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Dandora, promessa all'italiana
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Dandora, promessa all'italiana
Dandora, promessa all'italiana. Bonifica di business della discarica.
di Enzo Ciaccio
È di nuovo polemica per il progetto di bonifica della immensa discarica Dandora, alla periferia di Nairobi in Kenya, che nel 2006 il governo italiano si era offerto di bonificare ma che venne bloccato dall’allora ministro per l’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sollecitato dalle proteste del missionario comboniano padre Alex Zanotelli.
Ha detto Pecoraro Scanio a Lettera43.it: «Sì, bloccai tutto perché in tanti si contraddicevano. Affidai il progetto alla nostra agenzia interna, poi il governo di Romano Prodi cadde e tutto svanì nel nulla».
Nel fuoco incrociato delle accuse e contro-accuse c’è anche l’attuale ministro per l’ambiente, Corrado Clini, che all’epoca dei fatti era direttore generale al ministero gestito dai Verdi.
A far discutere, è lo studio di fattibilità del progetto finalizzato a bonificare Dandora. La decisione di affidarlo per 721 mila euro a Eurafrica, società priva di esperienza specifica ma stimata dall’attuale ministro Clini, sarebbe - per i critici - un «atto non giustificabile», visto che già esisteva almeno un'altra proposta di pari livello (elaborata dalla Jacorossi) il cui costo non superava i 300 mila euro. Ma lo studio Jacorossi, pur consegnato all’ambasciata italiana a Nairobi, risulta scomparso.
Qualcuno lo ha sottratto dai cassetti. Il ministro Clini, dal canto suo, ha sempre insistito sulle proprie tesi: «Della proposta Jacorossi non so nulla. Eurafrica per me era e resta una società affidabile, l’abbiamo sperimentata con esiti positivi anche in Bosnia. Piuttosto, bloccare quel progetto è stato davvero un peccato».
Mentre la procura di Roma indaga e i contendenti italiani litigano a suon di querele, a “Dandora” 4 milioni di kenioti continuano a morire prima dei 40 anni, avvelenati dai fumi dell’immondizia e dalla guerra in atto nel mondo per accaparrarsi la raccolta dei rifiuti a Nairobi e in Africa.
Domenica, 27 Novembre 2011
Fonte:Lettera 43 Quotidiano indipendente
di Enzo Ciaccio
È di nuovo polemica per il progetto di bonifica della immensa discarica Dandora, alla periferia di Nairobi in Kenya, che nel 2006 il governo italiano si era offerto di bonificare ma che venne bloccato dall’allora ministro per l’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sollecitato dalle proteste del missionario comboniano padre Alex Zanotelli.
Ha detto Pecoraro Scanio a Lettera43.it: «Sì, bloccai tutto perché in tanti si contraddicevano. Affidai il progetto alla nostra agenzia interna, poi il governo di Romano Prodi cadde e tutto svanì nel nulla».
Nel fuoco incrociato delle accuse e contro-accuse c’è anche l’attuale ministro per l’ambiente, Corrado Clini, che all’epoca dei fatti era direttore generale al ministero gestito dai Verdi.
A far discutere, è lo studio di fattibilità del progetto finalizzato a bonificare Dandora. La decisione di affidarlo per 721 mila euro a Eurafrica, società priva di esperienza specifica ma stimata dall’attuale ministro Clini, sarebbe - per i critici - un «atto non giustificabile», visto che già esisteva almeno un'altra proposta di pari livello (elaborata dalla Jacorossi) il cui costo non superava i 300 mila euro. Ma lo studio Jacorossi, pur consegnato all’ambasciata italiana a Nairobi, risulta scomparso.
Qualcuno lo ha sottratto dai cassetti. Il ministro Clini, dal canto suo, ha sempre insistito sulle proprie tesi: «Della proposta Jacorossi non so nulla. Eurafrica per me era e resta una società affidabile, l’abbiamo sperimentata con esiti positivi anche in Bosnia. Piuttosto, bloccare quel progetto è stato davvero un peccato».
Mentre la procura di Roma indaga e i contendenti italiani litigano a suon di querele, a “Dandora” 4 milioni di kenioti continuano a morire prima dei 40 anni, avvelenati dai fumi dell’immondizia e dalla guerra in atto nel mondo per accaparrarsi la raccolta dei rifiuti a Nairobi e in Africa.
Domenica, 27 Novembre 2011
Fonte:Lettera 43 Quotidiano indipendente
fio- Sostenitore
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Il ministro Clini e quella bonifica “d’oro” della discarica in Kenya
Il ministro Clini e quella bonifica “d’oro” della discarica in Kenya
ROMA – Il ‘Fatto Quotidiano’ racconta che nel 2007 l’attuale ministro dell’Ambiente Corrado Clini si era fatto sponsor di una azienda, l’Eurafrica, che si era candidata a fare in Kenya, a spese del governo italiano, la bonifica della discarica di Dandora, alla periferia di Nairobi, la più grande del Kenya. Alcuni però, racconta il ‘Fatto’, ovvero il comboniano padre Alex Zanotelli, padre Daniele Moschetti e il giornalista Massimo Alberizzi del Corriere della Sera, sollevarono delle critiche al progetto, visto che c’era un’altra azienda italiana che si era proposta di fare la bonifica senza chiedere soldi allo Stato. I tre scrissero articoli, fecero conferenze sull’argomento, racconta ‘Il Fatto’, e Clini li querelò.
Ma vediamo la vicenda secondo ‘Il Fatto Quotidiano’: “Sono stati proposti diversi progetti di bonifica (per la discarica di Dandora, ndr). Uno di questi, firmato dall’azienda italiana Jacorossi, prevede la chiusura della discarica e la nascita di una società partecipata dal Comune di Nairobi per gestire la raccolta dei rifiuti della città, con l’assunzione di almeno una parte di coloro che vivono rovistando nell’immondizia. È un progetto industriale, che prevede ricavi per chi vi s’impegna e non chiede aiuti di Stato. Si materializza però anche un altro progetto, presentato da una società sconosciuta, Eurafrica, con soli 10 mila euro di capitale, sede legale a Napoli, sede operativa a Roma e zero dipendenti. Tanto per cominciare, Eurafrica si appresta a incassare, per il solo studio di fattibilità, oltre 700 mila euro, erogati dal ministero italiano dell’Ambiente nell’ambito degli impegni internazionali legati al protocollo di Kyoto. In seguito, sarebbe arrivata la parte più consistente del business, del valore di oltre 30 milioni di dollari. A fare concretamente i lavori di bonifica sarebbero state due società proposte da Eurafrica, la britannica Atkins e la keniota Howard Hamprey. Chi accredita Eurafrica presso i governi di Roma e di Nairobi è Clini. Ma chi c’è dietro la società che tanto sta a cuore al direttore generale? La sede di Napoli è in realtà l’abitazione dell’amministratore unico, Tiziana Perroni. La sede operativa di Roma è intestata al socio di Eurafrica, Bruno Calzia. I due sono marito e moglie”.
Fonte: www.blitzquotidiano.it
ROMA – Il ‘Fatto Quotidiano’ racconta che nel 2007 l’attuale ministro dell’Ambiente Corrado Clini si era fatto sponsor di una azienda, l’Eurafrica, che si era candidata a fare in Kenya, a spese del governo italiano, la bonifica della discarica di Dandora, alla periferia di Nairobi, la più grande del Kenya. Alcuni però, racconta il ‘Fatto’, ovvero il comboniano padre Alex Zanotelli, padre Daniele Moschetti e il giornalista Massimo Alberizzi del Corriere della Sera, sollevarono delle critiche al progetto, visto che c’era un’altra azienda italiana che si era proposta di fare la bonifica senza chiedere soldi allo Stato. I tre scrissero articoli, fecero conferenze sull’argomento, racconta ‘Il Fatto’, e Clini li querelò.
Ma vediamo la vicenda secondo ‘Il Fatto Quotidiano’: “Sono stati proposti diversi progetti di bonifica (per la discarica di Dandora, ndr). Uno di questi, firmato dall’azienda italiana Jacorossi, prevede la chiusura della discarica e la nascita di una società partecipata dal Comune di Nairobi per gestire la raccolta dei rifiuti della città, con l’assunzione di almeno una parte di coloro che vivono rovistando nell’immondizia. È un progetto industriale, che prevede ricavi per chi vi s’impegna e non chiede aiuti di Stato. Si materializza però anche un altro progetto, presentato da una società sconosciuta, Eurafrica, con soli 10 mila euro di capitale, sede legale a Napoli, sede operativa a Roma e zero dipendenti. Tanto per cominciare, Eurafrica si appresta a incassare, per il solo studio di fattibilità, oltre 700 mila euro, erogati dal ministero italiano dell’Ambiente nell’ambito degli impegni internazionali legati al protocollo di Kyoto. In seguito, sarebbe arrivata la parte più consistente del business, del valore di oltre 30 milioni di dollari. A fare concretamente i lavori di bonifica sarebbero state due società proposte da Eurafrica, la britannica Atkins e la keniota Howard Hamprey. Chi accredita Eurafrica presso i governi di Roma e di Nairobi è Clini. Ma chi c’è dietro la società che tanto sta a cuore al direttore generale? La sede di Napoli è in realtà l’abitazione dell’amministratore unico, Tiziana Perroni. La sede operativa di Roma è intestata al socio di Eurafrica, Bruno Calzia. I due sono marito e moglie”.
Fonte: www.blitzquotidiano.it
Federica- ADMIN
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