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Tutto quello che dovresti sapere sull'Africa
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Tutto quello che dovresti sapere sull'Africa
"Tutto quello che dovresti sapere sull'Africa...e che nessuno ti ha mai raccontato", questo è il titolo del nuovo libro del giornalista Giuseppe Carrisi. Un’analisi a 360 gradi focalizzata sull’Africa e sulle tante Afriche che la compongono, ognuna con le sue peculiarità, i suoi problemi, la sua cultura, le sue tradizioni, e le sue logiche di sviluppo. Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato, sfruttamento delle materie prime, traffico d’armi, Aids, cavie umane e bambini-soldato.
Lo sapevate che nessuna persona è considerata povera fintanto che ne esiste un’altra su cui la prima possa contare? E che mediamente in Africa si stanziano 8 dollari per curare ogni malato di Hiv mentre negli Stati Uniti la cifra pro capite è di 13.500 dollari? E sapevate che la durata media della vita di un africano è 31 anni contro i 78 nei paesi del G7? E che diciotto dei venti Paesi più poveri del pianeta sono africani? E sapevate che per le innumerevoli connessioni con Pechino il continente nero si sta sempre più tingendo di giallo?
Queste sono solo alcune delle riflessioni condotte sulla base di un’attenta ricerca sul secondo continente per estensione e popolosità. Un’area pari a tre volte l’Europa, ma il cui Prodotto Interno Lordo complessivo (relativo ai 40 Paesi dell’Africa sub sahariana) ammonta a circa la metà di quello della sola Spagna. Un continente formato da 53 Stati con circa un miliardo di persone che usano oltre 2500 lingue o dialetti per comunicare tra loro. Si scopre un’Africa con Stati costituzionali, democratici e pacifici che stanno realizzando progressi su vari fronti, un’Africa autocratica che ha concesso limitati passi avanti alla liberalizzazione, ma anche quella scivolata verso sistemi di governo repressivi e fortemente conflittuali senza dimenticare quella dilaniata dalla guerra. Sulla base di tali riflessioni è facile comprendere che non esiste un’unica risposta alla domanda su dove stia andando o dovrebbe andare l’Africa: il destino del continente potrebbe non essere immutabile se le sue grandi potenzialità saranno sostenute dal coraggio di quelle persone che combattono, che lottano e che sognano un’Africa in piedi e non una terra dalle promesse tradite.
Fin da tempi più remoti l’Africa è stata terra di conquista, e gli interessi extracontinentali ne hanno impedito il consolidamento in Stati, seminando guerre, miseria e morte su tutto il suo enorme territorio. Oggi, agli inizi del XXI secolo, il continente nero è un luogo indifeso che, dopo anni di promesse dell’Occidente, spesso tradite dai fatti, vive ancora i retaggi del passato coloniale a cui si aggiungono le grandi contraddizioni del presente. Nonostante il suo illimitato potenziale, l’Africa infatti non è ancora riuscita a darsi un’unità politica ed economica, né ha realizzato un’equa redistribuzione delle risorse e un sistema difensivo che la metta al riparo dai potenziali razziatori delle materie prime. Inoltre, pur essendo diminuiti, i conflitti armati e i “golpe” continuano a essere la causa principale dell’instabilità politica e il terreno fertile per l’ingerenza straniera. A questo si aggiungono nuove piaghe: dal terrorismo internazionale alla droga, dalla biopirateria all’emergenza climatica. In questo saggio, Carrisi evidenzia come, nell’epoca della globalizzazione, il continente nero si trovi soggiogato da un nuova forma di “colonialismo” che vede in campo nuovi attori, oltre a quelli tradizionali: Cina, India, Brasile, Iran, tra tutti, mentre gli Stati Uniti continuano a esercitare la loro influenza e l’Europa oscilla tra progetti di cooperazione e risentimento nei confronti del colonialismo. Nonostante tutto, l’Africa negli ultimi anni ha conosciuto una crescita economica rilevante (dovuta essenzialmente alla domanda di “oro nero”), che potrebbe consentirle di iniziare a recuperare il ritardo accumulato nei confronti del mondo occidentale. Ma, come sottolinea Carrisi, per riuscirci è necessario sciogliere alcuni “nodi” fondamentali: “governance”, Aids, nuove tecnologie, gestione e sfruttamento delle risorse, ma soprattutto lasciare finalmente agli africani il loro destino e il loro futuro.
Giuseppe Carrisi, giornalista Rai, scrittore e documentarista, da anni si occupa delle problematiche dei Paesi in via di sviluppo, in particolare dell’Africa, dove ha realizzato numerosi reportage da zone di guerra (Palestina, Sierra Leone, Uganda, Repubblica Democratica del Congo). Ha pubblicato il volume Kalami va alla guerra, dedicato al fenomeno dei minori utilizzati nei conflitti armati, e sullo stesso argomento ha anche realizzato un film-documentario, dal titolo Kidogò, un bambino soldato.
Fonte: www.Rinascita&CulturaWordpress.com
Iaiaa- Utente
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