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In kenia arrivano le pioggie ma non il cibo
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In kenia arrivano le pioggie ma non il cibo
.Le piogge stagionali hanno portato un po’ di sollievo nelle aree del paese colpite dalla siccità. Tuttavia, ci vorranno dei mesi prima che si possa approfittare dei frutti del raccolto. Sono circa 4 milioni le persone che, in Kenia, dipendono dall’assistenza del WFP.
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Dopo mesi penosi di siccità, la pioggia è finalmente caduta. La terra, arida ed increspata, si sta trasformando in una fanghiglia rossa, mentre l’aria si riempe dell’odore di pioggia e di vegetazione che torna a tingersi di verde. Le rane sono tornate a gracidare nei letti dei fiumi, che si stanno lentamente riempendo di acqua. Le piogge, tanto necessarie, hanno ridato vita ai pascoli per il bestiame e per le capre che sono riuscite a sopravvivere al lungo periodo secco. Per non parlare del sollievo che hanno arrecato alle persone che erano arrivate a percorrere fino 20 chilometri per trovare dell’acqua.
Eppure, anche se le piogge hanno soddisfatto il bisogno di acqua in molte zone del Kenia, non hanno potuto fare molto per la scarsità di cibo causata dalla siccità. Gli agricoltori hanno cominciato a seminare i campi, ma il raccolto si vedrà solo nel febbraio del prossimo anno. Nolkitemu Lelesara è una dei 3,8 milioni di kenioti che sono stati colpiti dalla siccità e che stanno ricevendo l’assistenza del WFP.
Lelesara si occupa di pastorizia nella regione di Samburu in Kenia. Qui, gran parte dei famosi animali selvaggi sono morti per mancanza d’acqua e la stessa sorte è toccata al bestiame. Ora, per la prima volta da mesi, le capre pelle e ossa e il bestiame possono sfamarsi con i primi ciuffi d’erba che crescono. Lelesara è tuttavia cautamente ottimista. “Abbiamo bisogno che l’assistenza alimentare continui”, dice. “Ci vorrà del tempo prima di riuscire a procurarci il cibo da soli, e anche per i nostri animali ci vorrà del tempo prima che possano crescere in salute e produrre latte e vitellini”.
Il sollievo per le piogge è peró accompagnato dalla paura di inondazioni, specialmente nelle zone nord orientali del Kenia. El Nino, il periodico cambiamento di temperatura nelle acque di superficie che influenza l’andamento climatico della regione, è la causa di queste forti piogge. Nel 1997, il fenomeno atmosferico El Nino provocó delle vaste inondazioni nel paese: le acque contribuirono alla diffusione di malattie, che a loro volta causarono altre vittime tra le persone e gli animali. Gli esperti del clima stimano in un 70 per cento la probabilità che nei prossimi mesi il paese possa subire delle inondazioni.
Il WFP ha già pre-posizionato cibo per le sue operazioni dirette ai rifugiati e in risposta alla siccità, così che i più vulnerabili tra chi ha bisogno non soffrano la fame, quando le piogge renderanno le strade inaccessibili. In una terra che è stata prosciugata dal sole, ora potranno essere le barche, pronte in attesa di essere utilizzate, a distribuire i soccorsi d’emergenza.
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Dopo mesi penosi di siccità, la pioggia è finalmente caduta. La terra, arida ed increspata, si sta trasformando in una fanghiglia rossa, mentre l’aria si riempe dell’odore di pioggia e di vegetazione che torna a tingersi di verde. Le rane sono tornate a gracidare nei letti dei fiumi, che si stanno lentamente riempendo di acqua. Le piogge, tanto necessarie, hanno ridato vita ai pascoli per il bestiame e per le capre che sono riuscite a sopravvivere al lungo periodo secco. Per non parlare del sollievo che hanno arrecato alle persone che erano arrivate a percorrere fino 20 chilometri per trovare dell’acqua.
Eppure, anche se le piogge hanno soddisfatto il bisogno di acqua in molte zone del Kenia, non hanno potuto fare molto per la scarsità di cibo causata dalla siccità. Gli agricoltori hanno cominciato a seminare i campi, ma il raccolto si vedrà solo nel febbraio del prossimo anno. Nolkitemu Lelesara è una dei 3,8 milioni di kenioti che sono stati colpiti dalla siccità e che stanno ricevendo l’assistenza del WFP.
Lelesara si occupa di pastorizia nella regione di Samburu in Kenia. Qui, gran parte dei famosi animali selvaggi sono morti per mancanza d’acqua e la stessa sorte è toccata al bestiame. Ora, per la prima volta da mesi, le capre pelle e ossa e il bestiame possono sfamarsi con i primi ciuffi d’erba che crescono. Lelesara è tuttavia cautamente ottimista. “Abbiamo bisogno che l’assistenza alimentare continui”, dice. “Ci vorrà del tempo prima di riuscire a procurarci il cibo da soli, e anche per i nostri animali ci vorrà del tempo prima che possano crescere in salute e produrre latte e vitellini”.
Il sollievo per le piogge è peró accompagnato dalla paura di inondazioni, specialmente nelle zone nord orientali del Kenia. El Nino, il periodico cambiamento di temperatura nelle acque di superficie che influenza l’andamento climatico della regione, è la causa di queste forti piogge. Nel 1997, il fenomeno atmosferico El Nino provocó delle vaste inondazioni nel paese: le acque contribuirono alla diffusione di malattie, che a loro volta causarono altre vittime tra le persone e gli animali. Gli esperti del clima stimano in un 70 per cento la probabilità che nei prossimi mesi il paese possa subire delle inondazioni.
Il WFP ha già pre-posizionato cibo per le sue operazioni dirette ai rifugiati e in risposta alla siccità, così che i più vulnerabili tra chi ha bisogno non soffrano la fame, quando le piogge renderanno le strade inaccessibili. In una terra che è stata prosciugata dal sole, ora potranno essere le barche, pronte in attesa di essere utilizzate, a distribuire i soccorsi d’emergenza.
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marcella- Nuovo utente
- Numero di messaggi : 7
Data d'iscrizione : 06.05.09
Età : 65
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