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Il Kenya si organizza
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Il Kenya si organizza
Il Kenya si riorganizza
Nascono organizzazioni a difesa degli interessi delle categorie
Mombasa-La sensazione è che ci sia voglia di fare ordine. Non si spiegherebbe altrimenti il proliferare in terra keniana di nuovi organismi preposti alla supervisione e all'affermazione del comparto turistico.
Soltanto limitandosi all'analisi di quanto è avvenuto negli ultimi tre mesi, si scopre che nel Paese hanno visto la luce una nuova associazione dei tour operator, un comitato per l'incentivazione del turismo balneare e un ufficio per il controllo dell'hôtellerie e della ristorazione. Segno evidente che in questo angolo d'Africa, dove l'industria dei viaggi rappresenta il 5,2 per cento del Pil e tiene occupate 550mila persone (equivalenti grosso modo a un lavoratore su undici), c'è chi ha voglia di migliorarsi e di fare sentire la propria voce. Meglio se all'interno di un coro compatto e auspicabilmente più efficace.
Ecco allora che alla Kato, storica associazione dei tour operator il cui battesimo data al lontano 1978, si è aggiunta la Kalto (Associazione locale dei tour operator del Kenya), pronta a fregiarsi, secondo le previsioni, di 500 aziende iscritte già entro fine anno. La sua mission è difendere gli interessi della categoria di fronte al Governo, che in materia turistica si mostra sempre più esigente e attento. Soprattutto quando si parla di qualità.
Proprio quest'ultima sembra, infatti, essere una delle tematiche ultimamente più care al Ministero del Turismo, ideatore del neonato Ufficio per il controllo degli alberghi e ristoranti.
In appoggio a questa politica è intervenuta, in forma del tutto casuale e autonoma, l'istituzione di un nuovo Comitato per il coordinamento dell'offerta balneare. Un progetto che deve la propria sussistenza ai fondi pubblici accantonati in favore del turismo, e che mira allo sviluppo del segmento attraverso la creazione di nuovi tratti di spiaggia attrezzati. L'insieme delle norme varate riguarda l'acquisizione dei terreni e la successiva organizzazione e gestione degli spazi nel rispetto dell'equilibrio ambientale.
Con la previsione di creare un'ulteriore nuova authority incaricata di verificare che, una volta avviati, gli stabilimenti balneari rispettino gli standard qualitativi e gestionali imposti dal Comitato stesso.
Intanto il business legato all'industria delle vacanze nel Paese continua a crescere. Secondo i dati diffusi dall'ultimo report del Wttc, infatti, nei prossimi dieci anni il giro d'affari complessivo del comparto in Kenya aumenterà del 4,1 per cento annuo, mentre nel 2005 è stato di 18.878 milioni di dollari. L'incidenza del Pil turistico su quello totale del Paese si prevede sarà dell'11,4 per cento, con una crescita media annuale, sempre nel prossimo decennio, del 3,8 per cento. Anche gli impieghi diretti e indiretti nel settore, secondo il Wttc, sono destinati ad un incremento annuale del 2,5 per cento. Un tasso superiore a quello dell'Egitto, fermo a un più 2,4 per cento.
FONTE:The East African
Nascono organizzazioni a difesa degli interessi delle categorie
Mombasa-La sensazione è che ci sia voglia di fare ordine. Non si spiegherebbe altrimenti il proliferare in terra keniana di nuovi organismi preposti alla supervisione e all'affermazione del comparto turistico.
Soltanto limitandosi all'analisi di quanto è avvenuto negli ultimi tre mesi, si scopre che nel Paese hanno visto la luce una nuova associazione dei tour operator, un comitato per l'incentivazione del turismo balneare e un ufficio per il controllo dell'hôtellerie e della ristorazione. Segno evidente che in questo angolo d'Africa, dove l'industria dei viaggi rappresenta il 5,2 per cento del Pil e tiene occupate 550mila persone (equivalenti grosso modo a un lavoratore su undici), c'è chi ha voglia di migliorarsi e di fare sentire la propria voce. Meglio se all'interno di un coro compatto e auspicabilmente più efficace.
Ecco allora che alla Kato, storica associazione dei tour operator il cui battesimo data al lontano 1978, si è aggiunta la Kalto (Associazione locale dei tour operator del Kenya), pronta a fregiarsi, secondo le previsioni, di 500 aziende iscritte già entro fine anno. La sua mission è difendere gli interessi della categoria di fronte al Governo, che in materia turistica si mostra sempre più esigente e attento. Soprattutto quando si parla di qualità.
Proprio quest'ultima sembra, infatti, essere una delle tematiche ultimamente più care al Ministero del Turismo, ideatore del neonato Ufficio per il controllo degli alberghi e ristoranti.
In appoggio a questa politica è intervenuta, in forma del tutto casuale e autonoma, l'istituzione di un nuovo Comitato per il coordinamento dell'offerta balneare. Un progetto che deve la propria sussistenza ai fondi pubblici accantonati in favore del turismo, e che mira allo sviluppo del segmento attraverso la creazione di nuovi tratti di spiaggia attrezzati. L'insieme delle norme varate riguarda l'acquisizione dei terreni e la successiva organizzazione e gestione degli spazi nel rispetto dell'equilibrio ambientale.
Con la previsione di creare un'ulteriore nuova authority incaricata di verificare che, una volta avviati, gli stabilimenti balneari rispettino gli standard qualitativi e gestionali imposti dal Comitato stesso.
Intanto il business legato all'industria delle vacanze nel Paese continua a crescere. Secondo i dati diffusi dall'ultimo report del Wttc, infatti, nei prossimi dieci anni il giro d'affari complessivo del comparto in Kenya aumenterà del 4,1 per cento annuo, mentre nel 2005 è stato di 18.878 milioni di dollari. L'incidenza del Pil turistico su quello totale del Paese si prevede sarà dell'11,4 per cento, con una crescita media annuale, sempre nel prossimo decennio, del 3,8 per cento. Anche gli impieghi diretti e indiretti nel settore, secondo il Wttc, sono destinati ad un incremento annuale del 2,5 per cento. Un tasso superiore a quello dell'Egitto, fermo a un più 2,4 per cento.
FONTE:The East African
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