha costruito questi due ospedali, fra i più grandi del Paese, che danno lavoro a 400 persone, di cui 40 medici. La proprietà è intestata alla Fondazione St. Mary’s, non legata alla chiesa cattolica, la quale garantisce che le attività esprimano i valori cattolici e non abbiano scopo di lucro.
Una congregazione di religiose locali, le suore dell’Assunzione, si era prestata quale garante per i terreni di fronte alle autorità locali. Tre anni fa questa congregazione ha rivendicato le proprietà, manifestando la volontà di affidare le strutture sanitarie ad una organizzazione privata (il Regina Pacis University College) fondata dal cardinale di Nairobi, John Njue, e dalla superiora delle religiose, suor Marie Therese Gachambi. Padre Bill, temendo che la finalità umanitaria di questi ospedali venga snaturata da un’attività a scopo di lucro, ha portato la disputa in Tribunale. La Corte kenyana dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno.
“Va contro la mia coscienza lasciare a questo punto St. Mary, il personale e molti pazienti. Quindi vi chiedo rispettosamente di posporre la vostra decisione fino a quando si sarà risolta la causa in Tribunale” chiede padre Bill ai suoi superiori, in una lettera del 7 luglio scorso. Se il missionario lasciasse ora le sue attività, anche le cause civili potrebbero decadere, mancando una delle due parti. Il superiore Generale dei Mariknoll però, gli ha intimato di tornare nella casa Generalizia di New York entro il 15 luglio: “Se non tornerai e rimarrai assente per più di sei mesi sarai espulso dal nostro Istituto”. Il termine è ormai scaduto, padre Bill però è rimasto in Kenya.
Questa vicenda è sotto esame anche a Roma, presso la Propaganda Fide. In Kenya nessuno ne vuole parlare. Solo monsignor Colin Davies, vescovo emerito di Ngong, ha espresso un giudizio molto netto in favore di padre Bill, con una lettera confidenziale ai vescovi del Kenya, al Nunzio Apostolico ed ai superiori dell’Istituto Maryknoll: “Il Cardinale non ha mai scritto il suo ordine a padre Fryda di lasciare la terra. Qualsiasi azione intrapresa prima che la Corte si sia espressa sarebbe illegale. Padre Fryda ha legalmente registrato una società senza scopo di lucro per realizzare gli obiettivi dei donatori, garantendo un servizio ai malati. Dobbiamo salvaguardare l’indipendenza, la proprietà e le condizioni professionali per mantenere e utilizzare al meglio queste risorse”.
Fonte: Vaticaninsider
Un missionario difende i due ospedali che ha fondato, i donatori che li hanno finanziati e gli utenti che ne beneficiano. Il suo Istituto, Maryknoll, il Cardinale di Nairobi e una congregazione di suore vogliono cambiare attività
“L’alienazione di una proprietà e un’attività del valore di oltre 30 milioni di dollari, che serve più di trecentomila persone all’anno, non può passare sotto silenzio”. William Charles Fryda, detto padre Bill, era un sacerdote dell’Istituto Maryknoll, missionario in Kenya, dove ha fondato due ospedali, a Nairobi e ad Elementaita. Ora non può più esercitare il ministero sacerdotale, è stato sospeso a divinis dal 15 aprile 2013. E ora rischia di essere cacciato dal suo Istituto.
Il 4 giugno il superiore generale dei Maryknoll gli ha scritto una lettera molto dura, ordinandogli di lasciare il Kenya, le sue attività, e di tornare nella casa generalizia di New York. Tutto questo per sanare “I conflitti pubblici con il Cardinale che regge l’Arcidiocesi di Nairobi, la disobbedienza verso i legittimi superiori e la scarsa trasparenza finanziaria”.
Documenti e lettere riservate, di cui è entrato in possesso Vatican Insider, segnano l’ultima puntata di polemiche che si trascinano da più di tre anni. Padre Bill, medico, ha lasciato gli Stati Uniti per prestare servizio in Africa dal 1980. Negli ultimi 15 anni ha costruito questi due ospedali, fra i più grandi del Paese, che danno lavoro a 400 persone, di cui 40 medici. La proprietà è intestata alla Fondazione St. Mary’s, non legata alla chiesa cattolica, la quale garantisce che le attività esprimano i valori cattolici e non abbiano scopo di lucro.
Una congregazione di religiose locali, le suore dell’Assunzione, si era prestata quale garante per i terreni di fronte alle autorità locali. Tre anni fa questa congregazione ha rivendicato le proprietà, manifestando la volontà di affidare le strutture sanitarie ad una organizzazione privata (il Regina Pacis University College) fondata dal cardinale di Nairobi, John Njue, e dalla superiora delle religiose, suor Marie Therese Gachambi. Padre Bill, temendo che la finalità umanitaria di questi ospedali venga snaturata da un’attività a scopo di lucro, ha portato la disputa in Tribunale. La Corte kenyana dovrebbe esprimersi entro la fine dell’anno.
“Va contro la mia coscienza lasciare a questo punto St. Mary, il personale e molti pazienti. Quindi vi chiedo rispettosamente di posporre la vostra decisione fino a quando si sarà risolta la causa in Tribunale” chiede padre Bill ai suoi superiori, in una lettera del 7 luglio scorso. Se il missionario lasciasse ora le sue attività, anche le cause civili potrebbero decadere, mancando una delle due parti. Il superiore Generale dei Mariknoll però, gli ha intimato di tornare nella casa Generalizia di New York entro il 15 luglio: “Se non tornerai e rimarrai assente per più di sei mesi sarai espulso dal nostro Istituto”. Il termine è ormai scaduto, padre Bill però è rimasto in Kenya.
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Fonte: Vaticaninsider
fio- Sostenitore
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Località : Como-Malindi-Africa
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