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Riparami dal sole, ti riparerò dalla pioggia
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Riparami dal sole, ti riparerò dalla pioggia
Riparami dal sole, ti riparerò dalla pioggia
Racconti
Solidarietà e scambio di favori è l’insegnamento di questa favola che ci viene dal Kenya.
Una volta regnava una grande pace tra tutti gli animali della savana. Un giorno le mucche pascolavano tranquille con i loro vitellini laggiù nella brughiera. Brucando l’erba fresca qui e là ,s’incontrarono con mamma leonessa e i suoi cuccioli. Educatamente si salutarono. Mentre conversavano anche i loro piccoli chiacchieravano tra loro. Il leoncino annusava e leccava il vitellino, quasi si volessero bene. I genitori vedendo ciò erano felici. Sembrava proprio che i piccoli desiderassero giocare insieme.
La leonessa doveva andare in cerca di cibo, e così chiese alla mucca di lasciare il suo cucciolo a giocare con il vitellino. E partì a cacciare uccelli nel bosco.
Ma i giochi del leoncino spaventarono molto la mucca. Infatti giocando, il cucciolo aveva più volte ferito il vitellino al collo. Mamma mucca ebbe paura e si intromise per farli smettere. Ma il leoncino pensò che anche la mucca volesse giocare. Saltò sul suo collo e ripetutamente la morsicò.
Mamma mucca prese paura, se lo scrollò di dosso fino a farlo cadere e scacciarlo. Il cucciolo, accorgendosi che il gioco con la mucca era finito prese a ruggire con la sua voce da vero
leone e ad odiare mamma mucca. La mucca lo prese di mira e lo trafisse con le corna in pancia. II leoncino mori sul colpo.
Presa da grande spavento, la mucca decise di fuggire e nascondersi. Prese il piccolo con sé e scappò. Tornando dalla caccia con quattro galline faraone, mamma leonessa trovò il suo cucciolo morto. Mucca e vitellino erano spariti. Allora s’infuriò molto: incominciò a ruggire forte strisciando basso basso, decisa a lottare con chiunque avesse ucciso il suo cucciolo. Decise innanzitutto di ritrovare la mucca per chiederle spiegazioni. Intraprese allora un lungo cammino seguendo le tracce della mucca e del vitellino.
La mucca e il suo piccolo, allontanandosi dal luogo in cui avevano ucciso il figlio della leonessa, si erano rifugiati dal rinoceronte. Dopo che la mucca l’ebbe informato di quanto era accaduto, il rinoceronte rispose: “Starai qui dentro fino a quando te lo dirò io. E non gridare, anche se avrai fame”. La mucca accettò. Con il suo vitellino entrò e si nascose all’interno.
Il rinoceronte si teneva all’esterno mentre acconciava il pelo al figlio. Dopo un pò sentì ruggire la leonessa da lontano, un lungo rabbioso ruggito. Il rinoceronte ebbe paura, rendendosi conto che mamma leonessa avrebbe cercato la mucca proprio là dentro. Se l’avesse scoperta, l’amicizia tra loro due si sarebbe infranta. Allora entrò veloce ed ordinò alla mucca di uscire.
- Dove andiamo, poveri noi? – chiese in lacrime la mucca.
- Non lo so, uscite comunque di casa mia! – fu l’ordine del rinoceronte che faceva il muso duro. La mucca uscì e si mise a fuggire. Ma non sapeva dove andare. Arrivò così alla casa del coniglio. Dopo avergli raccontato tutto, chiese al coniglio di potersi nascondere in casa sua. Il coniglio acconsentì di dar loro riparo nella sua officina di fabbro. Quindi soggiunse: “Starai qui dentro, non essere ansiosa e non gridare anche se senti la leonessa avvicinarsi. Non ti toccherà affatto”.
La mucca titubante accettò, ma nella sua testa rimaneva l’idea del rinoceronte che l’aveva fatta scappare appena aveva sentito l’urlo della leonessa. Pur sapendo bene che il coniglio era piccolo e privo di forza, confidava tuttavia nella sua grande saggezza. Nel frattempo la leonessa era sulle tracce dei bovini nei pressi del rinoceronte. La leonessa lo incontrò seduto su una grande pietra fuori di casa mentre stava pettinando il figlio. Gli chiese: – Hai visto per caso un bovino da queste parti? Le tracce indicano che è qui in casa tua. – No, no, la mucca è passata di qui correndo e non ho avuto la possibilità, di chiederle perché correva. Era seguita dal vitellino. Ma che cosa è successo? – chiese il rinoceronte con un pò di sorpresa come se ignorasse quanto era accaduto. – Non fa nulla. Dimmi semplicemente per dove sono andati – insistette la leonessa. – Non lo so, perché è girata dietro casa. Riesci a seguire le sue tracce? – rispose il rinoceronte indicando col dito la direzione presa dalla mucca e dal vitellino.
La leonessa riprese il cammino. Procedeva ruggendo con grande ferocia. Segui le tracce finché giunse dal coniglio. Trovò il coniglio mentre batteva il ferro. Stringeva le tenaglie e il martello, mentre il fuoco di carbonella era acceso. Mamma leonessa chiese permesso. Il coniglio la fece entrare tutto in festa. “Avanti, mamma leonessa – le disse -. Qual è il tuo problema? Vedo che sei molto stanca”. Cerco dei bovini – rispose -; sono due giorni che li sto cercando senza riuscire a vederli. Per caso, non li hai visti da queste parti? Ho visto le loro tracce fin qui da te,. Il coniglio dirimando: “Siediti ora, calmati e poi ti racconterò tutto”.
La leonessa ringraziò e si mise seduta. Udendo queste parole, la mucca ebbe paura, ma aveva preso un impegno con il coniglio di non scappare. Il coniglio mise un grosso sasso nel carbone acceso e chiese alla leonessa la storia dei bovini. Essa cominciò a raccontare quanto era accaduto e quanto avesse tribolato senza trovare la mucca. Con gli occhi sconsolati, il coniglio la guardò e le disse: “Ti porterò dove si trova la mucca, ma prima mangerai un pò, vero? La leonessa rispose: “Che tipo di cibo, signor coniglio? Ho proprio una grande fame. Dammi qualcosa che mi dia un po’ di forza per parlare alla mucca”. “Ho un po’ di carne che avevo arrostito qui in cucina, ma non era abbastanza cotta per me, per te è buona, non è vero?”, disse il coniglio mentre afferrava la tenaglia per togliere il ferro dal fuoco. “Molte grazie” – rispose la leonessa sorridendo -. Va bene. Dammi per favore questo pezzo di carne”.
“Vedi – continuò il coniglio – le tue mani sono molto sporche. Lascia quindi che sia io ad imboccarti”. E glielo disse con un fare tanto giulivo che la leonessa accettò. Ben seduta e con gli occhi chiusi, spalancò le fauci in attesa del boccone. Allora il coniglio tolse il sasso che era nel fuoco e lo cacciò in gola alla leonessa. Era talmente infuocato che gli rimase in gola uccidendola sul colpo.
Visto che la leonessa era moria, il coniglio entrò in casa per dire alla mucca e al vitellino che ora potevano uscire. Uscendo, la mucca vide la leonessa stecchita. Madre figlio danzarono di gioia ringraziando il coniglio. Mamma mucca chiese allora al coniglio: “Che ti darò per quanto mi
hai fatto?” E il coniglio di rimando: “Non desidero che una sola cosa: lasciami poppare il tuo latte”. La mucca con gioia accondiscese alla richiesta del coniglio. E da allora che esiste amicizia tra i
discendenti dei conigli e delle mucche; così come esiste odio tra i discendenti del leone e i bovini. Ancora oggi il leone continua infatti a divorare i bovini e i conigli a succhiare il latte delle mucche.
Fonte:MISNA
Racconti
Solidarietà e scambio di favori è l’insegnamento di questa favola che ci viene dal Kenya.
Una volta regnava una grande pace tra tutti gli animali della savana. Un giorno le mucche pascolavano tranquille con i loro vitellini laggiù nella brughiera. Brucando l’erba fresca qui e là ,s’incontrarono con mamma leonessa e i suoi cuccioli. Educatamente si salutarono. Mentre conversavano anche i loro piccoli chiacchieravano tra loro. Il leoncino annusava e leccava il vitellino, quasi si volessero bene. I genitori vedendo ciò erano felici. Sembrava proprio che i piccoli desiderassero giocare insieme.
La leonessa doveva andare in cerca di cibo, e così chiese alla mucca di lasciare il suo cucciolo a giocare con il vitellino. E partì a cacciare uccelli nel bosco.
Ma i giochi del leoncino spaventarono molto la mucca. Infatti giocando, il cucciolo aveva più volte ferito il vitellino al collo. Mamma mucca ebbe paura e si intromise per farli smettere. Ma il leoncino pensò che anche la mucca volesse giocare. Saltò sul suo collo e ripetutamente la morsicò.
Mamma mucca prese paura, se lo scrollò di dosso fino a farlo cadere e scacciarlo. Il cucciolo, accorgendosi che il gioco con la mucca era finito prese a ruggire con la sua voce da vero
leone e ad odiare mamma mucca. La mucca lo prese di mira e lo trafisse con le corna in pancia. II leoncino mori sul colpo.
Presa da grande spavento, la mucca decise di fuggire e nascondersi. Prese il piccolo con sé e scappò. Tornando dalla caccia con quattro galline faraone, mamma leonessa trovò il suo cucciolo morto. Mucca e vitellino erano spariti. Allora s’infuriò molto: incominciò a ruggire forte strisciando basso basso, decisa a lottare con chiunque avesse ucciso il suo cucciolo. Decise innanzitutto di ritrovare la mucca per chiederle spiegazioni. Intraprese allora un lungo cammino seguendo le tracce della mucca e del vitellino.
La mucca e il suo piccolo, allontanandosi dal luogo in cui avevano ucciso il figlio della leonessa, si erano rifugiati dal rinoceronte. Dopo che la mucca l’ebbe informato di quanto era accaduto, il rinoceronte rispose: “Starai qui dentro fino a quando te lo dirò io. E non gridare, anche se avrai fame”. La mucca accettò. Con il suo vitellino entrò e si nascose all’interno.
Il rinoceronte si teneva all’esterno mentre acconciava il pelo al figlio. Dopo un pò sentì ruggire la leonessa da lontano, un lungo rabbioso ruggito. Il rinoceronte ebbe paura, rendendosi conto che mamma leonessa avrebbe cercato la mucca proprio là dentro. Se l’avesse scoperta, l’amicizia tra loro due si sarebbe infranta. Allora entrò veloce ed ordinò alla mucca di uscire.
- Dove andiamo, poveri noi? – chiese in lacrime la mucca.
- Non lo so, uscite comunque di casa mia! – fu l’ordine del rinoceronte che faceva il muso duro. La mucca uscì e si mise a fuggire. Ma non sapeva dove andare. Arrivò così alla casa del coniglio. Dopo avergli raccontato tutto, chiese al coniglio di potersi nascondere in casa sua. Il coniglio acconsentì di dar loro riparo nella sua officina di fabbro. Quindi soggiunse: “Starai qui dentro, non essere ansiosa e non gridare anche se senti la leonessa avvicinarsi. Non ti toccherà affatto”.
La mucca titubante accettò, ma nella sua testa rimaneva l’idea del rinoceronte che l’aveva fatta scappare appena aveva sentito l’urlo della leonessa. Pur sapendo bene che il coniglio era piccolo e privo di forza, confidava tuttavia nella sua grande saggezza. Nel frattempo la leonessa era sulle tracce dei bovini nei pressi del rinoceronte. La leonessa lo incontrò seduto su una grande pietra fuori di casa mentre stava pettinando il figlio. Gli chiese: – Hai visto per caso un bovino da queste parti? Le tracce indicano che è qui in casa tua. – No, no, la mucca è passata di qui correndo e non ho avuto la possibilità, di chiederle perché correva. Era seguita dal vitellino. Ma che cosa è successo? – chiese il rinoceronte con un pò di sorpresa come se ignorasse quanto era accaduto. – Non fa nulla. Dimmi semplicemente per dove sono andati – insistette la leonessa. – Non lo so, perché è girata dietro casa. Riesci a seguire le sue tracce? – rispose il rinoceronte indicando col dito la direzione presa dalla mucca e dal vitellino.
La leonessa riprese il cammino. Procedeva ruggendo con grande ferocia. Segui le tracce finché giunse dal coniglio. Trovò il coniglio mentre batteva il ferro. Stringeva le tenaglie e il martello, mentre il fuoco di carbonella era acceso. Mamma leonessa chiese permesso. Il coniglio la fece entrare tutto in festa. “Avanti, mamma leonessa – le disse -. Qual è il tuo problema? Vedo che sei molto stanca”. Cerco dei bovini – rispose -; sono due giorni che li sto cercando senza riuscire a vederli. Per caso, non li hai visti da queste parti? Ho visto le loro tracce fin qui da te,. Il coniglio dirimando: “Siediti ora, calmati e poi ti racconterò tutto”.
La leonessa ringraziò e si mise seduta. Udendo queste parole, la mucca ebbe paura, ma aveva preso un impegno con il coniglio di non scappare. Il coniglio mise un grosso sasso nel carbone acceso e chiese alla leonessa la storia dei bovini. Essa cominciò a raccontare quanto era accaduto e quanto avesse tribolato senza trovare la mucca. Con gli occhi sconsolati, il coniglio la guardò e le disse: “Ti porterò dove si trova la mucca, ma prima mangerai un pò, vero? La leonessa rispose: “Che tipo di cibo, signor coniglio? Ho proprio una grande fame. Dammi qualcosa che mi dia un po’ di forza per parlare alla mucca”. “Ho un po’ di carne che avevo arrostito qui in cucina, ma non era abbastanza cotta per me, per te è buona, non è vero?”, disse il coniglio mentre afferrava la tenaglia per togliere il ferro dal fuoco. “Molte grazie” – rispose la leonessa sorridendo -. Va bene. Dammi per favore questo pezzo di carne”.
“Vedi – continuò il coniglio – le tue mani sono molto sporche. Lascia quindi che sia io ad imboccarti”. E glielo disse con un fare tanto giulivo che la leonessa accettò. Ben seduta e con gli occhi chiusi, spalancò le fauci in attesa del boccone. Allora il coniglio tolse il sasso che era nel fuoco e lo cacciò in gola alla leonessa. Era talmente infuocato che gli rimase in gola uccidendola sul colpo.
Visto che la leonessa era moria, il coniglio entrò in casa per dire alla mucca e al vitellino che ora potevano uscire. Uscendo, la mucca vide la leonessa stecchita. Madre figlio danzarono di gioia ringraziando il coniglio. Mamma mucca chiese allora al coniglio: “Che ti darò per quanto mi
hai fatto?” E il coniglio di rimando: “Non desidero che una sola cosa: lasciami poppare il tuo latte”. La mucca con gioia accondiscese alla richiesta del coniglio. E da allora che esiste amicizia tra i
discendenti dei conigli e delle mucche; così come esiste odio tra i discendenti del leone e i bovini. Ancora oggi il leone continua infatti a divorare i bovini e i conigli a succhiare il latte delle mucche.
Fonte:MISNA
fio- Sostenitore
- Numero di messaggi : 3168
Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
Re: Riparami dal sole, ti riparerò dalla pioggia
Che storiella fantasiosa, carina anche se la parte del coniglio
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
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