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INFLUENZA A / AFRICA A RISCHIO PANDEMIA
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INFLUENZA A / AFRICA A RISCHIO PANDEMIA
INFLUENZA A - AFRICA A RISCHIO PANDEMIA .
Una rete di controlli non efficace, malattie endemiche e fondi non sufficienti per affrontare l'emergenza: per il continente africano la pandemia di influenza A potrebbe rappresentare una grave minaccia in termini di perdita di vite umane.
Per gli esperti il problema "non è rappresentato da una eventuale riarrangiamento del virus ma da una diffusione incontrollata su soggetti già colpiti da altre patologie". In queste ore il virus A/H1N1 sta cominciando a diffondersi su tutto il continente nero, con già circa 3.500 contagiati: casi sono segnalati in Mozambico, Camerun, Gabon, Kenya, Namibia e Madagascar e nei giorni scorsi erano state confermate le prime vittime nelle Isole Mauritius e in Egitto dove, le autorità dell'aeroporto della Cairo hanno vietato ai minori di 25 anni e ai maggiori di 65 anni di andare in pellegrinaggio alla Mecca, in applicazione delle misure di lotta contro l'influenza A.
Secondo i virologi, però, malnutrizione ed altre malattie legate alla povertà rendono le persone più vulnerabili a qualsiasi tipo di influenza. "Da sempre è molto difficile verificare la circolazione in Africa delle influenze stagionali - spiega il virologo dell'Istituto superiore di sanità (ISS), Gianni Rezza - perché le reti di controllo sono meno efficaci rispetto ad altri continenti. Questa situazione pone dei rischi per verificare la diffusione del virus che potrebbe colpire soggetti già affetti da altre patologie". L'Africa sub-sahariana rappresenta il 66% dei casi di HIV nel mondo, il 31% dei casi di tubercolosi ed il 86% dei casi di malaria. "Il rischio concreto - prosegue Rezza - e che si verifichi un massiccio aumento di mortalità mentre non è prevedibile un riarrangimento del virus".
Per gli esperti le scarse possibilità di controllo, anche nella velocità di propagazione, dell'A/H1N1 crea allarme sul monitoraggio molecolare del virus. "In Camerun già da qualche anno è attivo un nostro laboratorio - prosegue Rezza - che si occupa in primo luogo di HiV ma esistono programmi specifici sulla diffusione delle influenze ".
Tra gli esperti c'é chi sottolinea che i fondi stanziati dalle autorità sono insufficienti per fare fronte ad una pandemia. "Servono almeno 22 milioni di euro - ha affermato Luccico Gomes Sambo, direttore regionale per l'Africa dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) - per poter rispondere in modo concreto all'epidemia". A differenza del resto del continente, i Paesi dell'Africa australe sono ben attrezzate: la Repubblica del Sudafrica ha posto negli aeroporti internazionali dei rilevatori per la temperatura corporea e creato un numero telefonico di emergenza per la popolazione ma le scuole sono rimaste regolarmente aperte."Pensiamo che la chiusura delle scuole sia un provvedimento non del tutto convincente per contenere la propagazione del virus" ha precisato nei giorni scorsi il ministero della Sanità sudafricano.
Fonte: Americaoggi.info- Osservatorio internazionale
Una rete di controlli non efficace, malattie endemiche e fondi non sufficienti per affrontare l'emergenza: per il continente africano la pandemia di influenza A potrebbe rappresentare una grave minaccia in termini di perdita di vite umane.
Per gli esperti il problema "non è rappresentato da una eventuale riarrangiamento del virus ma da una diffusione incontrollata su soggetti già colpiti da altre patologie". In queste ore il virus A/H1N1 sta cominciando a diffondersi su tutto il continente nero, con già circa 3.500 contagiati: casi sono segnalati in Mozambico, Camerun, Gabon, Kenya, Namibia e Madagascar e nei giorni scorsi erano state confermate le prime vittime nelle Isole Mauritius e in Egitto dove, le autorità dell'aeroporto della Cairo hanno vietato ai minori di 25 anni e ai maggiori di 65 anni di andare in pellegrinaggio alla Mecca, in applicazione delle misure di lotta contro l'influenza A.
Secondo i virologi, però, malnutrizione ed altre malattie legate alla povertà rendono le persone più vulnerabili a qualsiasi tipo di influenza. "Da sempre è molto difficile verificare la circolazione in Africa delle influenze stagionali - spiega il virologo dell'Istituto superiore di sanità (ISS), Gianni Rezza - perché le reti di controllo sono meno efficaci rispetto ad altri continenti. Questa situazione pone dei rischi per verificare la diffusione del virus che potrebbe colpire soggetti già affetti da altre patologie". L'Africa sub-sahariana rappresenta il 66% dei casi di HIV nel mondo, il 31% dei casi di tubercolosi ed il 86% dei casi di malaria. "Il rischio concreto - prosegue Rezza - e che si verifichi un massiccio aumento di mortalità mentre non è prevedibile un riarrangimento del virus".
Per gli esperti le scarse possibilità di controllo, anche nella velocità di propagazione, dell'A/H1N1 crea allarme sul monitoraggio molecolare del virus. "In Camerun già da qualche anno è attivo un nostro laboratorio - prosegue Rezza - che si occupa in primo luogo di HiV ma esistono programmi specifici sulla diffusione delle influenze ".
Tra gli esperti c'é chi sottolinea che i fondi stanziati dalle autorità sono insufficienti per fare fronte ad una pandemia. "Servono almeno 22 milioni di euro - ha affermato Luccico Gomes Sambo, direttore regionale per l'Africa dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) - per poter rispondere in modo concreto all'epidemia". A differenza del resto del continente, i Paesi dell'Africa australe sono ben attrezzate: la Repubblica del Sudafrica ha posto negli aeroporti internazionali dei rilevatori per la temperatura corporea e creato un numero telefonico di emergenza per la popolazione ma le scuole sono rimaste regolarmente aperte."Pensiamo che la chiusura delle scuole sia un provvedimento non del tutto convincente per contenere la propagazione del virus" ha precisato nei giorni scorsi il ministero della Sanità sudafricano.
Fonte: Americaoggi.info- Osservatorio internazionale
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Data d'iscrizione : 21.04.09
Età : 77
Località : Como-Malindi-Africa
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