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Ecco perchè una nuova generazione di africani non vuole più che l'Africa venga aiutata dall'occidente!!!
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Ecco perchè una nuova generazione di africani non vuole più che l'Africa venga aiutata dall'occidente!!!
EDITORIALE DI JIVIS TEGNO
Il continente africano è sempre stato alla ribalta della cronaca per tutto ciò che riguarda gli aiuti internazionali ( finanziari, alimentari ecc.). Questi aiuti dovrebbero secondo i paesi donatori, far uscire l’Africa dalla fame e dalla miseria. Che generosità da parte dei paesi ricchi !!! La miseria esiste soltanto in africa? Ci sono intere aeree del pianeta dove coabitano povertà e ricchezza, allora perché solo il continente africano sale alla ribalta della cronaca? In realtà, l’Occidente nutre un grande senso di colpa per tutti i disastri che hanno combinato in africa: schiavitù, colonizzazione e guerre civili. Questo spiega il perché cercano ogni volta di “pulirsi” la coscienza con gli aiuti che da secoli, gridano al mondo intero di mandare in Africa. Inoltre, molte associazioni ed organismi non profit guadagnano molto con questo business. Il logo dell’Africa è una marca che da notorietà, visibilità, prestigio ed anche ricchezza a chi pretende di portargli un aiuto. L’hanno capito bene alcune celebrità internazionali come gli attori Georges Cloney, Angelina Jolie, ma anche cantanti come Madonna, Bob Geldolf o Bono del gruppo musicale U2. Questi illustri personaggi e tanti altri, si sentono investiti della divina missione di “salvare l’Africa” con le loro opere di beneficenza. Fa piacere a tutti gli africani vedere tanti interressi per il continente, ma cosa si nasconde in realtà dietro queste azioni? Solo una grande campagna pubblicitaria dei mass media occidentali per dare una bellissima visibilità internazionale a questi “benefattori” che miracolosamente diventano tutti “africani” per la circostanza. Visibilità che si traduce con un riscontro positivo nelle loro varie attività. Le campagne pubblicitarie che annunciano frequentemente questi progetti per liberare l’Africa dalla miseria, dalle malattie e dalla fame, vengono studiate nei minimi dettagli dagli specialisti del Marketing. Fu per esempio il caso dell’organizzazione “Keep a child alive” che sosteneva la lotta contro l’Aids in Africa. Fu il cantante David Bowie a figurare sulle grandi locandine pubblicitarie con lo slogan: “I’AM AFRICAN”, cioè “Io sono africano”. Il volto di David Bowie era dipinto da segni tribali per testimoniare la sua appartenenza al continente. Così, per mesi, molte città europee furono “invase” da queste locandine che invitavano la gente a sostenere, con donazioni, la liberazione dell’Africa dall’Aids. Si parla di salvare l’Africa come se gli africani non facessero niente per il loro continente! Quanti tra voi sanno per esempio che giocatori come Samuele Eto’o dell’Inter di Milano, Didier Drogba del Chelsee e tanti altri giocatori africani fanno beneficenza investendo consistenti somme di denaro per la realizzazione di progetti grandiosi in Africa? Di tutto questo non se ne parla nei media occidentali. Sicuramente pochi tra voi lo sanno! Queste cose non vengono mai pubblicizzate dai mass media perché nessuno ne trae beneficio! È come se la “salvezza” venisse soltanto dall’Occidente e gli africani non facessero niente per il loro continente.. Si parla soltanto delle attività benefiche di Cloney, di Bono e di altri. Sarebbe meglio che attori e cantanti famosi smettessero di sfruttare e strumentalizzare l’Africa per i propri interessi. Farebbero meglio a “salvare” alcune regioni povere dei loro paesi. Possono cantare per gli abitanti terremotati dell’Aquila oppure per la povertà che colpisce il Sud dell’Italia, possono raccogliere fondi per le popolazione povere dell’Irlanda del Nord o alcuni quartieri poveri della città di Liverpool in Inghilterra od ancora per le zone povere dell’ex Germania comunista. Molte sono le città e le regioni occidentali, dove la miseria fa parte del quotidiano. Lì si possono organizzare concerti di musica e dare i ricavi in beneficenza alle popolazioni disagiate !!! Che questi “illusionisti” lascino l’Africa in pace. L’Africa ha bisogno oggi di essere rispettata e trattata con dignità. Quello che gli africani chiedono è, una cooperazione equa. È da più di 50 anni che si parla di aiutare l’Africa con assistenza e donazioni di ogni genere! Questi aiuti sono solo palliativi che non risolvono mai la miseria e la povertà dell’Africa, anzi contribuiscono a rinforzare il potere dittatoriale dei governanti corrotti che trovano in questi aiuti, una risorsa preziosa per rinforzare il loro potere ma anche per controllare e manipolare le popolazioni affamate. Gli aiuti internazionali rendono pigra la popolazione africana, senza volontà di ribellarsi di fronte alla miseria e totalmente dipendente da questi aiuti internazionali. Quello che gli africani chiedono all’occidente è una cooperazione sincera e fatta su base concreta. L’Africa ha per esempio le materie prime, l’occidente la tecnologia. Si può, a partire da qui, fare un scambio equo per l’interesse di entrambe. Si parlerà di sviluppo bilaterale. Questo è per esempio il desiderio che nutre una nuova generazione di africani nata e cresciuta in Africa e che ha studiato nelle migliori Università africane ed occidentali. Ma per arrivare a questa forma di cooperazione, gli africani dovrebbero essere i primi a cambiare e fare autocritica. È inammissibile che un continente dotato di un paesaggio mozzafiato e di materie prime non riesca a decollare economicamente a 50 anni dall’indipendenze di molti paesi africani! È arrivato il tempo che gli africani prendono in mano i loro problemi e non aspettino in ogni summit internazionale, qualche burocrate o politico che soggiornando in lussuosi alberghi decida come far uscire l’Africa dalla miseria!!! Cooperando allo stesso tempo con gli stessi dittatori africani. Molte nazioni africane sono minate oggi dalla corruzione, dal clientelismo, dalla cattiva gestione e personalizzazione del potere da parte del dittatore di turno! Difficile in questo contesto che le cose cambino. Fortunatamente, alcuni paesi hanno saputo fare la transizione dalla dittatura ad una democrazia che ha gia portato i suoi primi frutti con una vera alternativa politica ( senza avere bisogno di Golpe o guerre civili ); su cinquantatre paesi africani indipendenti, sono per ora soltanto quindici i paesi che sono sulla strada giusta. Sono pochi, ma è già qualcosa di molto positiva. Sono nazioni come: Sud Africa, Ghana, Mozambico, Senegal, Mali, Zambia, Benin, Namibia, Botswana, Tanzania, Burundi, Capo Verde, Isole Maurizie, Seychelles, Malawi. Queste nazioni hanno capito che l’istruzione e la sanità sono pilastri elementari ed indispensabili che portano dritto allo sviluppo. Hanno investito ingenti somme di denaro per la costruzioni di grandi scuole ed ospedali. La loro crescita economica supera il 7 % annuo. Crescita che attrae sempre di più investitori e capitali stranieri in questi paesi “New Generation”. Quello che chiedono gli africani, è che le nazioni occidentali lì lascino soli con le loro miserie, senza trarre profitto sulla loro pelle e loro disgrazie. È solo quando gli africani saranno soli con i loro problemi che la popolazione di fronte a tante sofferenze si alzerà come un solo uomo per richiedere un cambiamento radicale. In questo caso, ci saranno purtroppo i morti, ma e da lì, che le cose potranno migliorare per le generazioni future. La storia ci insegna che i grandi cambiamenti sociali e soprattutto politici si sono sempre fatti, purtroppo, con spargimento di sangue!!! Questo sarà forse il prezzo da pagare per la liberazione totale dell’Africa. Vi scrivo con le lacrimi agli occhi, ma è purtroppo la triste realtà. È duro accettare questa situazione. Non è facile cambiare un sistema politico sequestrato da un gruppuscolo di persone ed “infettato” da tutti i mali della cattiva gestione. Il problema dell’Africa non è solo strutturale ma è soprattutto qualcosa di mentale e come tale, il cambiamento si fa, in alcuni casi, solo con una rivoluzione popolare se non c’è nessuna prospettiva pacifica per la transizione democratica! Alcuni paesi hanno capito bene questo e hanno già intrapreso la strada giusta, altri purtroppo no! In quei paesi governati ancora da dittatori, se non ci sarà una prospettiva migliore per il cambiamento, questi subiranno prima o poi un’osmosi geopolitica sull’input dei nuovi paesi democratici africani. Solo in quei paesi non democratici, avverrà la rivoluzione sanguinaria menzionata prima. Rivoluzione pacifica orchestrata e guidata da una nuova generazione di intellettuali africani. Il presente e il futuro dell’Africa appartengono agli africani e nessuno lo farà a loro posto! Dico bene, nessuno!!! Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi.
Copyright jivis Tegno
Su Facebook: Mi Piace l’Africa ( secondo gruppo) & Informare Per Resistere
Si può riprodurre solo integralmente l’editoriale, senza modificare né la forma, né il contenuto!
Jivis Tegno è autore del nuovo documentario: “L’Islam nel Cuore della Cristianità”. Realizzato in 6 anni con la partecipazione dei migliori esperti italiani in questioni islamiche, ma anche i più importanti leader musulmani residenti i Italia.
Il continente africano è sempre stato alla ribalta della cronaca per tutto ciò che riguarda gli aiuti internazionali ( finanziari, alimentari ecc.). Questi aiuti dovrebbero secondo i paesi donatori, far uscire l’Africa dalla fame e dalla miseria. Che generosità da parte dei paesi ricchi !!! La miseria esiste soltanto in africa? Ci sono intere aeree del pianeta dove coabitano povertà e ricchezza, allora perché solo il continente africano sale alla ribalta della cronaca? In realtà, l’Occidente nutre un grande senso di colpa per tutti i disastri che hanno combinato in africa: schiavitù, colonizzazione e guerre civili. Questo spiega il perché cercano ogni volta di “pulirsi” la coscienza con gli aiuti che da secoli, gridano al mondo intero di mandare in Africa. Inoltre, molte associazioni ed organismi non profit guadagnano molto con questo business. Il logo dell’Africa è una marca che da notorietà, visibilità, prestigio ed anche ricchezza a chi pretende di portargli un aiuto. L’hanno capito bene alcune celebrità internazionali come gli attori Georges Cloney, Angelina Jolie, ma anche cantanti come Madonna, Bob Geldolf o Bono del gruppo musicale U2. Questi illustri personaggi e tanti altri, si sentono investiti della divina missione di “salvare l’Africa” con le loro opere di beneficenza. Fa piacere a tutti gli africani vedere tanti interressi per il continente, ma cosa si nasconde in realtà dietro queste azioni? Solo una grande campagna pubblicitaria dei mass media occidentali per dare una bellissima visibilità internazionale a questi “benefattori” che miracolosamente diventano tutti “africani” per la circostanza. Visibilità che si traduce con un riscontro positivo nelle loro varie attività. Le campagne pubblicitarie che annunciano frequentemente questi progetti per liberare l’Africa dalla miseria, dalle malattie e dalla fame, vengono studiate nei minimi dettagli dagli specialisti del Marketing. Fu per esempio il caso dell’organizzazione “Keep a child alive” che sosteneva la lotta contro l’Aids in Africa. Fu il cantante David Bowie a figurare sulle grandi locandine pubblicitarie con lo slogan: “I’AM AFRICAN”, cioè “Io sono africano”. Il volto di David Bowie era dipinto da segni tribali per testimoniare la sua appartenenza al continente. Così, per mesi, molte città europee furono “invase” da queste locandine che invitavano la gente a sostenere, con donazioni, la liberazione dell’Africa dall’Aids. Si parla di salvare l’Africa come se gli africani non facessero niente per il loro continente! Quanti tra voi sanno per esempio che giocatori come Samuele Eto’o dell’Inter di Milano, Didier Drogba del Chelsee e tanti altri giocatori africani fanno beneficenza investendo consistenti somme di denaro per la realizzazione di progetti grandiosi in Africa? Di tutto questo non se ne parla nei media occidentali. Sicuramente pochi tra voi lo sanno! Queste cose non vengono mai pubblicizzate dai mass media perché nessuno ne trae beneficio! È come se la “salvezza” venisse soltanto dall’Occidente e gli africani non facessero niente per il loro continente.. Si parla soltanto delle attività benefiche di Cloney, di Bono e di altri. Sarebbe meglio che attori e cantanti famosi smettessero di sfruttare e strumentalizzare l’Africa per i propri interessi. Farebbero meglio a “salvare” alcune regioni povere dei loro paesi. Possono cantare per gli abitanti terremotati dell’Aquila oppure per la povertà che colpisce il Sud dell’Italia, possono raccogliere fondi per le popolazione povere dell’Irlanda del Nord o alcuni quartieri poveri della città di Liverpool in Inghilterra od ancora per le zone povere dell’ex Germania comunista. Molte sono le città e le regioni occidentali, dove la miseria fa parte del quotidiano. Lì si possono organizzare concerti di musica e dare i ricavi in beneficenza alle popolazioni disagiate !!! Che questi “illusionisti” lascino l’Africa in pace. L’Africa ha bisogno oggi di essere rispettata e trattata con dignità. Quello che gli africani chiedono è, una cooperazione equa. È da più di 50 anni che si parla di aiutare l’Africa con assistenza e donazioni di ogni genere! Questi aiuti sono solo palliativi che non risolvono mai la miseria e la povertà dell’Africa, anzi contribuiscono a rinforzare il potere dittatoriale dei governanti corrotti che trovano in questi aiuti, una risorsa preziosa per rinforzare il loro potere ma anche per controllare e manipolare le popolazioni affamate. Gli aiuti internazionali rendono pigra la popolazione africana, senza volontà di ribellarsi di fronte alla miseria e totalmente dipendente da questi aiuti internazionali. Quello che gli africani chiedono all’occidente è una cooperazione sincera e fatta su base concreta. L’Africa ha per esempio le materie prime, l’occidente la tecnologia. Si può, a partire da qui, fare un scambio equo per l’interesse di entrambe. Si parlerà di sviluppo bilaterale. Questo è per esempio il desiderio che nutre una nuova generazione di africani nata e cresciuta in Africa e che ha studiato nelle migliori Università africane ed occidentali. Ma per arrivare a questa forma di cooperazione, gli africani dovrebbero essere i primi a cambiare e fare autocritica. È inammissibile che un continente dotato di un paesaggio mozzafiato e di materie prime non riesca a decollare economicamente a 50 anni dall’indipendenze di molti paesi africani! È arrivato il tempo che gli africani prendono in mano i loro problemi e non aspettino in ogni summit internazionale, qualche burocrate o politico che soggiornando in lussuosi alberghi decida come far uscire l’Africa dalla miseria!!! Cooperando allo stesso tempo con gli stessi dittatori africani. Molte nazioni africane sono minate oggi dalla corruzione, dal clientelismo, dalla cattiva gestione e personalizzazione del potere da parte del dittatore di turno! Difficile in questo contesto che le cose cambino. Fortunatamente, alcuni paesi hanno saputo fare la transizione dalla dittatura ad una democrazia che ha gia portato i suoi primi frutti con una vera alternativa politica ( senza avere bisogno di Golpe o guerre civili ); su cinquantatre paesi africani indipendenti, sono per ora soltanto quindici i paesi che sono sulla strada giusta. Sono pochi, ma è già qualcosa di molto positiva. Sono nazioni come: Sud Africa, Ghana, Mozambico, Senegal, Mali, Zambia, Benin, Namibia, Botswana, Tanzania, Burundi, Capo Verde, Isole Maurizie, Seychelles, Malawi. Queste nazioni hanno capito che l’istruzione e la sanità sono pilastri elementari ed indispensabili che portano dritto allo sviluppo. Hanno investito ingenti somme di denaro per la costruzioni di grandi scuole ed ospedali. La loro crescita economica supera il 7 % annuo. Crescita che attrae sempre di più investitori e capitali stranieri in questi paesi “New Generation”. Quello che chiedono gli africani, è che le nazioni occidentali lì lascino soli con le loro miserie, senza trarre profitto sulla loro pelle e loro disgrazie. È solo quando gli africani saranno soli con i loro problemi che la popolazione di fronte a tante sofferenze si alzerà come un solo uomo per richiedere un cambiamento radicale. In questo caso, ci saranno purtroppo i morti, ma e da lì, che le cose potranno migliorare per le generazioni future. La storia ci insegna che i grandi cambiamenti sociali e soprattutto politici si sono sempre fatti, purtroppo, con spargimento di sangue!!! Questo sarà forse il prezzo da pagare per la liberazione totale dell’Africa. Vi scrivo con le lacrimi agli occhi, ma è purtroppo la triste realtà. È duro accettare questa situazione. Non è facile cambiare un sistema politico sequestrato da un gruppuscolo di persone ed “infettato” da tutti i mali della cattiva gestione. Il problema dell’Africa non è solo strutturale ma è soprattutto qualcosa di mentale e come tale, il cambiamento si fa, in alcuni casi, solo con una rivoluzione popolare se non c’è nessuna prospettiva pacifica per la transizione democratica! Alcuni paesi hanno capito bene questo e hanno già intrapreso la strada giusta, altri purtroppo no! In quei paesi governati ancora da dittatori, se non ci sarà una prospettiva migliore per il cambiamento, questi subiranno prima o poi un’osmosi geopolitica sull’input dei nuovi paesi democratici africani. Solo in quei paesi non democratici, avverrà la rivoluzione sanguinaria menzionata prima. Rivoluzione pacifica orchestrata e guidata da una nuova generazione di intellettuali africani. Il presente e il futuro dell’Africa appartengono agli africani e nessuno lo farà a loro posto! Dico bene, nessuno!!! Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi.
Copyright jivis Tegno
Su Facebook: Mi Piace l’Africa ( secondo gruppo) & Informare Per Resistere
Si può riprodurre solo integralmente l’editoriale, senza modificare né la forma, né il contenuto!
Jivis Tegno è autore del nuovo documentario: “L’Islam nel Cuore della Cristianità”. Realizzato in 6 anni con la partecipazione dei migliori esperti italiani in questioni islamiche, ma anche i più importanti leader musulmani residenti i Italia.
DISSENTO
>L'avere allentato il finanziamento dei donatori dopo anni di progresso nella lotta contro l'HIV e AIDS, sta mettendo in pericolo e la vita delle persone HIV-positive secondo un nuovo rapporto sulla carità medica internazionale,da parte di Medici Senza Frontiere (MSF).
Il migliore accesso ai farmaci antiretrovirali (ARV) ha salvato tante vite, ha ridotto l'incidenza della tubercolosi (TB) e le nuove infezioni da HIV, e ha rafforzato i sistemi sanitari di molti paesi colpiti dal virus HIV. Ma, come il finanziamento diminuisce, questi vantaggi sono ora in pericolo.
La mancanza di fondi in otto paesi africani hanno già causato per i medicinali uno stock-out,provocando il razionamento del trattamento, auspicato dal l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), osserva il rapporto.
"Circa il 75 per cento dei finanziamenti dell'HIV nei paesi in via di sviluppo è internazionale" ha detto Mit Philips, un analista di politica sanitaria di MSF. <
"Anche per il Sudafrica, uno dei più ricchi paesi della regione, per realizzare i suoi piani per la lotta contro l'HIV dovrà fare affidamento su aiuti internazionali".
Quando riportato sopra è un recente comunicato congiunto edito da MSF e OMS.
EDITORIALE
Certamente, pur non essendo d'accordo su alcuni punti letti nell'editoriale di tale:JIVIS TEGNO,il suo scritto non fa una grinza anche se mi da l'impressione della scoperta dell'acqua calda, per chi è abituato ad avere a che fare per svariati motivi con l'Africa questi discorsi sono triti e ritriti, quindi per il momento secondo me lasciano ancora il tempo che trovano, l'Africa ma sopratutto gli africani devono innanzi tutto scrollarsi di dosso la flemma che oramai fa parte del loro DNA e devono darsi da fare per recuperare i 50 anni arretrati che li separano dal resto del mondo, fatto questo probabilmente si potrà cominciare a parlare del desiderio " che nutre una nuova generazione di africani nata e cresciuta in Africa".
Al momento attuale gli aiuti umanitari, tutte le associazioni o tutte le attività che contribuiscono ad aiutare l'Africa, sono irrinunciabili.
Non sono certamente gli aiuti internazionali a rendere pigra la popolazione africana.
Questo è quanto mi è venuto di scrivere d'acchito, dopo avere letto l'editoriale postato sopra.
Non conosco Jivis Tegno, so solo che è del Cameroum e da 18 anni risiede in Italia, ha da poco realizzato il documentario: “L’Islam nel Cuore della Cristianità" documentario, da quanto scrive lui su Facebook e su vari bloog, mai preso in considerazione dai media italiani.
Fio
Il migliore accesso ai farmaci antiretrovirali (ARV) ha salvato tante vite, ha ridotto l'incidenza della tubercolosi (TB) e le nuove infezioni da HIV, e ha rafforzato i sistemi sanitari di molti paesi colpiti dal virus HIV. Ma, come il finanziamento diminuisce, questi vantaggi sono ora in pericolo.
La mancanza di fondi in otto paesi africani hanno già causato per i medicinali uno stock-out,provocando il razionamento del trattamento, auspicato dal l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), osserva il rapporto.
"Circa il 75 per cento dei finanziamenti dell'HIV nei paesi in via di sviluppo è internazionale" ha detto Mit Philips, un analista di politica sanitaria di MSF. <
"Anche per il Sudafrica, uno dei più ricchi paesi della regione, per realizzare i suoi piani per la lotta contro l'HIV dovrà fare affidamento su aiuti internazionali".
Quando riportato sopra è un recente comunicato congiunto edito da MSF e OMS.
EDITORIALE
Certamente, pur non essendo d'accordo su alcuni punti letti nell'editoriale di tale:JIVIS TEGNO,il suo scritto non fa una grinza anche se mi da l'impressione della scoperta dell'acqua calda, per chi è abituato ad avere a che fare per svariati motivi con l'Africa questi discorsi sono triti e ritriti, quindi per il momento secondo me lasciano ancora il tempo che trovano, l'Africa ma sopratutto gli africani devono innanzi tutto scrollarsi di dosso la flemma che oramai fa parte del loro DNA e devono darsi da fare per recuperare i 50 anni arretrati che li separano dal resto del mondo, fatto questo probabilmente si potrà cominciare a parlare del desiderio " che nutre una nuova generazione di africani nata e cresciuta in Africa".
Al momento attuale gli aiuti umanitari, tutte le associazioni o tutte le attività che contribuiscono ad aiutare l'Africa, sono irrinunciabili.
Non sono certamente gli aiuti internazionali a rendere pigra la popolazione africana.
Questo è quanto mi è venuto di scrivere d'acchito, dopo avere letto l'editoriale postato sopra.
Non conosco Jivis Tegno, so solo che è del Cameroum e da 18 anni risiede in Italia, ha da poco realizzato il documentario: “L’Islam nel Cuore della Cristianità" documentario, da quanto scrive lui su Facebook e su vari bloog, mai preso in considerazione dai media italiani.
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