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La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
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La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
LIVORNO. Il governo della Tanzania vuole costruire una superstrada per il traffico commerciale tra Arusha e Musoma, che entrerebbe nell'area nord del Serengeti National Park, tagliando la rotta migratoria di 2 milioni di gnu e zebre. Secondo la Frankfurt zoological society (Fzs) questo potrebbe portare la popolazione degli gnu ad un quarto di quella attuale, perché non riuscirabbero più a raggiungere le aree di pascolo e di riproduzione, inoltre la strada aumenterebbe il conflitti uomo-animali, anche con incidenti stradali con perdite umane e di fauna, l'aumento del trasporto di bestiame invece farebbe aumentare le malattie.
Per la Fzs «Queste aree wilderness sono un habitat fondamentale per specie minacciate come rinoceronti e licaoni e con molte buone ragioni il piano di gestione del Parco nazionale del Serengeti non consente strade commerciali in tutto questo settore». L'istituto tedesco non mette in dubbio che siano necessarie infrastrutture stradali per aiutare gli agricoltori a raggiungere i mercati e che sulla carta il percorso della strada proposta sensato perché è il più breve tra i centri abitati esistenti nel Serengeti.
«Ma siamo sinceramente convinti che la strada avrà effetti disastrosi per l'intero ecosistema. La parte nord del Serengeti e l'adiacente Masai Mara sono essenziali per la migrazione di gnu e zebre durante la stagione secca, in quanto è l'unica fonte d'acqua permanente durante tutto l'anno per questi mandrie. Calcoli recenti dimostrano che, se gli gnu dovessero essere tagliati fuori da queste zone critiche nella stagione secca, la popolazione avrebbe un probabile calo da 1,3 milioni a 200.000 animali». Questo significherebbe la fine di una delle più grandi migrazioni della natura. Secondo la Fzs «Le strade ad alto valore commerciale nelle aree protette si sono rivelate un disastro in tutto il mondo e l'Unesco ha fortemente raccomandato che le strade non dovrebbero passare attraverso qualsiasi parco nazionale o Patrimonio dell'umanità».
La Tanzania però vede in quella strada un tratto essenziale di un grande progetto commerciale per collegare rapidamente porti dell'Africa orientale come Mombasa, Dar es Salaam o Tanga con i Paesi dell'Africa centrale in rapida evoluzione. Ma così il Serengeti subirà in pieno l'aumento del traffico di camion che si annuncia imponente in Africa nei prossimi anni.
La strada taglierebbe in due la zona probabilmente con la più alta concentrazione di grandi mammiferi del mondo, rendendo necessarie recinzioni per evitare incidenti, danni ai veicoli e perdita di vite umane che sarebbero ostacoli insormontabili per gnu, zebre, eland ed elefanti che non potrebbero raggiungere l'unica fonte di acqua dolce disponibile durante la stagione secca: il fiume Mara. Purtroppo gli esempi non mancano: le recinzioni hanno già fermato le migrazioni di gnu e zebre in Botswana e in Canada la migrazione dell'alce nel Banff National Park è stata compromessa dalla realizzazione di una strada. E non si tratta di esempi isolati, le strade hanno causato distruzioni simile in tutto il mondo in molte zone dove esisteva una natura incontaminata.
In Africa gli investimenti provocati dalle nuove strade potrebbero avere conseguenze enormi per specie rare o minacciate: «Anche un aumento marginale dei tassi di mortalità per animali come ghepardo, che già soffrono di una mortalità del 90 % per i cuccioli, potrebbe trasformare popolazioni stabili in popolazioni in declino», dice la Fzs. Inoltre una strada che penetra in un parco si porta dietro inevitabilmente i bracconieri che ormai in Africa orientale operano in bande ben organizzate.
Eppure l'alternativa ci sarebbe e potrebbe rispondere meglio agli obiettivi di sviluppo economico per l'area: bypassare il Serengeti aggirandolo a sud con la costruzione di un collegamento asfaltato da Karatu all'esistente Shinyanga-Musoma Road, una strada che servirebbe addirittura 5 volte più abitanti di qualla progettata a nord e collegherebbe gli stessi principali centri regionali, salvando la biodiversità e l'incredibile bellezza del Serengeti
Con una grande percentuale di superficie protetta, la Tanzania è uno dei leader mondiali della salvaguardia della biodiversità ed è strano che punti a sconvolgere il Serengeti uno dei luoghi più maestosi e selvaggi della terra che rendono il nostro pianeta così speciale, ma soprattutto un successo ecologico ed economico della Tanzania, che attira un ricco turismo che non può essere scarificato a progetti di infrastrutture a breve termine, soprattutto quando esistono alternative ragionevoli .
Per questo l'Iucn ha scritto al presidente della Tanzania Jakaya Kikwete per esprimere tutta la sua preoccupazione: «Pur lodando l'impegno della Tanzania per la conservazione, rilevando che il 38% del suo territorio è già protetto, l'Iucn raccomanda di effettuare una completa valutazione di impatto ambientale della strada».
Nel frattempo, l'African wildlife foundation (Awf) ha lanciato una campagna per il percorso alternativo a sud alla quale hanno aderito molte Ong locali e internazionali. L'Awf esorta il governo della Tanzania a «Valutare le proposte alternative che lascerebbero l'ecosistema di questo parco nazionale tesoro intatto. Inoltre, gli impegni elettorali del governo di promuovere lo sviluppo economico della regione sarebbero meglio soddisfatti facendo leva su questo patrimonio mondiale, invece di frammentarlo».
Ma nonostante le proteste il progetto della strada va avanti e la sua costruzione potrebbe prendere il via nel 2012. In un recente discorso, il presidente Kikwete ha detto il meglio che poteva fare era quello di lasciare sterrato il tratto di strada che attraverserebbe le piste migratorie.
Fonte: www.greenreport.it
LIVORNO. Il governo della Tanzania vuole costruire una superstrada per il traffico commerciale tra Arusha e Musoma, che entrerebbe nell'area nord del Serengeti National Park, tagliando la rotta migratoria di 2 milioni di gnu e zebre. Secondo la Frankfurt zoological society (Fzs) questo potrebbe portare la popolazione degli gnu ad un quarto di quella attuale, perché non riuscirabbero più a raggiungere le aree di pascolo e di riproduzione, inoltre la strada aumenterebbe il conflitti uomo-animali, anche con incidenti stradali con perdite umane e di fauna, l'aumento del trasporto di bestiame invece farebbe aumentare le malattie.
Per la Fzs «Queste aree wilderness sono un habitat fondamentale per specie minacciate come rinoceronti e licaoni e con molte buone ragioni il piano di gestione del Parco nazionale del Serengeti non consente strade commerciali in tutto questo settore». L'istituto tedesco non mette in dubbio che siano necessarie infrastrutture stradali per aiutare gli agricoltori a raggiungere i mercati e che sulla carta il percorso della strada proposta sensato perché è il più breve tra i centri abitati esistenti nel Serengeti.
«Ma siamo sinceramente convinti che la strada avrà effetti disastrosi per l'intero ecosistema. La parte nord del Serengeti e l'adiacente Masai Mara sono essenziali per la migrazione di gnu e zebre durante la stagione secca, in quanto è l'unica fonte d'acqua permanente durante tutto l'anno per questi mandrie. Calcoli recenti dimostrano che, se gli gnu dovessero essere tagliati fuori da queste zone critiche nella stagione secca, la popolazione avrebbe un probabile calo da 1,3 milioni a 200.000 animali». Questo significherebbe la fine di una delle più grandi migrazioni della natura. Secondo la Fzs «Le strade ad alto valore commerciale nelle aree protette si sono rivelate un disastro in tutto il mondo e l'Unesco ha fortemente raccomandato che le strade non dovrebbero passare attraverso qualsiasi parco nazionale o Patrimonio dell'umanità».
La Tanzania però vede in quella strada un tratto essenziale di un grande progetto commerciale per collegare rapidamente porti dell'Africa orientale come Mombasa, Dar es Salaam o Tanga con i Paesi dell'Africa centrale in rapida evoluzione. Ma così il Serengeti subirà in pieno l'aumento del traffico di camion che si annuncia imponente in Africa nei prossimi anni.
La strada taglierebbe in due la zona probabilmente con la più alta concentrazione di grandi mammiferi del mondo, rendendo necessarie recinzioni per evitare incidenti, danni ai veicoli e perdita di vite umane che sarebbero ostacoli insormontabili per gnu, zebre, eland ed elefanti che non potrebbero raggiungere l'unica fonte di acqua dolce disponibile durante la stagione secca: il fiume Mara. Purtroppo gli esempi non mancano: le recinzioni hanno già fermato le migrazioni di gnu e zebre in Botswana e in Canada la migrazione dell'alce nel Banff National Park è stata compromessa dalla realizzazione di una strada. E non si tratta di esempi isolati, le strade hanno causato distruzioni simile in tutto il mondo in molte zone dove esisteva una natura incontaminata.
In Africa gli investimenti provocati dalle nuove strade potrebbero avere conseguenze enormi per specie rare o minacciate: «Anche un aumento marginale dei tassi di mortalità per animali come ghepardo, che già soffrono di una mortalità del 90 % per i cuccioli, potrebbe trasformare popolazioni stabili in popolazioni in declino», dice la Fzs. Inoltre una strada che penetra in un parco si porta dietro inevitabilmente i bracconieri che ormai in Africa orientale operano in bande ben organizzate.
Eppure l'alternativa ci sarebbe e potrebbe rispondere meglio agli obiettivi di sviluppo economico per l'area: bypassare il Serengeti aggirandolo a sud con la costruzione di un collegamento asfaltato da Karatu all'esistente Shinyanga-Musoma Road, una strada che servirebbe addirittura 5 volte più abitanti di qualla progettata a nord e collegherebbe gli stessi principali centri regionali, salvando la biodiversità e l'incredibile bellezza del Serengeti
Con una grande percentuale di superficie protetta, la Tanzania è uno dei leader mondiali della salvaguardia della biodiversità ed è strano che punti a sconvolgere il Serengeti uno dei luoghi più maestosi e selvaggi della terra che rendono il nostro pianeta così speciale, ma soprattutto un successo ecologico ed economico della Tanzania, che attira un ricco turismo che non può essere scarificato a progetti di infrastrutture a breve termine, soprattutto quando esistono alternative ragionevoli .
Per questo l'Iucn ha scritto al presidente della Tanzania Jakaya Kikwete per esprimere tutta la sua preoccupazione: «Pur lodando l'impegno della Tanzania per la conservazione, rilevando che il 38% del suo territorio è già protetto, l'Iucn raccomanda di effettuare una completa valutazione di impatto ambientale della strada».
Nel frattempo, l'African wildlife foundation (Awf) ha lanciato una campagna per il percorso alternativo a sud alla quale hanno aderito molte Ong locali e internazionali. L'Awf esorta il governo della Tanzania a «Valutare le proposte alternative che lascerebbero l'ecosistema di questo parco nazionale tesoro intatto. Inoltre, gli impegni elettorali del governo di promuovere lo sviluppo economico della regione sarebbero meglio soddisfatti facendo leva su questo patrimonio mondiale, invece di frammentarlo».
Ma nonostante le proteste il progetto della strada va avanti e la sua costruzione potrebbe prendere il via nel 2012. In un recente discorso, il presidente Kikwete ha detto il meglio che poteva fare era quello di lasciare sterrato il tratto di strada che attraverserebbe le piste migratorie.
Fonte: www.greenreport.it
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
Così distruggeranno il Serengeti.
Così distruggeranno il Serengeti.
Ventisette scienziati spiegano su Nature perché la nuova strada causerà un disastro ambientale nella enorme riserva.
Il Serengeti è una delle più importanti riserve naturali del mondo. Si trova nel nord della Tanzania tra il lago Vittoria e il Kenya e da anni è minacciato dal progetto per la costruzione di una strada che lo taglierebbe esattamente a metà, complicando le migrazioni stagionali di animali come zebre, gazzelle, gnu e impala. Il piano è da tempo osteggiato dagli ambientalisti e ora anche da un gruppo di ventisette scienziati, che ha da poco pubblicato su Nature una ricerca nella quale si analizzano le conseguenze per la flora e la fauna nel caso in cui la strada venisse effettivamente costruita nei prossimi anni.
Secondo Andrew Dobson, uno degli autori della ricerca e docente presso la Princeton University, la strada lunga 160 chilometri che dovrebbe attraversare la riserva naturale potrebbe interrompere la migrazione annuale di almeno 1,3 milioni di animali. Per arrivare a questa conclusione, il gruppo di ricerca ha elaborato alcuni complessi modelli matematici e realizzato diverse simulazioni al computer. La strada farebbe diminuire il numero di animali che si spostano e causerebbe serie conseguenze anche per la flora.
Senza i ruminanti, l’erba potrebbe crescere e poi seccare aumentando i rischi di incendio. Il terreno verrebbe così messo a dura prova e nell’ambiente verrebbero emesse quantità molto alte di anidride carbonica. Le proiezioni degli scienziati non sono solamente basate sui modelli matematici, ma anche su esperienze simili in altre riserve naturali dove le infrastrutture dell’uomo hanno progressivamente mutato le abitudini migratorie degli animali.
Qualcosa di analogo a quanto previsto per il Serengeti è già successo in Namibia nell’Etosha National Park e in Botswana nel Kgalagadi Transfrontier Park. In entrambi i casi gli ecosistemi delle due riserve si sono modificati sensibilmente, con conseguenze per gli animali che popolano quelle zone.
Seguendo quanto sostenuto da numerose associazioni di ambientalisti, i ventisette ricercatori suggeriscono alle autorità di modificare il progetto della strada per non tagliare a metà il Serengeti. Il percorso alternativo allungherebbe la strada di una cinquantina di chilometri, ma passerebbe in aree dove già esistono alcune strade che non condizionano le migrazioni degli animali.
Infine, secondo i ricercatori di la costruzione della strada potrebbe rivelarsi controproducente anche per il turismo. La riserva naturale è una delle principali risorse economiche per la Tanzania ed è incomparabile ai benefici che si potrebbero ottenere con la costruzione della strada per migliorare la rete dei trasporti.
È difficile prevedere se la nuova ricerca pubblicata su Nature smuoverà il governo della Tanzania, inducendolo a riconsiderare l’inizio dei lavori previsto per il prossimo 2012. Le autorità del paese si sono mostrate molto determinate e dicono di aver preso tutte le misure necessarie per non nuocere al Serengeti. La costruzione della strada più a sud del piano originario potrebbe essere un buon compromesso, ma il governo non sembra essere disposto a cedere.
Fonte: Il Post
Ventisette scienziati spiegano su Nature perché la nuova strada causerà un disastro ambientale nella enorme riserva.
Il Serengeti è una delle più importanti riserve naturali del mondo. Si trova nel nord della Tanzania tra il lago Vittoria e il Kenya e da anni è minacciato dal progetto per la costruzione di una strada che lo taglierebbe esattamente a metà, complicando le migrazioni stagionali di animali come zebre, gazzelle, gnu e impala. Il piano è da tempo osteggiato dagli ambientalisti e ora anche da un gruppo di ventisette scienziati, che ha da poco pubblicato su Nature una ricerca nella quale si analizzano le conseguenze per la flora e la fauna nel caso in cui la strada venisse effettivamente costruita nei prossimi anni.
Secondo Andrew Dobson, uno degli autori della ricerca e docente presso la Princeton University, la strada lunga 160 chilometri che dovrebbe attraversare la riserva naturale potrebbe interrompere la migrazione annuale di almeno 1,3 milioni di animali. Per arrivare a questa conclusione, il gruppo di ricerca ha elaborato alcuni complessi modelli matematici e realizzato diverse simulazioni al computer. La strada farebbe diminuire il numero di animali che si spostano e causerebbe serie conseguenze anche per la flora.
Senza i ruminanti, l’erba potrebbe crescere e poi seccare aumentando i rischi di incendio. Il terreno verrebbe così messo a dura prova e nell’ambiente verrebbero emesse quantità molto alte di anidride carbonica. Le proiezioni degli scienziati non sono solamente basate sui modelli matematici, ma anche su esperienze simili in altre riserve naturali dove le infrastrutture dell’uomo hanno progressivamente mutato le abitudini migratorie degli animali.
Qualcosa di analogo a quanto previsto per il Serengeti è già successo in Namibia nell’Etosha National Park e in Botswana nel Kgalagadi Transfrontier Park. In entrambi i casi gli ecosistemi delle due riserve si sono modificati sensibilmente, con conseguenze per gli animali che popolano quelle zone.
Seguendo quanto sostenuto da numerose associazioni di ambientalisti, i ventisette ricercatori suggeriscono alle autorità di modificare il progetto della strada per non tagliare a metà il Serengeti. Il percorso alternativo allungherebbe la strada di una cinquantina di chilometri, ma passerebbe in aree dove già esistono alcune strade che non condizionano le migrazioni degli animali.
Infine, secondo i ricercatori di la costruzione della strada potrebbe rivelarsi controproducente anche per il turismo. La riserva naturale è una delle principali risorse economiche per la Tanzania ed è incomparabile ai benefici che si potrebbero ottenere con la costruzione della strada per migliorare la rete dei trasporti.
È difficile prevedere se la nuova ricerca pubblicata su Nature smuoverà il governo della Tanzania, inducendolo a riconsiderare l’inizio dei lavori previsto per il prossimo 2012. Le autorità del paese si sono mostrate molto determinate e dicono di aver preso tutte le misure necessarie per non nuocere al Serengeti. La costruzione della strada più a sud del piano originario potrebbe essere un buon compromesso, ma il governo non sembra essere disposto a cedere.
Fonte: Il Post
dolcemagic- Sostenitore
- Numero di messaggi : 1817
Data d'iscrizione : 23.10.09
Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
Re: La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
TANZANIA, AEREI PER GARANTIRE SICUREZZA PARCO SERENGETI.
11:11 17 GEN 2011
(AGIAFRO) - Dar es-Salaam, 17 gen. - Per aumentare la sicurezza di turisti, guide e degli stessi animali all'interno del Parco nazionale di Serengeti, il governo della Tanzania ha deciso un pattugliamento quotidiano con aerei ed elicotteri della polizia. Situata nel nord del Paese, a ridosso del confine con il Kenya, quella di Serengeti e' una delle piu' importanti e preziose aree naturali protette dell'Africa orientale.
Annunciando le nuove misure, il ministro delle Risorse naturali e del Turismo, Ezekiel Maige, ha spiegato che si sono rese necessarie "a seguito della recente uccisione di un rinoceronte appartenente a una specie rara", a conferma che "i bracconieri si muovono con spregiudicatezza e con mezzi sofisticati". Su altre misure il ministro ha voluto mantenere il riserbo per non dare vantaggi ai bracconieri. (AGIAFRO) .
Fonte: AGI News On
11:11 17 GEN 2011
(AGIAFRO) - Dar es-Salaam, 17 gen. - Per aumentare la sicurezza di turisti, guide e degli stessi animali all'interno del Parco nazionale di Serengeti, il governo della Tanzania ha deciso un pattugliamento quotidiano con aerei ed elicotteri della polizia. Situata nel nord del Paese, a ridosso del confine con il Kenya, quella di Serengeti e' una delle piu' importanti e preziose aree naturali protette dell'Africa orientale.
Annunciando le nuove misure, il ministro delle Risorse naturali e del Turismo, Ezekiel Maige, ha spiegato che si sono rese necessarie "a seguito della recente uccisione di un rinoceronte appartenente a una specie rara", a conferma che "i bracconieri si muovono con spregiudicatezza e con mezzi sofisticati". Su altre misure il ministro ha voluto mantenere il riserbo per non dare vantaggi ai bracconieri. (AGIAFRO) .
Fonte: AGI News On
dolcemagic- Sostenitore
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Età : 51
Località : Verbania ( lago Maggiore )!!!
Il Serengeti si appresta ad essere tagliato in due
Il Serengeti si appresta ad essere tagliato in due
31 gennaio 2011
GEAPRESS – Va purtroppo avanti il progetto promosso dal governo della Tanzania relativo alla costruzione di una grande strada all’interno del Parco del Serengeti (vedi articolo GeaPress), dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. La strada lo taglierà poco sotto il confine con il Kenya, dove peraltro l’area protetta continua con la Riserva di Masai Mara. Di fatto si taglierà uno dei più grandi pascoli di erbivori selvatici esistenti al mondo, oltre che a compromettere la grandiosa migrazione degli gnu ed altri animali della savana. A nulla sono valse le pressioni della comunità scientifica tedesca (la Tanzania è stata una sua colonia) nè un recente nuovissimo studio americano che ha previsto un primo impatto sulle mandrie di erbivori selvatici a dir poco disastroso. Ovvero una riduzione pari al 35%.
La Tanzania tira dritto sulla via del progresso e dello sviluppo economico. Così dettano i modelli mondiali della nostra economia, ivi comprese le mastodontiche cattedrali nel deserto. E’ stata pure proposta una strada alternativa che dovrebbe saltare il parco passando più a sud. Connetterebbe più centri abitati ma allunga parecchio il tragitto. La preoccupazione dei protezionisti consiste anche nel fatto che una via di comunicazione costituisce una corsia di accesso privilegiata anche per i bracconieri, specie quelli di rinoceronte.
Giova appena ricordare che ove credesi che la protezione dell’ambiente sia notevolmente più avanzata rispetto ai paesi del terzo mondo, le cose possono andare in maniera non molto diversa della Tanzania. Uno dei problemi più grossi dal punto di vista dell’impatto ambientale sono, ad esempio in Italia, i parchi eolici. Questo non solo per il pericolo di atterrare a colpi di pala gli uccelli e neanche per l’inquinamento visivo ed acustico. I grandi mulini, per essere installati, richiedono grandi strade di penetrazione spesso in posti remoti di crinali di montagna. Luoghi incontaminati fino a cinque – sei anni addietro.
Nessuno sa, inoltre, cosa ne sarà della ferraglia quando i mulini saranno fuori produzione. Probabilmente rimarranno abbandonati nel posto, ma le grandi strade, come già sta avvenendo, saranno percosse anche dai bracconieri ed altri distruttori. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
Fonte: www.geapress.org
31 gennaio 2011
GEAPRESS – Va purtroppo avanti il progetto promosso dal governo della Tanzania relativo alla costruzione di una grande strada all’interno del Parco del Serengeti (vedi articolo GeaPress), dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. La strada lo taglierà poco sotto il confine con il Kenya, dove peraltro l’area protetta continua con la Riserva di Masai Mara. Di fatto si taglierà uno dei più grandi pascoli di erbivori selvatici esistenti al mondo, oltre che a compromettere la grandiosa migrazione degli gnu ed altri animali della savana. A nulla sono valse le pressioni della comunità scientifica tedesca (la Tanzania è stata una sua colonia) nè un recente nuovissimo studio americano che ha previsto un primo impatto sulle mandrie di erbivori selvatici a dir poco disastroso. Ovvero una riduzione pari al 35%.
La Tanzania tira dritto sulla via del progresso e dello sviluppo economico. Così dettano i modelli mondiali della nostra economia, ivi comprese le mastodontiche cattedrali nel deserto. E’ stata pure proposta una strada alternativa che dovrebbe saltare il parco passando più a sud. Connetterebbe più centri abitati ma allunga parecchio il tragitto. La preoccupazione dei protezionisti consiste anche nel fatto che una via di comunicazione costituisce una corsia di accesso privilegiata anche per i bracconieri, specie quelli di rinoceronte.
Giova appena ricordare che ove credesi che la protezione dell’ambiente sia notevolmente più avanzata rispetto ai paesi del terzo mondo, le cose possono andare in maniera non molto diversa della Tanzania. Uno dei problemi più grossi dal punto di vista dell’impatto ambientale sono, ad esempio in Italia, i parchi eolici. Questo non solo per il pericolo di atterrare a colpi di pala gli uccelli e neanche per l’inquinamento visivo ed acustico. I grandi mulini, per essere installati, richiedono grandi strade di penetrazione spesso in posti remoti di crinali di montagna. Luoghi incontaminati fino a cinque – sei anni addietro.
Nessuno sa, inoltre, cosa ne sarà della ferraglia quando i mulini saranno fuori produzione. Probabilmente rimarranno abbandonati nel posto, ma le grandi strade, come già sta avvenendo, saranno percosse anche dai bracconieri ed altri distruttori. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).
Fonte: www.geapress.org
Federica- ADMIN
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Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
Re: La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
Salvare il Serengeti: Scegli un percorso alternativo e Sviluppo Locale
per firmare la petizione www.change.org petitions save-the-serengeti
per firmare la petizione www.change.org petitions save-the-serengeti
Federica- ADMIN
- Numero di messaggi : 1935
Data d'iscrizione : 16.04.09
Età : 47
Località : Uboldo
Annullata la costruzione della strada nel Serengeti
Annullata la costruzione della strada nel Serengeti
di Jeremy Hance 23 giugno 2011
In quella che è una vittoria per gli ambientalisti, scienziati, il turismo, e la migrazione più grande paese sulla Terra, il governo della Tanzania ha cancellato una strada commerciale che avrebbe tagliato attraverso la parte settentrionale del Serengeti National Park.
Secondo gli scienziati la strada avrebbe tagliato la rotta migratoria di 1,5 milioni di gnu milioni e mezzo di altre antilopi e zebre, a loro volta incidono l'intero ecosistema della pianura del Serengeti. "Lo Stato Parte conferma che la strada proposta non sezionare il Serengeti National parco e quindi non avrà effetto sulla migrazione e dei valori della conservazione della proprietà ", si legge in una dichiarazione del ministro tanzaniano delle Risorse Naturali e del Turismo. Una strada asfaltata, comunque, sarà costruito nei pressi del confini del parco: termina al Mugumu sul lato ovest (12 chilometri dal confine del parco) e Loliondo sul lato orientale (57,6 chilometri dal confine), consentendo un buffer sottile di habitat intorno al parco.
Non è certo se una strada sterrata sarà costruito attraverso il parco, ma se è rimarrà sotto l'autorità parco TANAPA e saranno utilizzati per i turisti e l'amministrazione in base alla dichiarazione. Secondo un recente studio scientifico dell'impatto diretto dalla strada avrebbe tagliato il gnu mandria giù di oltre un terzo (oltre mezzo milione di animali) con impatti indiretti, come la caccia di frodo e di sviluppo nuovi, esacerbando la situazione. "[cancellazione della strada] è una decisione saggia e perspicace dal governo della Tanzania "Andrew Dobson, che è stato uno degli autori dello studio, ha detto mongabay.com. "Sarà garantire la persistenza a lungo termine dell'ecosistema del Serengeti ed è la migrazione degli gnu di fama mondiale, fornendo anche le infrastrutture per le persone che vivono a est del Serengeti. Permette Tanzania per mostrare grande leadership di altre nazioni africane, illustrando che la via del successo economico nel 21 ° secolo è di bilanciare la conservazione delle risorse naturali con lo sviluppo economico. "
Un trapelato studio di impatto ambientale del governo in gran parte d'accordo con lo studio Dobson, trovando che la strada sarebbe 'limitare' la migrazione del Serengeti e ferito popolazioni di predatori (leoni, iene, ghepardi, leopardi, coccodrilli, ecc) a causa di una base di preda in declino. Entro il 2015 , il rapporto del governo ha previsto che 800 veicoli al giorno, avrebbe incrociato la proposta di 30 miglia (50 chilometri) tratto del parco.
Entro il 2035, il numero di veicoli al giorno, dovrebbe salire a 3.000, o più di un milione l'anno. Ambientalisti e ricercatori nell'area mongabay.com detto che queste erano figure conservatori. Per oltre un anno ambientalisti ha avvertito che la strada sarebbe poi uccidere la migrazione iconico, industria del turismo paralizzante della Tanzania e termina uno degli spettacoli ultima grande fauna del pianeta. Le ONG della fauna selvatica ha combattuto ferocemente contro la strada, tra cui lavorazione immagini di gnu essere falciati da semi-camion. Ma la preoccupazione per quanto riguarda la strada provenienti da più di un semplice ambientalisti. I governi americano e tedesco, così come l'ONU, l'opposizione ha espresso ai piani stradali. La Banca Mondiale ha offerto di pagare per un percorso alternativo eludere il parco, mentre il governo tedesco ha offerto di pagare per strade locali di cut-off persone nella regione settentrionale del Serengeti. Collegamento popolazioni locali lontane era la linea del governo della Tanzania sulla necessità per la strada, tuttavia molti sospettavano che la strada veniva spinto aggressivamente come parte di un corridoio industriale per portare le materie prime dall'interno africano modo rapido ed economico per la costa. Nella dichiarazione sulla cancellazione strada, Tanzania dice che sta valutando la via alternativa del sud.
"Una battaglia è stata vinta, ma la lotta per salvare il Serengeti va avanti. Strade sarà ancora costruito fino ai bordi del parco. Le pressioni sul Serengeti, tra cui un corridoio commerciale per l'Uganda, continuano ad esistere. L'autostrada in tutto il Serengeti è stato proposto tre volte, e può essere sollevata di nuovo. Ma sì, diamo noi stessi complimenti per il lavoro che abbiamo fatto ", si legge in una dichiarazione della ONG Serengeti Watch . ambientalisti sono sempre più interessate dai piani del governo in Tanzania. Mentre la strada del Serengeti ha ricevuto il maggior copertura, la Tanzania ha recentemente annunciato il progetto di miniera di carbonato di sodio al mondo più importante fucina fenicottero minore, il Lago Natron. I piani sono stati abbandonati nel 2008 a causa delle preoccupazioni che sconvolgerebbe l'allevamento del fenicottero, ma sono stati recentemente risorto e immessi sul fast-track. Oltre la metà del mondo fenicotteri minori (65-75%) di razza sul lago singolo. Tuttavia, il Dr. Dobson dice ora è il momento di credito al governo della Tanzania per la salvaguardia dell'ecosistema del Serengeti. "Il presidente Kikwete e il Ministro per le risorse naturali e Turismo, Ezechiele Maige, meritano la nazione e la lode del mondo per prendere una decisione saggia e lungimirante in un momento quando erano sotto pressione da più fonti nazionali e internazionali per prendere una decisione molto difficile ", ha detto Dobson. "Hanno dimostrato grande leadership che indica la via verso il futuro per tutte le nazioni africane."
Fonte: http://news.mongabay.com
di Jeremy Hance 23 giugno 2011
In quella che è una vittoria per gli ambientalisti, scienziati, il turismo, e la migrazione più grande paese sulla Terra, il governo della Tanzania ha cancellato una strada commerciale che avrebbe tagliato attraverso la parte settentrionale del Serengeti National Park.
Secondo gli scienziati la strada avrebbe tagliato la rotta migratoria di 1,5 milioni di gnu milioni e mezzo di altre antilopi e zebre, a loro volta incidono l'intero ecosistema della pianura del Serengeti. "Lo Stato Parte conferma che la strada proposta non sezionare il Serengeti National parco e quindi non avrà effetto sulla migrazione e dei valori della conservazione della proprietà ", si legge in una dichiarazione del ministro tanzaniano delle Risorse Naturali e del Turismo. Una strada asfaltata, comunque, sarà costruito nei pressi del confini del parco: termina al Mugumu sul lato ovest (12 chilometri dal confine del parco) e Loliondo sul lato orientale (57,6 chilometri dal confine), consentendo un buffer sottile di habitat intorno al parco.
Non è certo se una strada sterrata sarà costruito attraverso il parco, ma se è rimarrà sotto l'autorità parco TANAPA e saranno utilizzati per i turisti e l'amministrazione in base alla dichiarazione. Secondo un recente studio scientifico dell'impatto diretto dalla strada avrebbe tagliato il gnu mandria giù di oltre un terzo (oltre mezzo milione di animali) con impatti indiretti, come la caccia di frodo e di sviluppo nuovi, esacerbando la situazione. "[cancellazione della strada] è una decisione saggia e perspicace dal governo della Tanzania "Andrew Dobson, che è stato uno degli autori dello studio, ha detto mongabay.com. "Sarà garantire la persistenza a lungo termine dell'ecosistema del Serengeti ed è la migrazione degli gnu di fama mondiale, fornendo anche le infrastrutture per le persone che vivono a est del Serengeti. Permette Tanzania per mostrare grande leadership di altre nazioni africane, illustrando che la via del successo economico nel 21 ° secolo è di bilanciare la conservazione delle risorse naturali con lo sviluppo economico. "
Un trapelato studio di impatto ambientale del governo in gran parte d'accordo con lo studio Dobson, trovando che la strada sarebbe 'limitare' la migrazione del Serengeti e ferito popolazioni di predatori (leoni, iene, ghepardi, leopardi, coccodrilli, ecc) a causa di una base di preda in declino. Entro il 2015 , il rapporto del governo ha previsto che 800 veicoli al giorno, avrebbe incrociato la proposta di 30 miglia (50 chilometri) tratto del parco.
Entro il 2035, il numero di veicoli al giorno, dovrebbe salire a 3.000, o più di un milione l'anno. Ambientalisti e ricercatori nell'area mongabay.com detto che queste erano figure conservatori. Per oltre un anno ambientalisti ha avvertito che la strada sarebbe poi uccidere la migrazione iconico, industria del turismo paralizzante della Tanzania e termina uno degli spettacoli ultima grande fauna del pianeta. Le ONG della fauna selvatica ha combattuto ferocemente contro la strada, tra cui lavorazione immagini di gnu essere falciati da semi-camion. Ma la preoccupazione per quanto riguarda la strada provenienti da più di un semplice ambientalisti. I governi americano e tedesco, così come l'ONU, l'opposizione ha espresso ai piani stradali. La Banca Mondiale ha offerto di pagare per un percorso alternativo eludere il parco, mentre il governo tedesco ha offerto di pagare per strade locali di cut-off persone nella regione settentrionale del Serengeti. Collegamento popolazioni locali lontane era la linea del governo della Tanzania sulla necessità per la strada, tuttavia molti sospettavano che la strada veniva spinto aggressivamente come parte di un corridoio industriale per portare le materie prime dall'interno africano modo rapido ed economico per la costa. Nella dichiarazione sulla cancellazione strada, Tanzania dice che sta valutando la via alternativa del sud.
"Una battaglia è stata vinta, ma la lotta per salvare il Serengeti va avanti. Strade sarà ancora costruito fino ai bordi del parco. Le pressioni sul Serengeti, tra cui un corridoio commerciale per l'Uganda, continuano ad esistere. L'autostrada in tutto il Serengeti è stato proposto tre volte, e può essere sollevata di nuovo. Ma sì, diamo noi stessi complimenti per il lavoro che abbiamo fatto ", si legge in una dichiarazione della ONG Serengeti Watch . ambientalisti sono sempre più interessate dai piani del governo in Tanzania. Mentre la strada del Serengeti ha ricevuto il maggior copertura, la Tanzania ha recentemente annunciato il progetto di miniera di carbonato di sodio al mondo più importante fucina fenicottero minore, il Lago Natron. I piani sono stati abbandonati nel 2008 a causa delle preoccupazioni che sconvolgerebbe l'allevamento del fenicottero, ma sono stati recentemente risorto e immessi sul fast-track. Oltre la metà del mondo fenicotteri minori (65-75%) di razza sul lago singolo. Tuttavia, il Dr. Dobson dice ora è il momento di credito al governo della Tanzania per la salvaguardia dell'ecosistema del Serengeti. "Il presidente Kikwete e il Ministro per le risorse naturali e Turismo, Ezechiele Maige, meritano la nazione e la lode del mondo per prendere una decisione saggia e lungimirante in un momento quando erano sotto pressione da più fonti nazionali e internazionali per prendere una decisione molto difficile ", ha detto Dobson. "Hanno dimostrato grande leadership che indica la via verso il futuro per tutte le nazioni africane."
Fonte: http://news.mongabay.com
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Re: La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
che gran bella notizia
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Serengeti news - Fiends of Serengeti
6 settembre 2011
Per ora, una strada che trasporta un enorme volume di traffico commerciale attraverso il Serengeti settentrionale è fuori dal tavolo. Il governo della Tanzania dice che progetta di costruire strade asfaltate fino ai bordi orientale e occidentale del parco, ma non attraverso di essa.
Nella loro lettera al Comitato del Patrimonio mondiale delle Nazioni Unite, il governo ha dichiarato che la strada esistente a nord "rimarrà una strada sterrata." Ma esattamente che cosa questo significa è stata fonte di confusione. In effetti, la strada esistente è in gran parte una strada sterrata. Si temeva che la loro dichiarazione lasciava spazio per adeguamento della strada per una vera, per tutte le stagioni, strada sterrata di alta qualità.
Aggiungendo alla confusione, Tanzania Risorse Naturali e del Turismo ministro poi ha detto in un discorso che il Comitato del Patrimonio Mondiale è stato una "entità insignificante, da cui non possiamo prendere gli ordini." Poco dopo, il Ministro dei lavori ha confermato che avrebbero costruito una strada sterrata aggiornati. Poi finalmente, il presidente Kikwete durante una visita in Sud Africa, ha dichiarato che i 53 chilometri della strada tagliando il parco sarebbe stato lasciato come una "strada terra classificato."
Più di recente, delle risorse naturali e il ministro del Turismo ha detto ranger dalla statale Tanzania National Parks Authority avrebbe creato posti di blocco e controllare il flusso del traffico attraverso la sezione 53 km del parco. Non è chiaro quale traffico ci sarebbe, visto che la pista esistente dovrebbe essere aperto solo per i funzionari del parco. Speriamo che le autorità stanno semplicemente mostrando la loro volontà di seguire attraverso il loro impegno.
Qualche dubbio che l'accordo raggiunto dal governo durerà. Tra questi è Richard Leakey. In una recente intervista ha detto, "Data la necessità di sviluppo di questa parte della Tanzania, ci vorranno solo tempo. Questa strada sarà finalmente essere costruita."
Il passo più importante ora, un percorso alternativo a sud lungo tutto il Serengeti. Questo percorso è molto meglio per lo sviluppo economico regionale e sociale. E che servirà come una valvola di sicurezza per il traffico attuale attraverso il parco.
Fonte: www.friendsofserengeti.org
Per ora, una strada che trasporta un enorme volume di traffico commerciale attraverso il Serengeti settentrionale è fuori dal tavolo. Il governo della Tanzania dice che progetta di costruire strade asfaltate fino ai bordi orientale e occidentale del parco, ma non attraverso di essa.
Nella loro lettera al Comitato del Patrimonio mondiale delle Nazioni Unite, il governo ha dichiarato che la strada esistente a nord "rimarrà una strada sterrata." Ma esattamente che cosa questo significa è stata fonte di confusione. In effetti, la strada esistente è in gran parte una strada sterrata. Si temeva che la loro dichiarazione lasciava spazio per adeguamento della strada per una vera, per tutte le stagioni, strada sterrata di alta qualità.
Aggiungendo alla confusione, Tanzania Risorse Naturali e del Turismo ministro poi ha detto in un discorso che il Comitato del Patrimonio Mondiale è stato una "entità insignificante, da cui non possiamo prendere gli ordini." Poco dopo, il Ministro dei lavori ha confermato che avrebbero costruito una strada sterrata aggiornati. Poi finalmente, il presidente Kikwete durante una visita in Sud Africa, ha dichiarato che i 53 chilometri della strada tagliando il parco sarebbe stato lasciato come una "strada terra classificato."
Più di recente, delle risorse naturali e il ministro del Turismo ha detto ranger dalla statale Tanzania National Parks Authority avrebbe creato posti di blocco e controllare il flusso del traffico attraverso la sezione 53 km del parco. Non è chiaro quale traffico ci sarebbe, visto che la pista esistente dovrebbe essere aperto solo per i funzionari del parco. Speriamo che le autorità stanno semplicemente mostrando la loro volontà di seguire attraverso il loro impegno.
Qualche dubbio che l'accordo raggiunto dal governo durerà. Tra questi è Richard Leakey. In una recente intervista ha detto, "Data la necessità di sviluppo di questa parte della Tanzania, ci vorranno solo tempo. Questa strada sarà finalmente essere costruita."
Il passo più importante ora, un percorso alternativo a sud lungo tutto il Serengeti. Questo percorso è molto meglio per lo sviluppo economico regionale e sociale. E che servirà come una valvola di sicurezza per il traffico attuale attraverso il parco.
Fonte: www.friendsofserengeti.org
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Superstrada nel Serengeti: la Tanzania perde il primo round della battaglia legale
Superstrada nel Serengeti: la Tanzania perde il primo round della battaglia legale
[ 22 marzo 2012 ]
Il giornale kenyano Daily Nation scrive che la scorsa settimana l'East African Court of Justice (Eacj) ha respinto l'appello del governo della Tanzania che voleva bloccare una causa contro la costruzione di un'autostrada attraverso il Serengeti National Park: «la Divisione d'Appello del tribunale regionale ha stabilito che l'Eacj ha piena giurisdizione a conoscere la causa, perché il parco fa parte dell'ecosistema transnazionale a cavallo tra Kenya e Tanzania». Leggendo la sentenza il giudice James Ogola ha spiegato che «le questioni pertinenti alla conservazione ambientale trasversali agli stati-nazione sono incluse nel trattato Eac (East Africa Community). Il tribunale ha giurisdizione sulle controversie ambientali che interessano direttamente l'ecosistema e toccano l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, compresi gli ecosistemi terrestri».
La sentenza arriva dopo che il procuratore generale della Tanzania aveva contestato l'udienza di una causa contro il progetto di una superstrada asfaltata attraverso i confini settentrionali del parco del Serengeti, presentata nel dicembre 2010 dall'African network for animal welfare (Anaw), una Ong con sede a Nairobi. Secondo l'Anaw l'intenzione della Tanzania di costruire una superstrada che si biforcherebbe nella parte nord del Serengeti National Park metterebbe a rischio gli animali stanziali e quelli che migrano da e verso il grande parco africano
La Tanzania sosteneva che, secondo l'articolo 27 del trattato Eac, la Corte Eacj non aveva giurisdizione sul caso perche si tratterebbe di "natura sovrana", che non rientrerebbe nei protocolli Eac. La Tanzania sosteneva anche che ogni controversia legale sul Serengeti National Park deve essere gestita dai suoi tribunali nazionali, dato che il parco è all'interno dei confini della Tanzania e viene gestito a livello locale.
Ma la Divisione d'appello dell'Eacj ha respinto le tesi della Tanzania dicendo che il giudice della Corte transnazionale non solo ha giurisdizione sul caso, ma anche perché le sei obiezioni presentate non erano appropriate, visto che il giudice è convinto di avere pieno mandato a interessarsi di una controversia che contrappone gruppi di interesse diversi in due Stati membri dell'Eac: Tanzania e Kenya.
Ne giugno 2011 si diffuse la notizia che il governo della Tanzania aveva abbandonato i piani di costruire la superstrada nel Serengeti, ma nel giro di una settimana si è capito che era un bluff: il governo aveva solo detto che la strada non sarebbe stata asfaltata, ma gli ambientalisti dicono che un'arteria di quelle dimensioni dovrebbe essere inevitabilmente asfaltata, ampliata e recintata date la presenza di popolazioni animali ed umane consistenti e le pressioni commerciali che attirerà.
Gli scienziati dicono che il progetto stradale può nuocere gravemente ad una delle più grandi migrazioni di mammiferi del mondo, quella degli gnu. Secondo uno studio del 2.011 il branco di gnu del Serengeti, che conta attualmente oltre un milione di capi, potrebbe essere ridotto di un terzo con la costruzione della superstrada che taglierebbe in due un ecosistema che ospita popolazioni di molte specie delle pianure, incluse quelle dei grandi predatori. Inoltre, uno studio del governo della Tanzania che avrebbe dovuto rimanere riservato dice che entro il 2015 dalla nuova strada passeranno almeno 800 veicoli al giorno nel tratto di 50 km che attraverserebbe il Parco Nazionale. Entro il 2035, il numero di veicoli salirebbe a 3.000 al giorno, più di un milione all'anno.
I progetti stradali della Tanzania hanno sollevato le preoccupazioni anche dell'Onu, della Banca mondiale e del governo tedesco che hanno cercato di trovare una soluzione, proponendo scelte diverse, come l'aggiramento degli ecosistemi più delicati e delle piste migratorie degli gnu.
Dopo la sentenza l'Eacj registrar, John Ruhangisa, ha detto ai giornalisti che la causa principale sulla superstrada nel Serengeti potrebbe iniziare in qualsiasi momento: «il progetto della strada controversa non è più una questione sovrana, ma tocca la regione Eac. Questo è un problema regionale e rivela agli attivisti ed agli esperti di conservazione che possono riuscire a rivendicare le problematiche di abuso ambientale nella regione».
Fonte: www.greenreport.it
[ 22 marzo 2012 ]
Il giornale kenyano Daily Nation scrive che la scorsa settimana l'East African Court of Justice (Eacj) ha respinto l'appello del governo della Tanzania che voleva bloccare una causa contro la costruzione di un'autostrada attraverso il Serengeti National Park: «la Divisione d'Appello del tribunale regionale ha stabilito che l'Eacj ha piena giurisdizione a conoscere la causa, perché il parco fa parte dell'ecosistema transnazionale a cavallo tra Kenya e Tanzania». Leggendo la sentenza il giudice James Ogola ha spiegato che «le questioni pertinenti alla conservazione ambientale trasversali agli stati-nazione sono incluse nel trattato Eac (East Africa Community). Il tribunale ha giurisdizione sulle controversie ambientali che interessano direttamente l'ecosistema e toccano l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, compresi gli ecosistemi terrestri».
La sentenza arriva dopo che il procuratore generale della Tanzania aveva contestato l'udienza di una causa contro il progetto di una superstrada asfaltata attraverso i confini settentrionali del parco del Serengeti, presentata nel dicembre 2010 dall'African network for animal welfare (Anaw), una Ong con sede a Nairobi. Secondo l'Anaw l'intenzione della Tanzania di costruire una superstrada che si biforcherebbe nella parte nord del Serengeti National Park metterebbe a rischio gli animali stanziali e quelli che migrano da e verso il grande parco africano
La Tanzania sosteneva che, secondo l'articolo 27 del trattato Eac, la Corte Eacj non aveva giurisdizione sul caso perche si tratterebbe di "natura sovrana", che non rientrerebbe nei protocolli Eac. La Tanzania sosteneva anche che ogni controversia legale sul Serengeti National Park deve essere gestita dai suoi tribunali nazionali, dato che il parco è all'interno dei confini della Tanzania e viene gestito a livello locale.
Ma la Divisione d'appello dell'Eacj ha respinto le tesi della Tanzania dicendo che il giudice della Corte transnazionale non solo ha giurisdizione sul caso, ma anche perché le sei obiezioni presentate non erano appropriate, visto che il giudice è convinto di avere pieno mandato a interessarsi di una controversia che contrappone gruppi di interesse diversi in due Stati membri dell'Eac: Tanzania e Kenya.
Ne giugno 2011 si diffuse la notizia che il governo della Tanzania aveva abbandonato i piani di costruire la superstrada nel Serengeti, ma nel giro di una settimana si è capito che era un bluff: il governo aveva solo detto che la strada non sarebbe stata asfaltata, ma gli ambientalisti dicono che un'arteria di quelle dimensioni dovrebbe essere inevitabilmente asfaltata, ampliata e recintata date la presenza di popolazioni animali ed umane consistenti e le pressioni commerciali che attirerà.
Gli scienziati dicono che il progetto stradale può nuocere gravemente ad una delle più grandi migrazioni di mammiferi del mondo, quella degli gnu. Secondo uno studio del 2.011 il branco di gnu del Serengeti, che conta attualmente oltre un milione di capi, potrebbe essere ridotto di un terzo con la costruzione della superstrada che taglierebbe in due un ecosistema che ospita popolazioni di molte specie delle pianure, incluse quelle dei grandi predatori. Inoltre, uno studio del governo della Tanzania che avrebbe dovuto rimanere riservato dice che entro il 2015 dalla nuova strada passeranno almeno 800 veicoli al giorno nel tratto di 50 km che attraverserebbe il Parco Nazionale. Entro il 2035, il numero di veicoli salirebbe a 3.000 al giorno, più di un milione all'anno.
I progetti stradali della Tanzania hanno sollevato le preoccupazioni anche dell'Onu, della Banca mondiale e del governo tedesco che hanno cercato di trovare una soluzione, proponendo scelte diverse, come l'aggiramento degli ecosistemi più delicati e delle piste migratorie degli gnu.
Dopo la sentenza l'Eacj registrar, John Ruhangisa, ha detto ai giornalisti che la causa principale sulla superstrada nel Serengeti potrebbe iniziare in qualsiasi momento: «il progetto della strada controversa non è più una questione sovrana, ma tocca la regione Eac. Questo è un problema regionale e rivela agli attivisti ed agli esperti di conservazione che possono riuscire a rivendicare le problematiche di abuso ambientale nella regione».
Fonte: www.greenreport.it
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Re: La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre
speriamo davvero che non venga fatta la supertrada poichè potrebbe compromettere gravemente la grande migrazione con conseguenze gravissime
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