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Kenya : l'isolotto Migingo su lago Vittoria
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Kenya : l'isolotto Migingo su lago Vittoria
Continua il tira-molla tra il Kenya e l'Uganda per la sovranità di questo mezzo ettaro di roccia, tra le divertenti sbruffonate del presidente Museveni. Un giorno dice che si trova in Kenya ma che l'acqua che lo circonda è in Uganda: " Chi mette un piede in acqua entra in Uganda. I Luo sono tutti matti" (molti dei quali sono cittadini ugandesi) Il giorno dopo dice di essere stato mal citato dai media. Ora un diplomatico britannico dice che la bega non ha niente a che vedere con la sovranità o con i diritti di pesca. L'isolotto è un fiorente centro di contrabbando merci tra i due paesi padroneggiato da prominenti personalità politiche di ambedue le parti. Notevole è l'assenza di commenti da parte del presidente Kibaki. Chi tartassa i Luo non puó che essere dalla sua parte.
Tratto da Mal di Malindi
Tratto da Mal di Malindi
Uomo avvisato….
Dopo un lungo silenzio il presidente Kibaki si è finalmente rivolto indirettamente al presidente Museveni dell'Uganda circa la sovranità dell'isolotto roccioso nel lago Vittoria alludendo testualmente all'uso della forza: "Lasciatemi dichiarare chiaramente che il Kenya è pronto ad usare tutti i mezzi a sua disposizione per salvaguardare i confini del paese e la sicurezza della popolazione. Tuttavia, come già detto in varie occasioni, diamo ancora priorità alla diplomazia sulla forza" Il presidente parlava alla cerimonia del giuramento delle nuove reclute delle forze armate a Lanet.
Tratto da Mal di Malindi
Tratto da Mal di Malindi
La guerra più piccola del mondo? Nel Lago Vittoria
Ho trovato questo articolo datato 29 marzo 2009.
La guerra più piccola del mondo? Nel Lago Vittoria
Quella per Migingo Island potrebbe essere definita la più piccola guerra del mondo. Tre soldati, una dozzina di poliziotti e otto marines su un fazzoletto di terra da anni conteso fra Uganda e Kenya. E non perché sia ricco di petrolio, di diamanti o di chissà quale pregiata risorsa. Semplicemente, Migingo Island, nel mezzo del lago Vittoria (3 ore di motoscafo dalle coste keniote, 6 da quelle ugandesi), è uno dei pochi posti pescosi rimasti nel più grande lago del mondo tropicale.
Fino a cinque anni fa nell’isoletta viveva, quasi come in un racconto, solo un pescatore. Poi, man mano che si è sparsa la voce di quanto pescose fossero le sue acque, hanno iniziato ad arrivarne altri, col risultato che ora a viverci sono in 500. Ma col numero dei pescatori sono arrivati anche ospiti più indesiderati: i pirati. Che, armati di fucili d’assalto, arrivavano anche dalla Tanzania, per rubare motori, pesce e il poco denaro dei pescatori. Una situazione diventata presto intollerabile e sfociata in una richiesta d’aiuto ai rispettivi governi da parte degli “immigrati”. Il primo a rispondere è stato quello dell’Uganda, che per difendere i pochi cittadini arrivati sino a lì, ha mandato una squadra di polizia marittima, che ha piantato la bandiera nera, gialla e rossa dello stato centrafricano. Così, un’isola che era sempre stata del Kenya e abitata per l’80 per cento da kenyoti, improvvisamente, ha iniziato a dipendere da Kampala.
Che ben presto si è resa conto di quanto valesse la zona, visto che in un giorno le barche riuscivano a pescare più di 100 chili di pesce persico del Nilo, guadagnando fino a 200 euro, più di tre volte quello che la maggior parte dei pescatori della zona guadagna in un mese di lavoro in terra ferma. Una sovrabbondanza di denaro, che ha portato a tasse, permessi d’entrata e multe. Da cui, ovviamente, sono stati colpiti soprattutto i pescatori kenioti, che prima hanno provato a ribellarsi - venendo puniti con arresti o espulsioni - e poi si sono rivolti ai politici di Nairobi.
Così, lo scorso mese, una dozzina di poliziotti kenioti sono arrivati a Migingo, guidati da un commissario di distretto. Hanno deposto la bandiera ugandese e hanno dichiarato che l’isola appartiene al Kenya. Un gesto che l’Uganda ha visto come una provocazione, al punto da rispondere con l’invio di alcuni uomini dell’esercito, che sono entrati in contatto con le forze inviate dal Paese vicino, rischiando lo scontro a fuoco.
Ma una soluzione potrebbe venire, oltre che dai colloqui ai massimi livelli fra i due Stati, anche dal lago stesso. Già, perché il Lago Vittoria, che con i suoi 68000 chilometri quadrati di superficie è il secondo lago d’acqua dolce del mondo, è allo stremo: le sue risorse, sfruttate intensamente dai 30 milioni di persone che vi si affacciano, stanno rapidamente declinando, al punto che, secondo gli esperti di inquinamento, serve una moratoria della pesca se non si vuole che il bacino resti senza pesci. E allora, anche per Mingingo Island, per i suoi 4 pub, la farmacia e gli svariati bordelli potrebbe tornare un po’ di tranquillità.
Tratto da www.panorama.it - canale mondo-
La guerra più piccola del mondo? Nel Lago Vittoria
Quella per Migingo Island potrebbe essere definita la più piccola guerra del mondo. Tre soldati, una dozzina di poliziotti e otto marines su un fazzoletto di terra da anni conteso fra Uganda e Kenya. E non perché sia ricco di petrolio, di diamanti o di chissà quale pregiata risorsa. Semplicemente, Migingo Island, nel mezzo del lago Vittoria (3 ore di motoscafo dalle coste keniote, 6 da quelle ugandesi), è uno dei pochi posti pescosi rimasti nel più grande lago del mondo tropicale.
Fino a cinque anni fa nell’isoletta viveva, quasi come in un racconto, solo un pescatore. Poi, man mano che si è sparsa la voce di quanto pescose fossero le sue acque, hanno iniziato ad arrivarne altri, col risultato che ora a viverci sono in 500. Ma col numero dei pescatori sono arrivati anche ospiti più indesiderati: i pirati. Che, armati di fucili d’assalto, arrivavano anche dalla Tanzania, per rubare motori, pesce e il poco denaro dei pescatori. Una situazione diventata presto intollerabile e sfociata in una richiesta d’aiuto ai rispettivi governi da parte degli “immigrati”. Il primo a rispondere è stato quello dell’Uganda, che per difendere i pochi cittadini arrivati sino a lì, ha mandato una squadra di polizia marittima, che ha piantato la bandiera nera, gialla e rossa dello stato centrafricano. Così, un’isola che era sempre stata del Kenya e abitata per l’80 per cento da kenyoti, improvvisamente, ha iniziato a dipendere da Kampala.
Che ben presto si è resa conto di quanto valesse la zona, visto che in un giorno le barche riuscivano a pescare più di 100 chili di pesce persico del Nilo, guadagnando fino a 200 euro, più di tre volte quello che la maggior parte dei pescatori della zona guadagna in un mese di lavoro in terra ferma. Una sovrabbondanza di denaro, che ha portato a tasse, permessi d’entrata e multe. Da cui, ovviamente, sono stati colpiti soprattutto i pescatori kenioti, che prima hanno provato a ribellarsi - venendo puniti con arresti o espulsioni - e poi si sono rivolti ai politici di Nairobi.
Così, lo scorso mese, una dozzina di poliziotti kenioti sono arrivati a Migingo, guidati da un commissario di distretto. Hanno deposto la bandiera ugandese e hanno dichiarato che l’isola appartiene al Kenya. Un gesto che l’Uganda ha visto come una provocazione, al punto da rispondere con l’invio di alcuni uomini dell’esercito, che sono entrati in contatto con le forze inviate dal Paese vicino, rischiando lo scontro a fuoco.
Ma una soluzione potrebbe venire, oltre che dai colloqui ai massimi livelli fra i due Stati, anche dal lago stesso. Già, perché il Lago Vittoria, che con i suoi 68000 chilometri quadrati di superficie è il secondo lago d’acqua dolce del mondo, è allo stremo: le sue risorse, sfruttate intensamente dai 30 milioni di persone che vi si affacciano, stanno rapidamente declinando, al punto che, secondo gli esperti di inquinamento, serve una moratoria della pesca se non si vuole che il bacino resti senza pesci. E allora, anche per Mingingo Island, per i suoi 4 pub, la farmacia e gli svariati bordelli potrebbe tornare un po’ di tranquillità.
Tratto da www.panorama.it - canale mondo-
Federica- ADMIN
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