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Animali in pericolo: squali salvi, ma altre azioni restano sospese
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Animali in pericolo: squali salvi, ma altre azioni restano sospese
Animali in pericolo: squali salvi, ma altre azioni restano sospese
Risultati storici anche per mante e legname. Pochi i passi avanti per elefanti e rinoceronti
BANGKOK - Alberi e squali ringraziano, i delegati tornano a casa e gli elefanti continuano a morire. La sedicesima conferenzaCites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate d’estinzione, che riunisce 178 nazioni, ha chiuso le porte a Bangkok. Con congratulazioni a vicenda per una effettiva migliorata cooperazione, e molte questioni affrontate sulla carta che aspettano sempre di vedere applicazione nel mondo reale.
SQUALI E MANTE - La conquista è avvenuta in mare: varie specie di squali, tra cui quelli martello, smeriglio, dalla pinna bianca oceanico e mante saranno da ora in poi sottoposti a un regime di pesca e controllo più rigidi. A causa della sovrapesca alcune specie hanno visto una riduzione terribile della loro popolazione negli ultimi anni: -90% per gli squali martello. Il tentativo di alcuni Paesi – Giappone in particolare – di riaprire il dibattito in sede plenaria è fallito, confermando le decisioni prese a inizio settimana , che avevano fatto scrosciare applausi e urla di vittoria. Soddisfatta l’Italia, che ha votato ovviamente compatta con l’Europa: «Non esistono tabù, esiste una gestione», spiega Marco Valentini, funzionario del ministero dell’Ambiente della delegazione italiana. «Gli squali stanno male perché se ne pescano troppi, e sono una specie-chiave, perché sono predatori in cima alla catena». Da questo punto di vista, governi e organizzazioni non governative non hanno esitato a definire storica questa conferenza.
ALBERI E PASSAPORTI - Buone notizie anche sul fronte alberi: i governi si sono accordati per dare un giro di vite al commercio transfrontaliero di alcune specie preziose vittime del disboscamento illegale, in particolare di ebano e palissandro. In Thailandia, per esempio, il numero degli alberi di palissandro locale si è ridotto di un terzo dal 2005: adesso ne rimangono solo 100 mila esemplari nell’intero Paese. Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite, tra il 50 e il 90 per cento della deforestazione in alcuni Paesi tropicali-chiave viene gestito dalla criminalità organizzata. Approvato anche un «passaporto» per gli strumenti musicali i cui componenti rientrano nelle liste protette: dai tasti d’avorio dei pianoforti agli strumenti costruiti con gusci di tartaruga o legname raro, verrà creato un sistema di certificazione per ogni singolo pezzo, necessaria per poter viaggiare.
MERCATI ILLEGALI - Il traffico di fauna e flora selvatica è uno dei mercati illegali più redditizi a livello globale, insieme a quello delle droghe, alla contraffazione e al traffico di esseri. E – secondo le stime del Wwf - l’Italia è uno dei più grandi mercati mondiali, in particolare per le pelli di rettile, legname tropicale e lane pregiate. Mentre negli anni Settanta, quando fu firmata la convenzione Cites, i principali destinatari dei prodotti provenienti da questo traffico erano i consumatori occidentali, il grosso del consumo avviene al giorno d’oggi nei Paesi asiatici – Cina in primo luogo – dove una crescente e numerosissima fetta ricca della popolazione è golosa e fiera di poter acquistare status symbol quali oggetti d’avorio o mobili di legno raro, materiali dalle presunte potenti proprietà curative quali i corni di rinoceronte o delicatessen quali le pinne di pescecane.
ELEFANTI - Il consenso per l’emergenza elefanti è generalizzato. Nell’ultimo paio d’anni, oltre 50 mila elefanti africani sono stati massacrati per l’avorio, e 3-5 mila guardie forestali hanno perso la vita negli ultimi dieci anni nel tentativo di proteggerli. Secondo un recentissimo studio della Wildlife Conservation Society, gli elefanti della foresta sono diminuiti del 62 per cento nello stesso decennio. Il Sudafrica ha lanciato l’appello anche per il rinoceronte: stiamo perdendo la guerra per salvarlo. Ma per entrambe le specie le decisioni adottate rientrano in richieste d’impegno e piani d’azione dall’efficacia concreta tutta da valutare.
SANZIONI - Cites potrebbe ricorrere – e già avrebbe potuto - a quella che è una delle sue forze principali: la possibilità di imporre sanzioni commerciali nei confronti dei Paesi che non adempiono ai propri obblighi. Le sanzioni, però, vengono comminate con estrema parsimonia, e quasi esclusivamente nei confronti di pesci piccoli (alla vigilia di questo Congresso è stata sanzionata la Guinea in relazione al traffico di grandi primati). La sfida è ottenere risultati da tutti, ed è come far passare le misure dalla carta al mondo reale.
Carola Traverso Saibante
15 marzo 2013 | 13:09
Fonte: www.corriere.it/ambiente
Risultati storici anche per mante e legname. Pochi i passi avanti per elefanti e rinoceronti
BANGKOK - Alberi e squali ringraziano, i delegati tornano a casa e gli elefanti continuano a morire. La sedicesima conferenzaCites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate d’estinzione, che riunisce 178 nazioni, ha chiuso le porte a Bangkok. Con congratulazioni a vicenda per una effettiva migliorata cooperazione, e molte questioni affrontate sulla carta che aspettano sempre di vedere applicazione nel mondo reale.
SQUALI E MANTE - La conquista è avvenuta in mare: varie specie di squali, tra cui quelli martello, smeriglio, dalla pinna bianca oceanico e mante saranno da ora in poi sottoposti a un regime di pesca e controllo più rigidi. A causa della sovrapesca alcune specie hanno visto una riduzione terribile della loro popolazione negli ultimi anni: -90% per gli squali martello. Il tentativo di alcuni Paesi – Giappone in particolare – di riaprire il dibattito in sede plenaria è fallito, confermando le decisioni prese a inizio settimana , che avevano fatto scrosciare applausi e urla di vittoria. Soddisfatta l’Italia, che ha votato ovviamente compatta con l’Europa: «Non esistono tabù, esiste una gestione», spiega Marco Valentini, funzionario del ministero dell’Ambiente della delegazione italiana. «Gli squali stanno male perché se ne pescano troppi, e sono una specie-chiave, perché sono predatori in cima alla catena». Da questo punto di vista, governi e organizzazioni non governative non hanno esitato a definire storica questa conferenza.
ALBERI E PASSAPORTI - Buone notizie anche sul fronte alberi: i governi si sono accordati per dare un giro di vite al commercio transfrontaliero di alcune specie preziose vittime del disboscamento illegale, in particolare di ebano e palissandro. In Thailandia, per esempio, il numero degli alberi di palissandro locale si è ridotto di un terzo dal 2005: adesso ne rimangono solo 100 mila esemplari nell’intero Paese. Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite, tra il 50 e il 90 per cento della deforestazione in alcuni Paesi tropicali-chiave viene gestito dalla criminalità organizzata. Approvato anche un «passaporto» per gli strumenti musicali i cui componenti rientrano nelle liste protette: dai tasti d’avorio dei pianoforti agli strumenti costruiti con gusci di tartaruga o legname raro, verrà creato un sistema di certificazione per ogni singolo pezzo, necessaria per poter viaggiare.
MERCATI ILLEGALI - Il traffico di fauna e flora selvatica è uno dei mercati illegali più redditizi a livello globale, insieme a quello delle droghe, alla contraffazione e al traffico di esseri. E – secondo le stime del Wwf - l’Italia è uno dei più grandi mercati mondiali, in particolare per le pelli di rettile, legname tropicale e lane pregiate. Mentre negli anni Settanta, quando fu firmata la convenzione Cites, i principali destinatari dei prodotti provenienti da questo traffico erano i consumatori occidentali, il grosso del consumo avviene al giorno d’oggi nei Paesi asiatici – Cina in primo luogo – dove una crescente e numerosissima fetta ricca della popolazione è golosa e fiera di poter acquistare status symbol quali oggetti d’avorio o mobili di legno raro, materiali dalle presunte potenti proprietà curative quali i corni di rinoceronte o delicatessen quali le pinne di pescecane.
ELEFANTI - Il consenso per l’emergenza elefanti è generalizzato. Nell’ultimo paio d’anni, oltre 50 mila elefanti africani sono stati massacrati per l’avorio, e 3-5 mila guardie forestali hanno perso la vita negli ultimi dieci anni nel tentativo di proteggerli. Secondo un recentissimo studio della Wildlife Conservation Society, gli elefanti della foresta sono diminuiti del 62 per cento nello stesso decennio. Il Sudafrica ha lanciato l’appello anche per il rinoceronte: stiamo perdendo la guerra per salvarlo. Ma per entrambe le specie le decisioni adottate rientrano in richieste d’impegno e piani d’azione dall’efficacia concreta tutta da valutare.
SANZIONI - Cites potrebbe ricorrere – e già avrebbe potuto - a quella che è una delle sue forze principali: la possibilità di imporre sanzioni commerciali nei confronti dei Paesi che non adempiono ai propri obblighi. Le sanzioni, però, vengono comminate con estrema parsimonia, e quasi esclusivamente nei confronti di pesci piccoli (alla vigilia di questo Congresso è stata sanzionata la Guinea in relazione al traffico di grandi primati). La sfida è ottenere risultati da tutti, ed è come far passare le misure dalla carta al mondo reale.
Carola Traverso Saibante
15 marzo 2013 | 13:09
Fonte: www.corriere.it/ambiente
Federica- ADMIN
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